The Dark Side of the Moon
Il 1° marzo 1973 veniva pubblicato il più rivoluzionario LP della storia della musica rock di ricerca
Cinquanta anni sono uno spazio temporale sufficiente per comprendere di trovarsi di fronte ad uno dei capolavori che la musica, sommariamente definita rock quando ci confrontiamo con la discografia dei Pink Floyd, ha saputo confezionare in questi decenni, sconvolgendo e conquistando per sempre le menti di milioni di sessantenni ed oltre, pronti ad arricchire la personale discografia dedicata a questo gruppo con la nuova ristampa che sarà lanciata sul mercato nelle prossime settimane.
Quando si riprende in mano quella copertina dallo sfondo nero che ospita quel prisma irideo, non è semplice allontanarsi dai ricordi e dalle percezioni che ci hanno indotto decenni fa a entrare in possesso di quel 33 giri. Occorre adagiarlo con il dovuto rispetto sul piatto, azionare il braccio e far scivolare la puntina su quei solchi. E non avrà importanza se sentiremo il suadente fruscio che nessuna registrazione digitale potrà mai restituirci.
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Il calore di quel suono sincopato che ci avvolge le orecchie e le emozioni, sin da quel battito insistente di un cuore che richiama il ritmo e il tempo della vita, forse eccessivamente esasperata verso la rincorsa ambiziosa di fallaci traguardi di successo, potere, soldi. Elementi intercambiabili tra loro, quasi sinonimi di un’unica follia.
Non si può non cercare il Respiro, che si oppone al soffocante ardire nell’anonimato di una società che pretende appartenenza e uniformità con fallaci obiettivi che conducono alla follia. Perché la vita è anche metabolizzare le paure, le incertezze, le cadute e la forza di rialzarsi, senza alcuna certezza che non si cadrà ancora. All’infinito.
Fottuti anni sfiorano la follia, immergendosi in essa, senza un vero motivo e senza saper dare un perché. Il Tempo inesorabile scorre mentre sprechiamo gli attimi migliori prendendo a calci un pezzo di terra, illudendoci di rivedere il sole sorgere ogni giorno e non accorgendoci di esserci lasciati alle spalle gli anni, aspettando inutilmente che qualcuno ci dicesse quando cominciare a correre.
Il grande spettacolo del cielo non sarà sufficiente a consolare il tempo sprecato e neanche il grido disperato che ci possa far sentire ancora vivi, potrà farci sentire meno soli e vecchi.
Perché i Soldi sono il più bizzarro inganno della vita, che ci fanno credere di poterla domare e di sentirci migliori. Respinti con ipocrisia, pretesi con arroganza, ambiti come un successo. Che ci impoveriscono moralmente, che corrompono la nostra visione del mondo.
E perdiamo la percezione del rapporto tra Noi e Loro, credendo realmente che ci possa essere una differenza, per ritrovarci alla fine ad essere degli uomini comuni, e banali. Come se un colore diverso, nero o blu, possa realmente stabilire chi sta nel giusto e nello sbagliato. Ma tutti quanti, in definitiva, abbiamo subito un Danno Cerebrale. La pazzia regna nel nostro cervello da disillusi che provano a scacciare i cattivi presagi nascondendoci nel Lato Scuro della Luna.
Diventa inutile toccare, vedere, assaggiare, sentire. Amare e odiare. Comprare o rubare. Creare o distruggere. Qualsiasi cosa che proviamo a immaginare, illuminata dal sole fluttua in sintonia e armonia nella vita di tutti, ma il sole è eclissato dalla luna. E cinquanta anni dopo dall’uscita di questo capolavoro musicale, filosofico, forse anche onirico, questa futuristica opera dei Pink Floyd rappresenta ancora il miglior modo per riflettere sulla caducità della vita, annebbiati da miti effimeri che ci dividono, lasciando il posto alla follia.
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