Tempo libero della vecchiaia

Studio e cultura che alimentano e arricchiscono il piacere intellettuale fanno diventare la vecchiaia più leggera... Il tempo libero della vecchiaia o dalla vecchiaia?

di Massimo Stefano Russo - mercoledì 1 febbraio 2023 - 2762 letture

Il termine vecchio, quale sinonimo negativo di antico, consegna al passare del tempo e degli anni il male della vecchiaia, dove la decrepitezza diventa condizione di tormento e infelicità. In alcune lingue vecchio e secco hanno lo stesso significato. L’aggettivo vecchio rimanda al passato, il decrepito è adattabile a chi non adempie più la sua funzione nella società, ma che bene o utilità ci può essere nella vecchiaia o nella decrepitezza? Il De Senectute - composto da Cicerone nel 44 a.C. - esprime la visione della vecchiaia nella civiltà romana, la cui cultura considerava gli anziani della comunità una risorsa preziosa. I vecchi, ascoltati per l’autorevolezza e le abilità acquisite, erano punto di riferimento per molti giovani. Nella società romana per alcuni versi vigeva un modello gerontocratico. Il senato per la stragrande maggioranza era costituito da anziani tenuti in grande considerazione per la saggezza e le esperienze maturate.

Indubbiamente l’avanzare degli anni comporta il decadere fisico e l’impossibilità di godere di alcune gioie della vita, ma gli anziani grazie alle esperienze maturate sono depositari di quell’autorità che permette loro di vivere una vita ancora operosa e attiva. Il contesto di vita influenza moltissimo il concetto di anzianità.

La longevità umana è il risultato artificiale della civiltà? Che senso ha l’invecchiare? A cosa serve, quale lo scopo? L’invecchiare, necessità della condizione umana, insito nella fisiologia, altera il corpo umano. Il calore naturale, sconvolte le forze dell’anima e del corpo, diminuisce. L’artrite che impedisce di muoversi liberamente fa dipendere dagli altri e bisogna esercitarsi a “lasciare la presa”, nell’accettare l’incompiuto, anche se nel vivere con gli altri e in mezzo agli altri c’è il senso dell’esistenza. Per spiegare la vecchiaia solitamente ci si rivolge alla biologia, alla genetica, alla fisiologia geriatrica, ma come fare a comprenderla?

Diminuisce la motilità, le capacità mentali e la vitalità fisica declinano, mentre il ricordare diventa l’attività più esercitata. Da giovani i ricordi del passato sono pochi, senza un grande peso e nemmeno una presenza significativa, lo sguardo è rivolto in avanti, mentre spetta ai vecchi ritrovare nel passato l’aver vissuto la vita. Per Garcia Marquez la vita è quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla. I vecchi nel ripetere frequentemente la stessa cosa mutano le parole loro messaggio. Nel pensare facilmente perdono il filo. Chi ricorda fa emergere dalla propria interiorità il passato. Nel ricordare, si ha il principio della sapienza, col ricordo che trasmette alle nuove generazioni ciò che è stato.

Nella “crisi della mezza età” che nel mezzo della vita, nell’andare in là con gli anni, riguarda la natura della persona, ci sono domande che sorgono improvvisamente. Come dare senso agli anni più tardi della vita che assumono una certa forma e mostrano certe caratteristiche? La pulsione a cancellare la vecchiaia, quasi la vuole debellare.

I vecchi un tempo avevano il privilegio di raccontare le favole ai bimbi, si riconosceva in ciò un loro modo di parlare ai piccoli. Le serate familiari trascorrevano spesso ascoltando le storie narrate dagli anziani di casa. A cosa riconnettere il decadere di corpo e mente nel riguardarlo senza provare afflizione? Il carattere guida l’invecchiamento e lo disvela. Quali valori stanno a cuore agli anziani? Lasciarsi coinvolgere negli eventi richiede curiosità e coraggio. Saggezza, compassione e comprensione tutte qualità assegnate ai vecchi li porta a indignarsi, arrabbiarsi, vergognarsi. Per esplorare ci vuole il pensare lento. Nel “carattere” che rimanda alle qualità distintive di un individuo, ritroviamo i depositi lasciati nella memoria, si rimanda a un insieme di tratti e di qualità, di abitudini e motivi ricorrenti.

La vita è fatta di sogni, ideali, progetti e aspettative. I pensieri del presente ruotano intorno al futuro, consapevoli che ogni istante prepara il successivo. Come rendere più intelligenti gli anni della vecchiaia, con le rughe e le grinze, che indicano l’invecchiamento della carne e della pelle incartapecorita?

Nella vecchiaia prende il sopravvento la forza di gravità, con la rigidità del collo che sta anche nel carattere. Cosa aspettarsi dai vecchi che dormono poco la notte, rimangono svegli al buio, mentre in pieno giorno, anche al sole, si appisolano e sonnecchiano di continuo? Vivono in un presente ipotetico, dove persa ogni distinzione si entra in una zona atemporale. Nella ripetizione si nega il trascorrere del tempo. La vita, quale narrazione continua, la si può leggere in vari modi. Il corpo che vaga e insegue il vagolare della mente si caccia nei guai. Senza potersi muovere, presi sempre più nel vertice dell’agitazione e della confusione si ha l’idea dell’inaridire. La vecchiaia indebolisce il corpo che privo dei piaceri, nell’essere a un passo dalla morte, porta via dalle attività compiute con energia nella giovinezza.

