Sibilla d’amore con Liliana Paganini
L’amore. Quello che porta alla follia. Che non fa ragionare e offusca la mente. Sentimento antico e moderno, di ieri, di oggi. E’ l’amore il fil rouge dello spettacolo con Liliana Paganini Sibilla d’amore. Il 7 e l’8 maggio alla Fondazione Teatro Vittorio Emanuele di Noto
L’amore. Quello che porta alla follia. Che non fa ragionare e offusca la mente. Sentimento antico e moderno, di ieri, di oggi. E’ l’amore il fil rouge dello spettacolo con Liliana Paganini Sibilla d’amore. Il 7 e l’8 maggio alla Fondazione Teatro Vittorio Emanuele di Noto , ancora un monologo dopo quello – bellissimo – che ha aperto la stagione teatrale con Lella Costa Alice una meraviglia di paese.
Prodotto dal Teatro Biondo Stabile di Palermo e diretto da Pietro Cartiglio Sibilla d’amore racconta la dolorosa storia d’amore tra la poetessa Rina Faccio, in arte Sibilla Aleramo, e Dino Campana, diventato famoso per la sua unica raccolta di poesie “Canti orfici”.
Firenze, 1932. Interno di una casa. Sibilla Aleramo festeggia il suo compleanno. Da sola: “Parlo al moscato che mi ricorda la mia terra”. E a ritroso nel tempo racconta - a se stessa – la sua vita, i suoi amori, le sue delusioni, le sue amarezze. Racconta la complessità di una vita passata da un uomo all’altro. Pittori, poeti, scultori, uomini d’affari. Un valzer di nomi famosi: Papini, Prezzolini, Cecchi, Caldarelli, Quasimodo e altri ancora…
Ma lei dice: “Il mio unico vero amore” è stato Dino “morto da sei mesi e immortale... Il solo, il grande, il disastroso amore Dino”.
Di lui si era innamorata leggendo il suo unico libro di poesie Canti orfici. Poi si erano incontrati il 3 agosto 1916 a Barco.
Emerge l’eccesso di quell’amore, la gelosia del poeta e la sua follia. Le urla, il delirio - che poteva durare anche tutto il giorno e la notte seguente - caratterizzano sempre più questa relazione.
I sentimenti che derivano da quell’amore sono diversi, contrastanti. Violenza, vendetta, mentre “aspiravo all’amore…Dopo la passione, l’odio…”.
Lo spettacolo durato appena 50 minuti ha reso bene le varie sfumature e le fasi di una vita triste, forse sfortunata. Nella quale era forte la voglia di vivere, la sete di libertà.
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