Sei all'interno di >> :.: Culture | Cinema - Visioni |

Ti ricordi di Adil? Regia di Mohamed Zineddaine. Anteprima all’Officinema Festival di Bologna

di Dario Adamo - mercoledì 25 febbraio 2009 - 4395 letture

Nei sogni d’emigrazione si annidano desideri di rivalsa, di rivincita, di recupero. Si tengono tutti dentro, stretti stretti, impilati e compressi, fino a quando non si ha la possibilità di decomprimerli, liberarli, dare loro vitalità e contingenza in terra straniera, in terra sognata e finalmente raggiunta.

Adil porta dentro di sé tutto ciò, speranze e illusioni, e andare via dal Marocco per raggiungere la tanto agognata Italia è l’unica cosa per la quale vale la pena spendere energie. La possibilità di partire è nelle mani del fratello che dal belpaese va e viene continuamente e che a Bologna possiede già una casa e alcuni “agganci” importanti. Finalmente anche Adil riesce a raggiungere la penisola, complice un brutto incidente che ha costretto il fratello alla sedia a rotelle e ad una costante assistenza, ed è così che può dare inizio alla realizzazione dei suoi sogni. Ma confuso e disorientato, Adil, tra la richiesta di un permesso di soggiorno ad un avvocato di dubbia affidabilità e i loschi traffici del fratello, imparerà presto che le cose non sono così facili come immaginava, né l’Italia sembra essere quel bel paese che ha imparato a sognare.

Ti ricordi di Adil? è il secondo lungometraggio del cineasta marocchino trapiantato in Italia, Mohamed Zineddaine, artista, ma anche critico e giornalista, che oltre al cinema ha tra le sue passioni il teatro e la fotografia (alcune delle sue mostre sono state presentate a Bologna, Palermo, Marsiglia, Casablanca, Belgrado, Firenze e Cagliari) e che dopo Reveil, torna a lavorare per il grande schermo con una storia di ordinaria immigrazione, ma che tenta anche di innescare riflessioni di più ampio respiro sul difficile rapporto Nord-Sud e sulla necessaria e difficile convergenza Oriente-Occidente.

Girato metà a Casablanca e metà a Bologna, il film soffre di un leggero squilibrio tra la prima e la seconda parte, cioè tra le scene ambientate in Marocco e quelle girate a Bologna: a parte le due differenti scelte per quanto riguarda le tecniche di ripresa, movimentati travelling da un lato e piani-sequenza in steady-cam dall’altra, il film sembra creare subito delle buone premesse costruendo interessanti percorsi narrativi che però non trovano un armonioso compimento nel seguito della storia, cioè quando i protagonisti giungono in Italia. Le cose per Adil si fanno sempre più complicate, ma non si capisce bene a causa di chi e per quali ragioni. Fanno la loro comparsa in scena inseguitori, capi religiosi, strani pseudo-protettori di cui non si comprende la funzione o gli obiettivi.

Polifonica e interessante la genesi di questo lungometraggio: prodotto dalla società marocchina Ouarzazate Production, il film ha beneficiato di un contributo di tre milioni di euro stanziato dal Centre Cinématographique Marocain (CCM) e qui in Italia ha ricevuto il supporto fondamentale della Bologna Film Commission e del laboratorio “L’Immagine Ritrovata” della Cineteca di Bologna che ha curato la post-produzione. Fondamentale è stata anche la collaborazione delle Associazioni Officina Cinema Sud Est e Amici di Giana promotrici di un premio, di cui l’anno scorso Zineddaine è stato vincitore, che si propone di offrire una possibilità a tutti quei registi migranti che si trovano oggi nel nostro paese.


- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -