Silvana Grasso "Il cuore a destra" Biblioteca civica Lentini - 4 Marzo 2016
Sabato 4 Marzo alle ore 17.30 - Biblioteca Civica di Lentini Via Aspromonte, 5, 96016 Lentini
"Il cuore a destra" di Silvana Grasso
A Spinasanta le anziane gemelle Corallo portano avanti una bottega di zoccoli, conducendo una vita arida e priva di altri interessi. Alla loro morte la nipote Billonia, "lèna come la mostarda quando non quàgghia" e zitella come loro, decide di disfarsene e di convertire l’attività in un’altra più confacente al suo talento imprenditoriale. Il basso maleodorante si trasforma così in una processione di braccianti e lavandaie che chiedono l’intercessione dei santi per i più disparati disturbi di salute.
Anche il prete del paese, don Calò, si rivolge a Billonia e al potere taumaturgico dei suoi santini, ottenendo la sperata guarigione. Un giorno però la gretta e ordinata vita di Billonia viene turbata dall’apparizione di una straniera, Marìdda, che lentamente si insinua nella sua vita e nella sua attività sino a diventarne compagna inseparabile...
- Il cuore a destra
In una intervista Silvana Grasso si presenta così:
Sono nata sulla pancia di un vulcano, direi anzi che l’Etna mi ha eruttato, si è liberato di me con un boato.
La frase “espulsa dall’Etna con un boato” ci offre l’immagine di una Silvana Grasso che si presenta come l’anti-Empedocle, oppure come un Empedocle reincarnato dopo tanti secoli in femminili sembianze. Questo riferimento dà subito l’idea del profondo intreccio che c’è nella sua scrittura tra un fondo originario siciliano, popolare e dialettale, e la traccia viva ed invadente della cultura classica. Ed è un caso eccezionale che una scrittrice così immersa nel presente sia così sostanziata di grecità, di cultura antica. Nell’evocare l’espressionismo linguistico tipico di scrittori siciliani come Consolo, Silvana Grasso, alterna forme colte e ipercolte a forme che emergono dal basso: e lo fa con assoluta individualità, amplificando il dato della visceralità, l’attenzione al rapporto della parola con la biologia. Il suo realismo linguistico accentuato dall’uso del dialetto non mira tanto a dare evidenza alla realtà esterna, agli aspetti esteriori e visivi del mondo, ma si rivolge in primo luogo a trarre alla luce la dimensione biologica; è la più diretta e interna corporeità ad esprimersi attraverso il suo linguaggio
( tratto da un intervento di Giulio Ferroni su: "Lo Specchio di Carta"-Osservatorio sul romanzo contemporaneo italiano )
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