Shortbus, il nuovo film di John Cameron Mitchell. Il sesso come esplorazione di sè e degli altri

Parlare del sesso in maniera diretta e provocatoria, è sempre un’impresa rischiosa al cinema o in televisione. Il regista di Shortbus, film definito una sorta di Sex and the City in formato gigante, lo affronta alla stessa maniera...
Personaggi emblematici, quelli della difficile Nella New York post 11 settembre , animano l’ultimo film di John Cameron Mitchell, “Shortbus”. Tic metropolitani, relazioni sociali e sentimentali uniti insieme da un unico collante: il sesso come strumento di aggregazione sociale ed esplorazione di sé.
Shortbus, letteralmente autobus corto, quello destinato ai disabili, è un tipico locale newyorchese fuori dalla legge e dalle convenzioni. Ideato e gestito dal travestito Justin Bond (che interpreta se stesso) riunisce i protagonisti di questa commedia non priva di umorismo e di indagini antropologiche. Sofia è una sessuologia che non ha mai avuto un orgasmo e in tanti anni di matrimonio ha sempre finto durante i rapporti con suo marito. James e Jamie, una coppia di ragazzi gay, stanno cercando di allargare il loro rapporto dal punto di vista sessuale. Severin è una ragazza sola e complessata che si prostituisce nel ruolo di femmina dominatrice.
Le peripezie sentimentali ed erotiche di questi personaggi convergono negli incontri che si tengono allo Shortbus, tra musica, letteratura, arte e sesso di gruppo, il linguaggio che unisce è quello del sesso, che diventa parte integrante della vita quotidiana. Il sesso protagonista anche nella fotografia, nelle scene sadomaso, etero e omo, ma senza mai sfociare nel porno o nel volgare.
Parlare del sesso in maniera diretta e provocatoria, è sempre un’impresa rischiosa al cinema o in televisione. Già gli autori di Sex and the City hanno infranto un tabù e hanno portato il sesso nel quotidiano in maniera intelligente e graffiante. Il regista di Shortbus, film definito una sorta di Sex and the City in formato gigante, lo affronta alla stessa maniera, senza volgarità né falsi moralismi, in maniera corale e collettiva.
L’invito è quello di riconciliarsi con i piaceri del corpo e della mente, per attivare i movimenti del cuore, in una città come New York, dove tutto accade e può accadere, dove come dice uno dei protagonisti “l’11 settembre è l’unico avvenimento reale capitato a questa gente”.
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