Sicilia ribellati
Forti della storica esperienza dei Fasci Siciliani è venuta l’ora che i siciliani si ribellino sul serio
Quanto siete diventanti indifferenti e mosci Siciliani. Eppure voi eravate stati protagonisti della più leggendaria rivolta della storia italiana. Mi riferisco ai Fasci Siciliani che incendiarono la nostra Sicilia nel 1893 / 1894. Invece ora il nulla. E’ venuto il momento di far capire a tutti che la nostra amata Sicilia si deve ribellare in maniera profonda e forte.
Vogliamo fare un elenco che da sostanza a questo dovere di ribellione?
La disoccupazione è ai massimi e che futuro diamo ai nostri giovani? Nessuno. Preferiamo che emigrino e che li togliamo dalle scatole. Eppure quei giovani potrebbero essere l’oro per la nostra povere isola. Avrebbero quell’entusiamo per risollevarci dal disastro in cui stiamo anaspando.
Abbiamo qui l’eterno sogno clientelare del ponte di Messina. Fu il ministro Stefano Jacini, nel 1866, a incaricare un ingegnere sardo, Alfredo Cottrau di predisposse un progetto di attraversamento dello stretto. Quindi è dal 1866 che se ne parla e con un crescendo populistico e demagogico inquietante.
Le strade in Sicilia spesso ci fanno ricordare le regie trazzere borboniche. Come si può assicurare lo sviluppo della Sicilia se in fatto di strade, ferrovie e portualità civile siamo all’anno zero?
Da tempo gli esperti avevano lanciato l’allarme sulla desertificazione dell’Isola e conseguente siccità. Cosa si è fatto nulla. Si sono costruiti degli invasi, ma mal gestiti e non messi in rete stanno causando il disastro che noi conosciamo. Pensate che il lago di Pergusa è oramai una pozzanghera. Città siciliane dove l’acqua arriva due volte al mese. Pozzi di campagna che stanno seccando. Siamo più Sahel che la verde Sicilia di un tempo.
La sanità è allo sfascio per una politica che da tempo vuole la sua privatizzazione per dare soldi ai soliti magnati privati della salute. Qui si lede un principio cardine della nostra Costituzione. La sanità deve essere pubblica e popolare. In questo quadro i meno abbienti che fine fanno? Le lunghissime liste di attesa. Macchinari vecchi ancora in uso mentre sono pronti quelli nuovi, ma non ci sono le figure per manovrarli. Edilizia scadente e pericolosa. Si è fatto un checking anti-sismico?
L’abbandono scolastico in Sicilia è un avvilente record nazionale. La scuola che dovrebbe diventare uno straordinario aggregatore sociale è di fatto ridotta a poca cosa. Eppure gli insegnanti cercano di fare del loro meglio per salvare la situazione, ma cosa possono fare se manca un vero interesse delle Istituzioni?
Gli argomenti per ribellarci sarebbero molti, anzi moltissimi. Ma è in generale la Sicilia, che è un malato molto grave, a trovarsi in una situazione pre-comatosa. Eppure noi abbiamo uno statuto che potrebbe assicurare benessere e buon vivere a noi, ma non è mai stato applicato sul serio. E’ stato utilizzato solo per interessi di chiese e chiesette varie.
Il tempo è oramai scaduto: RIBELLIAMOCI.
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