Tolentino: L’ottimismo è il profumo della Politica
Reportage Fotografico delle sponde del Fiume Chienti. Mentre a Tolentino si fa polemica sul recupero di una vecchia Piscina, con velati segnali di censura, l’asta fluviale è una vera pattumiera.
A volte si rimane sconcertati di fronte all’evidenza dei fatti, altre volte non ci si rassegna neppure di fronte all’evidenza, altre volte non la stessa evidenza non basta.
A Tolentino, nelle ultime settimane si è polemizzato sul recupero di una vecchia struttura, una piscina di proprietà comunale, in abbandono da anni, situata a ridosso della sponda del Lago delle Grazie.
L’ultimo atto è stato sancito dal comunicato, firmato dall’Assessore all’Ambiente del Comune di Tolentino, Oljmpio Bernardini.
Prendendo spunto da un articolo apparso sul Corriere Adriatico il 30 Maggio scorso, che evidenziava lo stato d’abbandono dell’area del Lago delle Grazie e in particolare il destino incerto della struttura della vecchia Piscina, ne approfitta per tirare giù un pistolozzo su tutti gli interventi realizzati dall’Amministrazione Comunale nei tre anni di mandato.
Il problema di quell’area, per la verità, è arcinoto ed è stato sollevato più volte anche dall’opposizione.
In effetti l’Amministrazione Comunale, nel dicembre 2004, ha stanziato 42.000 €, 27 dei quali approntati dal GAL Marche “Sibilla”, per il recupero della zona e per attrezzarla come Oasi naturalistica, seguendo un progetto del Wwf.
Comunque, l’area delle ex piscine, oggi, è veramente degradata e rifugio di coppiette che usano quella zona esclusivamente per appartarsi.
Questo fa sì che nel raggio di cinquecento metri non vi sia spazio che per fazzoletti unti, preservativi usati, bottiglie di plastica per contrastare l’arsura post coito.
Il resto del Comunicato sottolinea le virtù di riasfaltature varie, marciapiedi, fontane e panchine e una convenzione al risparmio con i volontari del Comitato di Quartiere, nonché alcuni allacci al depuratore e alla rete del metano.
Colpisce però l’affermazione alla fine del comunicato. Si dice: "ai giovani giornalisti ci permettiamo di dare un consiglio: ristabilite il rapporto fra “parola e “verità”: date della vostra città un’immagine migliore; se veramente la amate. Diamo spazio alla positività, ai risultati, ai contributi, agli arricchimenti: questa nostra città può guardare a testa alta al futuro.” E’ abbastanza curioso che un Amministratore del Comune si lamenti dei quotidiani, i quali occupano la maggior parte delle pagine con notizie di fonte istituzionale. La maggior parte di questi, purtroppo, contengono informazioni di tipo promozionale, quindi più adatti ad un Ufficio di Pubbliche relazioni, piuttosto che ad un Ufficio Stampa.
Il comunicato parlava di "immagine migliore".
Proprio a proposito di “immagini migliori”, questa settimana il Tamburo di Latta
www.tamburodilatta.ilcannocchiale.it - ha pubblicato una galleria fotografica delle sponde del Fiume Chienti, dalla diga del Lago al ponte del Diavolo.
Il reportage fotografico è stato realizzato da Stefano Fabbroni e Alessandro Mosconi.
Le immagini, scattate poco meno di due mesi fa, evidenziano molto chiaramente lo stato di totale abbandono delle sponde del fiume. Tale situazione è stata aggravata dalla piena di tre mesi fa.
Oltre alla grande quantità di tronchi trasportati dalla furia delle acque, si nota come la presenza del poligono di tiro, così come la presenza di rifiuti, alcuni dei quali ammassati in quantità rilevante all’altezza di Viale Buozzi, abbiano disseminato le sponde di relitti, resti di cantieri edili, plastica in quantità e stracci.
L’area intermedia, fra il Poligono di Tiro e la discarica fotografata sotto, rientra nelle aree inquinate e bonificate del Piano Regolatore del Comune di Tolentino. La presenza di un’Autodemolizione, ha creato non pochi problemi all’ambiente fluviale. La bonifica si è conclusa nel 2003. Un’altro dato da tenere in considerazione è la portata del Fiume in questo tratto. La diga rilascia un flusso minimo costante, di circa un metrocubo al secondo.
Di fatto, però, non si hanno dati certi sulla portata e soprattutto sul numero di captazioni per l’irrigazione dei campi. Questo fa sì che, soprattutto durante i periodi di secca, il livello sia così basso da mettere in serio pericolo le specie che vivono nel fiume -almeno quelle rimaste n.d.r.-
Come vedete, il mix "piena e inquinamento" ha dato vita ad una scenografia spettrale, assolutamente indegna. Una considerazione possibile è che la politica ambientale non può concentrarsi sulla pura apparenza, ovvero sulla creazione di sole oasi isolate o Parchi Ricostruiti e, passatemi il termine, cellophanati. Piuttosto dovrebbe nel difendere quanto è ancora ambientalmente intatto e promuovere una convivenza armonica fra urbanizzazione e ambiente, nella sua globalità. C’è da chiedersi infine se l’ottimismo che invoca l’Assessore non sia effettivamente in contrasto, in questo caso, l’effettivo degrado ambientale delle sponde del Fiume Chienti.
E’ proprio il caso di dire che l’Ottimismo è il profumo della politica
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