Tra Pompei e Napoli affrontando la Salerno-Reggio Calabria
Fine settimana a Napoli e dintorni, con uno sguardo curioso alla mostra su Nello Petrucci a Pompei
Da quanto tempo non percorrete la Salerno-Reggio Calabria? Sì, l’autostrada A2 che dal 2017, quasi a voler dare un tocco di modernità e innovazione, ha sostituito la vecchia denominazione A3, esattamente dal 13 giugno 2017. La tratta è rimasta invariata, collegando la città di Salerno con Reggio Calabria e percorsa da milioni di turisti in viaggio verso la Sicilia, raggiunta dalla deviazione a fine percorso con l’uscita Villa San Giovanni e gli inflazionati ferry-boat.
Se siete tra i fortunati che hanno avuto il privilegio di percorrere questi 432,6 km, potreste avere le giuste ispirazioni, sicuramente il tempo, per elaborare un testo scritto sulle emozioni e le incazzature che questa autostrada riesce ancora a riservare ai suoi appassionati e obbligati frequentatori.
Qualche anno fa ci eravamo illusi che, finalmente, i lavori di ammodernamento iniziati in maniera più consistente con la legge nº 443 del 2001, conosciuta anche come Legge Obiettivo, della quale ce ne eravamo occupati con l’articolo Salerno-Reggio Calabria: tu chiamale, se vuoi… (Girodivite, 18 novembre 2004) avessero consegnato agli utenti una strada più sicura e fluida che potesse ridurre i tempi di percorrenza di una delle strade più battute del territorio nazionale, specialmente in estate.
Ne era seguita una interessante diatriba poggiata su punti di vista diversi e contradditori sull’argomento con molti lettori che, secondo le proprie personali percezioni, avevano espresso il proprio parere non sempre in linea con quanto esposto nel nostro articolo.
L’abbiamo ripercorsa di recente, anche se sarebbe più corretto utilizzare il participio passato "affrontata", perché di questo si tratta a nostro giudizio quella che non sarebbe un eufemismo considerare un’avventura, mettendosi alla guida per gli oltre quattrocento chilometri dell’intero percorso. Il pretesto è stato una breve gita nel napoletano con l’obiettivo di tastare il terreno sulle intenzioni di movimento legate alle imminenti feste di fine anno che gli italiani metteranno in pratica nelle prossime settimane.
Non vogliamo soffermarci sui disagi e lo stress che la guida su questa autostrada sono elementi irrinunciabili e inevitabili, poiché è un argomento che rischierebbe di apparire monotono e ripetitivo. Accenniamo solo alla particolarità di un tragitto, quasi tutto monopolizzato dal tratto calabrese, che spesso si percorre a unica corsia e inseguendo il camion di turno che ci precede. Preferiamo quindi dedicarci a una breve descrizione della nostra visita turistica nella zona compresa tra Pompei e Napoli con un veloce passaggio per le zone e i quartieri più caratteristici che questa scelta comporta.
Pompei è stata una delle tappe iniziali e d’appoggio alla nostra gita. L’isola pedonale allestita per l’occasione che conduce in via Roma, permette di soffermarsi presso il Pontificio Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei e di indirizzarsi verso l’entrata degli scavi che portano alla Villa dei Misteri e all’Anfiteatro Romano, oggetto di una nostra precedente visita a luglio del 2016, in occasione del doppio concerto di David Gilmour.
In questa occasione abbiamo avuto la fortuna di ammirare la mostra EPOPTEIA di Nello Petrucci, organizzata in collaborazione con Art and Change e allestita presso l’atrio dell’hotel Habita 79, visitabile originariamente fino al 22 ottobre ma prorogata fino al 20 gennaio 2023 e della quale vi diamo un assaggio con una sequenza di immagini a fondo articolo.
Accenniamo per chi non lo conoscesse alcune informazioni biografiche dell’artista riportate nella presentazione della mostra. Nello Petrucci è un artista e film-maker italiano, vive e lavora tra Pompei e New York. Ha studiato cinematografia a Roma presso la N.U.C.T; laureato all’Accademia di Belle Arti di Napoli in Scenografia. Ha lavorato con registi come: Martin Scorsese, Ari Taub, Manetti Bros, Antonio Capuano. Le opere di Petrucci sono fortemente influenzate dal cinema, in particolare dalle locandine cinematografiche che vengono rivisitate dall’artista come lasciti di memoria storica in cui passato e presente convivono. È il primo artista italiano a esporre al Word Trade Center di New York con l’opera permanente “The essence of Lightness” (2018) insieme a street artisti di fama mondiale come Rob English, WhlsBe, Lauren YS, Layercake ecc… Sensibile alle tematiche ambientali e sociali cui ha dedicato lavori come: “Plastic River” un’installazione pubblica raffigurante una balena colma di rifiuti.
