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“Smantellamento” di un traffico di reni nei pressi di Nuova Delhi

La casa aveva una specialità soltanto: i trapianti di reni. Organi prelevati con o senza il loro consenso a poveri operai che lavoravano alla giornata, per essere poi trapiantati su pazienti ricchi, generalmente venuti dall’estero. Un affare tanto abietto quanto remunerativo e presentato come il più grande traffico di organi mai smantellato in India, che coinvolge decine di medici.

di Thierry Abdon AVI - martedì 19 febbraio 2008 - 4686 letture

Si tratta di una casa di benestanti, situata in una zona residenziale di Gurgaon, città nuova del gran sobborgo di Nuova Delhi, la capitale indiana. All’esterno un pannello segnala che è la residenza di un avvocato, ma dentro la polizia ha scoperto la settimana scorsa che si trattava in realtà di un mini-ospedale clandestino, con una sala operatoria d’ottimo livello e molte camere equipaggiate d’apparecchiature mediche.

La casa aveva una specialità soltanto: i trapianti di reni. Organi prelevati con o senza il loro consenso a poveri operai che lavoravano alla giornata, per essere poi trapiantati su pazienti ricchi, generalmente venuti dall’estero. Un affare tanto abietto quanto remunerativo e presentato come il più imponente traffico d’organi mai smantellato in India, che coinvolge decine di medici. "Sospettiamo che 400 - 500 trapianti siano stati effettuati da questo gruppo di medici nel corso degli ultimi nove anni", ha dichiarato all’Hindustan Times il Capo della Polizia di Gurgaon, Mohinder Lal.

Le vittime del traffico erano in maggior parte emigranti provenienti dalle regioni più diseredate del paese e venuti in città in cerca di un’occupazione. Un gruppo di malviventi, pagati alla scopo, era incaricato di attirarli negli artigli della “rete”, così ben organizzata che disponeva anche d’automobili attrezzate per fare dei test di sangue durante il trasporto. Nel migliore dei casi, i donatori ricevevano circa 900 euro per il loro organo. Coloro che protestavano si ritrovavano immediatamente con un revolver alla tempia. Alloggiati in “guesthouses” di lusso fino a quando i medici non trovavano un donatore, i clienti pagavano tra 25.000 e 40.000 euro per il trapianto.

Ma più scandaloso è che questo traffico era controllato da un uomo già fermato varie volte per gli stessi reati. Controllando le sue numerose proprietà, i poliziotti, infatti, si sono resi conto che Amit Kumar era, di fatto, Santosh Raut, stabilitosi per la prima volta a Bombay nel 1993, per trapianti illegali di reni. Ma Raut, che non è neppure medico, era riuscito a far perdere le proprie tracce dopo essere stato liberato sotto cauzione. Era stato intercettato almeno una volta, nel 2000, e la sua casa fu anche perquisita. Il fatto più sorprendente è che il “ciarlatano” era stato oggetto di un controllo fiscale alcuni mesi fa, senza destare il minimo sospetto, fino a che la polizia è stata informata da una vittima, recentemente. Troppo tardi, poiché Amit Kumar è irreperibile, probabilmente si è rifugiato in Canada, dove effettuava soggiorni regolari, principalmente per trovare nuovi clienti.

Ad eccezione di alcuni autisti ed altre persone di ruolo minore, la polizia è per il momento riuscita ad interpellare un solo medico, vero quest’ultimo. Secondo gli inquirenti i clienti in cerca di trapianto venivano in gran parte dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra, dal Canada, dall’Arabia Saudita e dalla Grecia. Almeno cinque cittadini greci ed americani sono stati trovati nella struttura e nella guesthouse ad essa associata. Il commissario Mohinder Lal afferma d’altra parte che “ Grandi neurologi con una clientela composta di stranieri o da ricchi indiani dovevano probabilmente garantire, dietro pagamento, un flusso regolare di pazienti." L’Interpool è stata messa in allarme.

In Europa, già nel 1993, in Polonia ed in Ungheria, malviventi avevano creato agenzie che proponevano organi umani ad ospedali della Germania e della Svizzera. In America latina, proposte di vendita di reni sono state addirittura pubblicate nei quotidiani. In molti altri Paesi del terzo mondo, prosperano uffici di vendita di organi. Ci sono intermediari che percepiscono commissioni enormi e quindi vanno in cerca di donatori nei villaggi. Si tratta per la maggior parte di poveri contadini oppure di bambini costretti a vendere un rene o un occhio per permettere alle loro famiglie di sopravvivere quando non sono stati semplicemente rapiti. La Cina non sfugge al fenomeno, con una sola differenza: lì, sono le migliaia di condannati a morte che alimentano quest’odioso business.

La vendita di organi è un problema che come la clonazione non dovrebbe esistere. Infatti, abbiamo tutti il diritto di disporre del proprio corpo. Ogni persona o gruppo di persone che avessero la pretesa di controllare il nostro corpo in qualsiasi campo o settore di attività, non richiederebbe nient’altro che il ritorno alla schiavitù.


- Ci sono 4 contributi al forum. - Policy sui Forum -
“Smantellamento” di un traffico di reni nei pressi di Nuova Delhi
23 febbraio 2008

I reni erano degli indiani, gli acquirenti presumibilmente erano europei (magari italiani).

Diciamole chiaramente queste cose onde evitare confusione. Che si sappia chi sono le merde.

L’Italia vuole bloccare l’importazione di prodotti dalla Cina, certi italiani invece contribuiscono ad incrementare l’importazione di organi (magari proprio dei cinesi, tanto loro sono tanti).

Da bambino ricordo che ricevetti un "organetto" importato dalla Cina, oggi sarei stato multato dalla Guardia di Finanza come pericoloso criminale.

N.B.: Per organetto dalle mie parti si intendeva l’armonica a bocca. Doverosa precisazione perchè oggi come oggi si può finire in carcere anche per un semplice qui pro quo.

“Smantellamento” di un traffico di reni nei pressi di Nuova Delhi
23 febbraio 2008

Perchè non la finiamo con le ipocrisie? Agli italiani di ciò che succede all’estero non frega un emerito fico secco, salvo poi lamentarsi per via di una crisi che nasce fuori dai nostri confini e che ha inevitabilmente ripecussioni interne.

Siamo degli ALIENATI!

“Smantellamento” di un traffico di reni nei pressi di Nuova Delhi
23 febbraio 2008

Una cosa è prendere i reni ad un morto, altro è prenderli ad un vivo (in questo caso dovrei usare il singolare).

Si tratta di diversi reati e diverso è il loro disvalore. Una precisazione sui fatti mi parrebbe opportuna. Giusto per non fare la solita confusione italiota.

“Smantellamento” di un traffico di reni nei pressi di Nuova Delhi
23 febbraio 2008

Se a me indiano moribondo di Nuova Delhi proponessero sul letto di morte di dare i miei reni in cambio di soldi con cui potere garantire per qualche tempo il pane ai bambini che lascio in vita direi certamente di si.
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