Rinsecchiti, il corpo si riduce e si finisce quasi con lo scomparire. La mente che invecchia suddivide la memoria in due: a lungo e breve termine. La prima migliora, la seconda diminuisce. Da vecchia le fatiche crescono e ci si stanca più facilmente e più in fretta, mentre il corpo diventa più rigido. Le persone anziane, dedicano molto tempo a passare in rassegna la propria vita e si sforzano di recuperare il passato con un lavoro di ricerca basato sulla memoria.

Nel ricordare si producono immagini e non a caso il termine latino memoria indica proprio il riportare alla mente immagini. La memoria, luogo dell’immaginazione connotata dal tempo, una volta persa è impossibile praticarla, diminuisce senza esercitarla. Molti, senza lamentarsi di essere vecchi, considerano tutt’altro che un dispiacere l’essersi liberati dai vincoli delle passioni e da vecchi equilibrati trascorrono così una vecchiaia sopportabile. I vecchi ricordano ciò che hanno a cuore della vita lunga e intensa: i frutti meravigliosi prodotti rimangono tali. Coscienti di una vita spesa bene, ricordare le molte buone azioni dà grandissima soddisfazione.

Senza poter fare le stesse cose dei giovani i vecchi riescono in alcuni campi a farne di più e meglio. Ci sono attività che si possono svolgere con la mente, senza ausilio alcuno delle forze fisiche. Sofocle compose tragedie sino al limite estremo della vecchiaia. Se la temerarietà è tipica della gioventù, la saggezza lo è dell’età declinante. Autorità e capacità di giudizio arricchiscono la vecchiaia. Le persone invecchiando diventano progressivamente la propria immagine.

Un ruolo positivo, in una dimensione più intima e familiare, viene riconosciuto alle figure dei nonni, spesso l’unica possibilità per le coppie di conciliare esigenze di lavoro e di famiglia. Maggiori disponibilità economiche e miglior ruolo sociale si collegano a maggior longevità. Le persone socialmente più disagiate con scolarità più bassa e minor controllo sulla propria esistenza, si ammalano di più. Le condizioni di povertà e lo svantaggio sociale si associano a una maggior frequenza di fattori di rischi individuali, a stili di vita non salutari e ad ambienti di vita più degradati.

La solitudine, dato oggettivo e incontrovertibile della condizione della vecchiaia, è uno svantaggio da tutti i punti di vista: l’essere soli comporta maggiori difficoltà pratiche e quotidiane, senza aiuti, tutto diventa più faticoso, ma perso il vigore della forza fisica, nella vecchiaia dove si ritrova il conversare calmo e disteso, onorati e amati dai giovani, La giovinezza sfrenata e intemperante consegna alla vecchiaia un corpo esaurito.

La vecchiaia, badando al corpo e ancor più alla mente e all’animo, va affrontata con coraggio, compensati con le cure dalle sue anomalie. Per non soccombervi non bisogna cedere all’inerzia, ma conservare la propria autorità e il rispetto altrui. La vecchiaia che contempla i piaceri da lontano si diletta quanto basta. Dove domina la passione è difficile imporre la temperanza.

Studio e cultura che alimentano e arricchiscono il piacere intellettuale fanno diventare la vecchiaia più leggera. La vecchiaia, faccenda da vecchi, con la decadenza legata al tempo implacabilmente trascorso, interessa chi è ormai avanti negli anni. A tutt’oggi, al tempo del digitale, la vecchiaia che si desidera raggiungere una volta arrivata la si maledice e nel viverla con ambiguità ci si vanta e ci si lamenta di essa, quando arriva si smette di guardarsi allo specchio e di scattare foto.

Da vecchi più stanchi e pensosi bisogna saper dosare le energie che scemano: salire le scale si fa più pesante e i segni fisici dell’invecchiare diventano impietosi. È l’idea di longevità che negli ultimi anni si è arricchita e ampliata, mentre per molte persone anziane la vecchiaia è malattia che avanza, con i prossimi decenni sempre più dominati dalla popolazione anziana, verso gli anziani, le loro rughe e i capelli bianchi, nell’esaltare la giovinezza, si rischia una sorta di astio ingiustificato.


Per saperne di più

- V. Andreoli, Lettera a un vecchio, Solferino, Milano 2023.

- E. Bianchi, La vita e i giorni, il Mulino, Bologna 2022.

- N. Bobbio, De senectute, Einaudi, Torino 2013.

- A. Cester, Vecchiaia per principianti, Laterza, Roma-Bari 2022.

- Cicerone, La vecchiaia. L’amicizia, Garzanti, Milano

- J. Hillmann, La forza del carattere, Adelphi, Milano 2000.

- F. Rigotti, De senectute, Einaudi, Torino 2018.


In icona: Statler e Waldorf (Inizialmente noti in Italia con i nomi di Hilton e Waldorf) i due famosissimi vecchietti-criticoni del Muppet Show.



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