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Spagna, la scure dei tagli sulla scuola

Un articolo tratto da www.eilmensile.it

di Redazione - giovedì 12 aprile 2012 - 3470 letture

La scure dell’austerity si abbatte sulla scuola spagnola. Gli ulteriori tagli da 3 miliardi di euro all’istruzione, annunciati lunedì da Mariano Rajoy, si aggiungono ai 3 miliardi e 400mila euro degli ultimi due anni e aprono il dibattito tra governo e regioni su come reperire tali risorse.

Andranno a colpire il personale delle scuole e in particolare il corpo docente. Secondo alcune indiscrezioni raccolte dal quotidiano spagnolo El Pais, sul tavolo delle trattative tra governo e comunità ci sarebbe la proposta di aumentare il numero degli alunni per classe e le ore di insegnamento di ogni docente. Il massimo attuale delle ore è di 27 per le scuole primarie e di 33 per le secondarie. Con classi più piene e docenti che insegnano più ore, si può fare a meno degli insegnanti.

Il sindacato Ugt prevede che se le comunità decideranno di incrementare il monte ore, ci saranno almeno 23 mila licenziamenti, ovvero circa il cinque per cento dell’intero staff didattico. Un altro settore da sottoporre a cura dimagrante è quello dell’Università: alzare la retta per gli immatricolati e ridurre il numero di facoltà, eliminando quelle che hanno pochi iscritti.

A fronte di tagli che assommano a 6,4 miliardi di euro, il 12 percento in meno rispetto al bilancio per l’Istruzione per il 2010, gli alunni sono aumentati del 6,6 percento: nei ‘colegios’ e istituti spagnoli ci sono 320mila studenti in più rispetto a due anni fa. Nelle università 200mila. Così, la spesa pro-capite che collocava la Spagna in vetta alla media dell’Ocse per investimenti, sta drasticamente calando. Dei 6,4 miliardi, il 25 percento include una contrazione della spesa per ciascun alunno nei collegi e negli istituti superiori, a discapito della qualità dell’insegnamento.

I tagli giungono in un momento di abbandono scolastico molto basso, il più basso in assoluto: 26,3 percento nel 2011, contro il 31,2 del 2009. Secondo i dati dell’Ocse, elaborati attraverso il rapporto di valutazione degli studenti Pisa, è più efficace pagare meglio i docenti che ridurre il numero degli alunni per docente, a tutto vantaggio delle politiche governative.

La Spagna ha come media 21,1 alunni per classe (21,4 la media Ocse) nelle primarie, mentre nelle secondarie la media sale al 24,3 contro il 23,7 Ocse. Nella primaria, solo due Paesi europei hanno docenti con più ore di insegnamento, la Germania e Malta, con 26 ore invece delle 25 spagnole.

Il bilancio 2012 non avrà conseguenze solo sulla scuola. L’allarme è stato lanciato ieri dagli esperti della Confederazione delle società scientifiche spagnole (Cosce), che hanno analizzato l’impatto che i tagli avranno nel campo della ricerca scientifica: mai così in basso dal 1986, ovvero da quando venne inaugurata la Legge per la scienza.


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