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Sinistra, non pervenuta

Continua la via crucis della sinistra italiana

di Emanuele G. - venerdì 29 novembre 2024 - 209 letture

Forse a sinistra non ci si sta accorgendo che non si sta facendo politica, bensì dichiarazioni più o meno disassate. La politica esigerebbe dalla Sinistra un atteggiamento più serio che non ha. Punto e basta. Si cincischia in un giochetto che porta turbamento a chi è di sinistra. La sinistra c’è? Allora si svegli e inizi a fare politica sul serio.

La situazione del paese è drammatica. Indicatori privati e la nuova legge finanziaria non disegnano un avvenire roseo per il nostro paese. Abbiamo l’eterno problema del Sud. I giovani che se ne vanno. I servizi pubblici quasi al tracollo. L’Istruzione relegata nel fondo della scala. E cosa fa la sinistra? Nulla, a parte balbettare. La reazione della sinistra non è politica, ma di pancia. Perciò inutile e dannosa.

Edmondo Berselli aveva scritto anni orsono un saggio profetico "I Sinistrati". Orbene la sinistra è ben più sinistrata nel paese. Non c’è. Altro non si può dire. Il territorio che era una capisaldi della sinistra d’antan è evaporata e credono, stoltamente, che il nuovo territorio siano i social. Stupidi e cretini.

Già il territorio. Bisogna ripartire da lì per ritornare a fare politica. Ma dov’è la sinistra? Oramai le sezioni sono un ricordo di un bel passato. Come si può intercettare e interloquire con la gente e i suoi problemi se la sezione - come strumento politico - non esiste più?

Poi, vorrei capire meglio come si forma la classe dirigente della sinistra. Ogni tanto si fanno sporadiche scuole "estive" di formazione, ma poi nulla. Questa classe politica sempre espressione - come avrebbe detto Scalise - di cacicchi che si comprano un partito a livello locale e iniziano un lavoro teso ad avere una visibilità politica all’insegna del "do ut des". Mentre il problemi del territorio sono appena appena accennati.

La gente si riorienta al votare occupandosi dei suoi problemi reali. Bisogna sporcarsi le mani. Andare nelle periferie abbandonate, entrando in contatto con il disagio sociale, contattare le famiglie che non arrivano alla fine del mese, sviluppando una politica per i giovani - i grandi perdenti - , le persone anziani e chi soffre. Bisogna sporcarsi le mani e non "parlare".

Finiamola con la stucchevole telenovela del campo largo. Qui bisogna far politica perché non si può far altrimenti e c’è il bene del paese da tutelare. Smuovetevi "sinistrati".


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