Si è chiusa la COP27
La decisione finale della COP27 non è delle più soddisfacenti e appare molto generalista e per nulla ambiziosa.
Si è conclusa la notte del 20 novembre 2022 la COP 27, un percorso durato due settimane che ha visto anche negli ultimi giorni un ulteriore slittamento di un giorno e mezzo della chiusura dei negoziati.
La decisione finale della COP27 non è delle più soddisfacenti e appare molto generalista e per nulla ambiziosa. Si è raggiunto qualche risultato come su loss and damage. Per la prima volta nella storia, questi saranno coperti da un fondo che sarà operativo tra due anni e sosterrà più di 150 soggetti che fino ad ora sono già stati pesantemente colpiti dal cambiamento climatico. Qualche risultato c’è anche nell’agricoltura, dove è stato lanciato il programma quinquennale Sharm el-Sheikh joint work per l’implementazione dell’azione climatica in agricoltura e sicurezza alimentare.
Da notare anche l’attenzione alla partecipazione e al coinvolgimento degli attori non statali con un forte riferimento ai giovani e al lavoro dello Youth Envoy – Omnia el Omrani all’interno del testo finale dei negoziati.
Su adattamento e finanza i risultati non centrano ancora gli obiettivi, anche se sono state gettate delle basi. Il Climate Pledge di 100 miliardi di dollari all’anno non è stato ancora raggiunto. Dopo Glasgow, anche questa COP è da ritenersi transitoria e difficile per diverse condizioni concorrenti. Gli elementi di negoziazione in questa fase non erano banali e hanno richiesto discussioni su dettagli tecnici che ovviamente possono portare a forti ritardi.
Come Osservatorio Parigi abbiamo proposto un’analisi più approfondita del testo della decisione finale nel nostro articolo: COP27 finisce in una delle mille e una notti dopo due giorni di traversata nel deserto
Pubblicato anche su Pressenza.
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