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Stanno riscrivendo la Costituzione

Il ddl Sicurezza riflette la natura liberticida e autoritaria del governo Meloni. - Un articolo di Marco Pacciotti (StrisciaRossa).

di Redazione - domenica 22 settembre 2024 - 384 letture

Il ddl Sicurezza approvato in prima lettura alla Camera dei Deputati è un mix pericoloso di proposte propagandistiche e liberticide, un libero sfogo alle peggiori pulsioni di una destra vendicativa verso i deboli e ottusamente ideologica, nostalgica di periodi storici che non vorremmo mai veder tornare.

Per capire meglio di cosa stiamo parlando potrebbe essere utile ragionare su alcuni possibili effetti qualora fosse approvato in via definitiva. Avremmo in primis una ventina fra nuovi reati, inasprimenti di pene e aggravanti che concorrerebbero a limitare per alcuni aspetti la libertà di manifestare.

Viene alla mente quando lo scorso febbraio alcuni studenti liceali provarono a manifestare pacificamente (volti scoperti, niente caschi né bastoni) per le strade di Pisa e Firenze. La reazione delle forze dell’ordine fu brutale, le immagini dei ragazzi caricati, buttati a terra e manganellati fecero giustamente scalpore e provocarono grande indignazione. Fortunatamente però i ragazzi in quel caso almeno non subirono conseguenze legali significative. Se invece fosse approvato questo ddl Sicurezza, una analoga pacifica manifestazione potrebbe portare a conseguenze ben più pesanti.

Le norme “anti-Gandhi”

In questo disegno di legge si prevedono infatti provvedimenti penalmente rilevanti, ad esempio nel caso si blocchi una strada con un sit-in e qualora gli studenti si gettino a terra (resistenza passiva) per non essere portati via, magari reagendo verbalmente al funzionario che li strattona, quei ragazzi sarebbero perseguibili con pene pecuniarie e detentive anche di diversi mesi. Oltre a questa norma, forse la più eclatante fra quelle che tendono a intimidire e a comprimere il dissenso, se ne aggiungono alcune altre altrettanto ingiustificabili, al punto da essere state ribattezzate “anti-Ghandi” per il loro carattere repressivo verso modalità di resistenza nonviolenta.

Resistenza passiva che non viene tollerata né in strada, né nelle carceri e perfino nei CPR (Centri di permanenza per il rimpatrio). Si prevedono infatti pene detentive da 1 a 5 anni anche per i migranti “trattenuti” nei CPR nel caso manifestino anche se in modo pacifico, contravvenendo agli ordini delle autorità e resistendo ad esse passivamente. Chi ha avuto la sfortuna di visitare una di queste strutture è a conoscenza del fatto che alcuni trattenimenti siano arbitrari e che la permanenza avviene spesso in condizioni disumanizzanti, motivi che in passato hanno causato forme di protesta da parte dei migranti, anche con il rifiuto di mangiare e bere o con atti di autolesionismo.

Forme estreme di protesta passiva, che dovrebbero indurre a una riflessione seria su quanto accade in questi luoghi e portare al loro superamento. Si preferisce invece ignorare questo malessere, che riguarda anche le carceri in generale, e prevedere che anche simili modalità di protesta nonviolenta possano determinare un aggravio di pena e nel caso specifico dei migranti trattenuti in un CPR arrivare a una condanna penale significativa per durata e al carcere.

Merita una citazione anche la proposta, tanto grottesca quanto inapplicabile, che prevede il divieto di vendita di SIM telefoniche agli immigrati non comunitari irregolari, con sanzioni pesanti verso l’operatore che non verifica lo status di regolarità del potenziale acquirente. Non so se l’ideatore di una simile norma intendesse per non comunitario anche un cittadino svizzero, canadese o inglese in vacanza in Italia che giri senza avere con sé il passaporto.

Trovo inoltre “difficile” immaginare che un rivenditore possa procedere all’accertamento dei giusti requisiti legali dal proprio esercizio commerciale. Verrebbe da ridere, ma invece bisognerebbe piangere perché la evidente ottusità di una simile proposta lascia trapelare il razzismo di fondo che anima certe proposte.

Riscrivere la Costituzione

Considero addirittura crudele la proposta che cancellerebbe il differimento obbligatorio del carcere per detenute incinte o madri di figli fino a un anno. Ci troviamo davanti a un coacervo di proposte liberticide e vendicative, molte delle quali credo abbiano un profilo di incostituzionalità e che difficilmente potranno essere applicate nella realtà ma che denunciano una cultura politica pericolosa, da contrastare con una capillare mobilitazione di tutte le forze democratiche, al di là delle modifiche che il Senato potrà apportare.

Questo disegno di legge infatti rispecchia una cultura reazionaria che vuole riscrivere de facto la Costituzione e quei principi che sanciscono che lo Stato agisca per la sicurezza dei cittadini a tutela dei loro diritti e non contro di essi.


L’articolo di Marco Pacciotti è stato diffuso il 21 settembre 2024 da StrisciaRossa.



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