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Statale 11 Editrice: una nuova via di cultura letteraria

Puoi farti tentare da masturbazioni cerebrali a 21”, tra baruffe da pollaio preconfezionate o 100 giorni d’esilio volontario. O puoi aprire un libro e tuffarti dentro una vita raccontata.

di Piero Buscemi - mercoledì 8 febbraio 2006 - 9202 letture

Parlare di letteratura, oggi, va ben oltre ad una legittima considerazione masochistica. Nonostante le invenzioni letterarie e qualche caso eclatante, preparato a tavolino e con l’ausilio di una campagna pubblicitaria che esalta il personaggio-scrittore dai prodotti più o meno discutibili, in Italia non si legge.

Una recente indagine condotta dalla rivista letteraria Prospektiva, che si è rivolta a più di mille ragazze e ragazzi tra i 12 e i 18 anni, ha evidenziato risultati scoraggianti per gli addetti ai lavori del settore editoriale. E’ emerso che, solo il 25% degli intervistati legge con una certa regolarità, ma il 21% si ritrova con un libro in mano, solo per dovere scolastico.

Se a questi dati, si aggiunge il fatto che le stesse biblioteche hanno visto col tempo, scemare fatalmente il numero di frequentatori e i risultati dei sondaggi rivolti anche agli adulti, non hanno dato responsi incoraggianti, affacciarsi al panorama letterario italiano è impresa davvero ardua. Per comprendere meglio il fenomeno, abbiamo intervistato Paolo Gidoni, responsabile di una nuova casa editrice, Statale 11 che, con coraggio e passione, sta tentando di rilanciare l’interesse verso la lettura, una delle massime espressioni d’arte dell’uomo.

Girodivite: In un panorama letterario come quello italiano, dove in una indagine di qualche anno fa, più del 50% degli italiani ha giudicato "leggere" un’attività noiosa, e solo il 43% dichiarò di aver letto almeno un libro nell’ultimo anno, fare l’editore sembra quasi da masochista. Perchè hai scelto questa difficile strada?

Gidoni: Qualche volta me lo domando anch’io. Però non sono mai riuscito a negarmi alle mie passioni e realizzare, "costruire", fare è sempre stato un aspetto fondamentale della mia personalità.Un po’ meno apparire. Inevitabile che mi cimentassi in quella che da sempre è stata la mia passione, il libro è sempre stato presente nella mia vita, anche lavorativa, dalla parte dell’addetto ai lavori, di quello che non si vede e non si sente ma guai non ci fosse... Sì, probabilmente è masochismo.

Girodivite: La mancanza di una domanda consistente del prodotto "libro", il costo di realizzo e la sua pubblicità hanno fatto lievitare il prezzo di copertina. Pensi che questo incida in maniera determinante sulle vendite dei libri in Italia?

Gidoni: Non credo. I problemi sono altri. Bisogna ripensare al mercato invece e a dire il vero qualcuno lo sta già facendo, cercando di arrivare a chi legge più che alla massa da strennenatalizie. Il nostrro pubblico il libro lo compera anche il 27 dicembre.

Girodivite: Se guardiamo poi, al percorso pieno di insidie che un aspirante scrittore deve affrontare per coronare il sogno di pubblicare, ci troviamo di fronte a case editrici che offrono contratti a pagamento con cifre di diverse migliaia di euro, tipografie nascoste dall’attributo "editrice" nella propria ragione sociale e in modo particolare, la via della recensione e distribuzione quasi sempre intasata dai grossi nomi dell’editoria. Come si muove Statale11 in questo monopolio culturale nelle mani di pochi?

Gidoni: Con fatica ed intelligenza. Non possiamo percorrere la strada che già così spesso abbiamo visto portare al fallimento (magari anche solo d’intenti) in tanti, troppi esempi. Guardiamo a modelli (imprenditoriali oltre che editoriali) di matrice anglosassone. Questo non per esterofilia, semplicemente perché abbiamo davanti agli occhi che il nostro metodo nazionale non funziona e forse è il caso di provare strade diverse. La nuova tecnologia aiuta fino ad un certo punto in questo senso. Nella realtà è l’approccio stesso al pubblico che va ripensato.

Girodivite: Un genere che sembra non soffrire crisi particolari è il giallo. E poi ci sono i comici che scrivono. Cosa pensi di questa nuova moda del personaggio-scrittore?

