Sulla "scomunica" di Monsignor Pierro al Sindaco di Salerno Enzo De Luca

Si ripropone a Salerno la questione del rischio “dell’isolamento” istituzionale ed ora anche ecclesiastico.

di Enzo Maddaloni - mercoledì 28 giugno 2006 - 2332 letture

In questi giorni abbiamo registrato sull’argomento anche l’autorevole intervento dell’Arcivescovo di Salerno Monsignor Pierro il quale con un suo editoriale su “Agire” (settimanale della curia) ha indicato la strada della “riconciliazione”.

Egli riflette che “...De Luca, ha bisogno del sostegno non solo politico ma anche concreto del governo centrale, della regione e della provincia...” e che "...dopo il trionfo elettorale, non può pensare di governare il Comune capoluogo in rottura plateale con le istituzioni democratiche operanti sul territorio...”.

Sulla questione ho posto già alla vostra attenzione una mia semplice riflessione nel corso della campagna elettorale, sul fatto che lo stesso Compagno Presidente Antonio Bassolino e tutti i sostenitori del candidato Andria, proponevano come “consiglio” quello di non votare per Enzo De Luca pena il rischio dell’isolamento della nostra comunità dalle altre istituzioni democratiche regionali, provinciali e nazionali,ora devoaggiungere anche ecclesiastiche visto il tono dell’editoriale dell’Arcivescovo di Salerno.

Bene, dopo i “buoni consigli laici” c’è il rischio di ricevere addirittura una “scomunica”?

Qualche anno fa molti “intellettuali” si sarebbero adirati molto, avrebbero gridato contro le ingerenze ecclesiastiche nella vita politica di una comunità e quant’altro.

Oggi non ci resta che chiederci come possiamo risolvere il rischio dell’isolamento e delle scomunica?

A questo punto mi piace citare un vecchio proverbio arabo, anche per essere un po’ “interculturali”: “SE VIVI SU UN ISOLA FATTI AMICO IL MARE”.

Ecco potrebbe essere questa la soluzione; la terza via ?

Cosa rappresenta il "mare" oggi, se non l’esigenza di ricostruisce una “conciliazione”, non con le pressioni delle rappresentanze “istituzionali e democratiche”, ma attraverso il sentire della società “incivile e villana” (come ancora viene definita oggi), quella società che ha eletto sindaco Enzo De Luca, la quale in maniera chiara ha espresso anche un voto per “ricostruire” a Salerno un vero è proprio laboratorio politico con la “ricostruzione” di “nuovi luoghi di confronto” democratici?

Non prendere atto anche di questo non vi sembra che sia un errore ?

Prendere atto che i partiti, per i quali l’Arcivescovo Pierro chiede un’apertura, hanno fallito il loro ruolo, non significa annullare il loro ruolo, anzi è proprio il contrario.

Significa solo, rappresentare loro che sono mancati gli spazi di democrazia che vanno "ricostruiti" tutti, se non si tiene conto di questo si ripropone il vecchio e oggi la nostra comunità ha bisogno per riconciliarsi di ricostruire la democrazia ma quella vera.

Ecco credo che la strada da percorre per una “riconciliazione” vera deve essere proprio questa "farsi amico il mare" metafora per recuperare ed aprire il Comune di Salerno al "mare" della società “incivile” ed a tutti quei “villani” che hanno votato Enzo De Luca a Sindaco, attraverso l’insediamento di Consulte Sociali che coinvolgano tutti i soggetti sociali: associazioni, istituzioni, rappresentanze politiche, la cittadinanza attiva, ecc. per confrontarsi sui problemi da risolvere, senza chiedere solo posti in giunta (anche perchè costano).

La vera “riconciliazione” passa attraverso la ricostruzione dei luoghi di confronto democratici, oggi occupati in Campania con la logica del regime, la vera "riconciliazione" passa dopo aver compreso che il voto ad Enzo De Luca è stato anche un voto contro tutte le ingerenze e contro tutte le false democrazie.

Con questo obbiettivo insediamo subito “LA CONSULTA DELLA SALUTE” a fronte anche della gravissima situazione che si registra in Campania in questo delicato settore che rischia questo si di isolarci a livello nazionale.


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