La visita a Napoli era quasi in obbligo a ridosso delle festa natalizie e in omaggio a tutto ciò che rappresenta per la città questo periodo finale dell’anno. Non si può raggiungere il capoluogo partenopeo se non con la Circumvesuviana, tralasciando le altre opportunità di spostamento dalla provincia. Le numerose fermate previste da questa sorta di metropolitana sopraelevata consente di attraversare i paesi della provincia più caratteristici e popolari.
Come rinunciare alla tentazione di scendere alle stazioni di Leopardi, frazione di Torre del Greco, il cui nome racchiude la storia e la vita di uno dei più grandi poeti italiani? O farsi tentare dalla fermata Ercolano-Scavi che consente di confrontare le rovine con quelle più blasonate di Pompei? Discesa obbligata lo sarebbe sicuramente S. Giorgio a Cremano-Casa di Troisi, altra occasione per immergersi nel genio artistico e teatrale dell’attore scomparso prematuramente quel 4 giugno 1994.
La nostra meta era comunque Napoli. La passeggiata da Piazza Garibaldi fino a via Toledo, percorrendo Corso Umberto I, meglio conosciuto come ’o Rettifilo, la visita alla stazione della metropolitana che il quotidiano inglese The Daily Telegraph ha giudicato come la stazione della metropolitana più bella d’Europa e del mondo. Raggiungere a piedi Piazza Dante e proseguire poi verso San Gregorio Armeno è una delle esperienze più uniche e particolari che si possano vivere in una grande città. Questo quartiere non è solo presepi, folclore e tradizione artistica legata a questa particolare forma d’arte. La Napoli sotterranea a ridosso dell’inizio della stradina che porta agli antichi opifici artigianali, la cappella Sansevero che ospita il Cristo Velato dello scultore Giuseppe Sanmartino e il Duomo di Napoli rappresentano più di un motivo per recarsi in visita in questa zona della città.
Particolarmente fortunati anche in questa occasione, ci siamo imbattuti in via dei Tribunali nella Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, chiamata dai napoletani la chiesa “de’ ’e cape ’e morte”. Nello storico e sempre presente rapporto tra vita e morte che caratterizza Napoli e un po’ tutto il meridione, da non perdere assolutamente sono le testimonianze di questa interpretazione folcloristica, mistica e spesso scaramantica con la morte che, a parte le notevoli opere esposte in questa chiesa, l’Ipogeo offre ai visitatori in una sorta di percorso nelle profondità della terra e dell’animo umano. Raggiungibile attraverso un’apertura del pavimento, si accede a una chiesa sotterranea che ospita al centro una tomba anonima e alle pareti laterali una serie di nicchie e altarini risalenti al ’600.
Proseguendo la visita percorrendo un corridoio posto alla destra dell’altare, si raggiungono altri ambienti tetri e misteriosi che ospitano le ossa e i teschi di personaggi del passato che incrociano il loro destino con quelli di un più recente presente, grazie a delle offerte le più svariate che vanno dal giocattolo alla foto del caro scomparso, dalle innumerevoli monetine ospitate in una sorta di vasca posta più in profondità agli oggetti personali posseduti in vita dai congiunti.
La tappa finale della nostra visita è stata rappresentata dalla passeggiata tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli che portano in Via Emanuele de Deo dove su una facciata di un palazzo di sei piani, è stata dipinta nel 1990 un’enorme immagine di Maradona per ricordare la vittoria dello scudetto della squadra cittadina. Nelle facciate dei palazzi è possibile fermarsi ed estasiarsi davanti ai diversi murales che sono proprio delle opere d’arte, dedicate ai personaggi che hanno lasciato in questi luoghi la loro testimonianza culturale e storica. Totò, Eduardo, Troisi, Pino Daniele, per citarne qualcuno. Perché Napoli, da sempre, ha avuto i suoi santi ed eroi da osannare e ai quali affidare il meglio e il peggio del proprio destino. Contraddittorio, ma ricco di quel fascino accattivante che richiamerà anche negli anni futuri milioni di visitatori, pronti a farsi catturare da quella napòlide che lo scrittore Erri De Luca ha saputo descrivere con dovizia nel suo omonimo romanzo.
- Mostra Nello Petrucci
- Mostra Nello Petrucci
- Mostra Nello Petrucci
- Mostra Nello Petrucci
- Mostra Nello Petrucci
- Mostra Nello Petrucci
- Artista di strada
- Stele ricordo Roberto Bracco
- Iside Velata di Francisco Bosoletti
- Eduardo
- Totò Troisi Pino Daniele
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