Gidoni: Molto male. Non escludo l’eclettismo in taluni personaggi, dico però che probabilmente se non fossero già noti quello che scrivono passerebbe abbastanza inosservato. Sul giallo ci stiamo impegnando molto. Per passione a dire il vero. Stiamo cercando di proporre però un target nostro, diverso da quello che si trova ora abitualmente nelle librerie, cercando storie molto italiane, vedi "Effetto Venezia" di Lenzi, ambientato a Livorno, Nicnotte di Beni, tra Venezia e Bologna, e "Il verde e l’acciaio" di Emanuela Capovilla (sta per uscire) ambientato nella zona del Brenta padovano, quella della mala per capirsi. Stanno riscuotendo ottimi riscontri devo dire, beh... come tutto quello che abbiamo pubblicato finora a dire il vero; Lenzi è stato addirittura paragonato a Simenon e a Mc bain (il che non ci può che inorgoglire, anche perché ci conferma che il romanzo è intriso proprio della profonda umanità che volevamo avesse).

Girodivite: Gli addetti ai lavori dell’editoria sostengono che neanche Internet riuscirà mai a far morire il libro stampato. Sei anche tu così ottimista?

Gidoni: Più che ottimismo è realismo. Mai provato a portarti un pc a letto? Il libro stampato su carta se sarà sostituito ( e questo prima o poi capiterà) lo sarà da strumenti di pari dignità, praticità, definizione. Internet non fa parte di questi. Grandioso mezzo sicuramente, nulla da dire in tal senso, ma solo un mezzo appunto. Il libro è un’altra cosa...

Girodivite: Se oltrepassiamo i confini, i dati statistici ci informano che le percentuali dei lettori tedeschi ed inglesi, per citarne un paio, danno sufficienti sicurezze di realizzo anche per le piccole case editrici. Questa smania di lettura oltre confine, è solo una questione culturale?

Gidoni: Ahimé credo di sì. La lettura come enterteinement. Qui si va a Tv.

Girodivite: Nella tua, seppur breve, esperienza nel mondo dell’editoria, ti è capitato di avere tra le mani un manoscritto che hai giudicato degno di nota, ma hai rinunciato alla pubblicazione per i contenuti troppo "rischiosi" del testo?

Gidoni: Sinceramente no. O almeno non abbiamo ancora esaminato qualcosa che dal nostro punto di vista potesse essere definito "rischioso".

Girodivite: Parlaci di Statale11: delle sue iniziative, delle sue promozioni, dei suoi obbiettivi.

Gidoni: Sarà un 2006 pieno di novità. Dal nuovo sito all’iniziativa bookstore 11 a tutta una serie di iniziative, la ridefinizione di alcune collane in chiave innovativa (vedi la linea del tempo, inaugurata alla grande da Garbarini col suo "Il cuore con un’anima", con la prima tiratura esaurita in poco più di una settimana. Però non anticipiamo nulla. On line ci sarà a breve abbastanza per permettere di saperne di più, a chi ne ha voglia.

Statale 11 editrice è nata ufficialmente nel novembre del 2004, con l’intento preciso di pubblicare libri di pregevole valore artistico di giovani autori italiani e stranieri. Sei mesi dopo - con una non celata emozione - in una calda serata di maggio abbiamo presentato al pubblico il primo libro del nostro catalogo. Un thriller che ha inaugurato le nostre pubblicazioni e una delle collane di punta della casa editrice: Avant Garden, dedicata alla letteratura di genere noir e thriller con aperture verso l’avant pop e la sperimentazione. Nel giro di poche settimane, da inizio giugno a metà luglio 2005, due nuove pubblicazioni facevano da apripista ad altrettante nuove collane: una dedicata alla letteratura giovanile (Gli Spostati, un nome che gioca con il titolo di un vecchio film di John Houston del 1961 e sintetizza al meglio i sogni e le aspirazioni dell’attuale generazione di 20-30enni) e una dedicata alla saggistica (Terza Pagina). Una linea editoriale a metà strada tra una scelta programmatica generalista e una specialistica che si è dimostrata subito vincente; quella di dare ad ogni collana una connotazione ben precisa, lasciando che diventi un progetto a sé stante, che segua una direzione propria. Fondamenta di queste prime pubblicazioni (e di quelle che seguiranno) un grandissimo lavoro di pre-produzione dell’oggetto libro, che inizia con un profondo lavoro di editing - coinvolgendo passo passo l’autore in una dettagliata revisione del manoscritto in sinergia con un editor professionista - e trova la sua naturale conclusione nella scelta accurata di una grafica di copertina in costante futuro miglioramento e in grado di attirare l’attenzione anche dei lettori meno attenti. Ricalcando il modello anglosassone e grazie alla collaborazione di valide agenzie letterarie e di comunicazione, contenuto e immagine sono diventate delle colonne portanti di un progetto forse presuntuoso ma innegabilmente innovativo. A un anno dalla nascita del nostro progetto e grazie al contributo di Armando Garbarini nel dicembre del 20005 ha debuttato La Linea del Tempo: nuova collana che a sua volta punta sull’innovazione diventando commistione tra parola e immagine, tra prosa e poesia. Grazie a un premio letterario, infine, nei prossimi mesi vedrà la luce Liasons, progetto dedicato alla letteratura al femminile e all’erotismo più raffinato.


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