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Sentenza legge 40 - un esempio di civilità

Grazie all’Associazione Hera l’Italia sta acquisendo finalmente standard europei in relazione ai diritti civili

di Emanuele G. - martedì 5 febbraio 2008 - 2704 letture

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Associazione Culturale Hera

In un paese come il nostro dove un certo clericalismo bigotto continua ad intervenire in modo pesante nella vità di tutti i giorni, la sentenza del Tar del Lazio in riferimento alla legge 40 diventa un buon viatico per costruire una società più responsabile e capace di tutelare i diritti civili.

In merito alla succitata sentenza riceviamo un Comunicato dell’Associazione Hera che mette ordine nell’intricata questione.

"La decisione del Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso di tre associazioni, ha annullato per eccesso di potere le linee guida della famigerata legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita è una straordinaria vittoria per i pazienti, ma è un grande risultato di civiltà per l’intero Paese".

Così il prof. Gregorio Calì, presidente dell’associazione Hera di Catania ha commentato a caldo la sentenza del Tar del Lazio che ha annullato le linee guida della legge 40. La sentenza del Tar del Lazio elimina infatti l’odioso divieto per le coppie portatrici di gravi malattie a trasmissione genetica di ricorrere alla diagnosi genetica preimpianto. Una scelta, non contenuta nella legge, ma imposta solo dalle linee guida, che oggi viene eliminata da questa sentenza.

"Va constatato purtroppo l’ennesimo fallimento della politica – ha detto il dott. Antonino Guglielmino, direttore dell’Unità di Medicina della Riproduzione e presidente della Fondazione Hera - Il Ministro Livia Turco dal mese di luglio tiene ferme infatti la modifica delle linee guida della legge. Un ritardo che non trova alcuna spiegazione, se non nella pesante opera di ingerenza che le gerarchie cattoliche operano costantemente sulla politica e sulle istituzioni italiane".

"Di fronte alla scelta di non scegliere – ha detto ancora Guglielmino - la risposta alle esigenze di migliaia di coppie che non vogliono mettere al mondo un figlio malato o sottoporsi al trauma dell’aborto, arriva dall’iniziativa dei pazienti e delle associazioni e dalle decisioni della magistratura che viene costretta, dall’insipienza della politica, a svolgere un vero e proprio ruolo di supplenza".

"Questo risultato – ha concluso il Presidente di Hera - deve spingere tutte le associazioni che tutelano i pazienti e che si battono per la libertà della ricerca scientifica a svolgere un’azione comune per arrivare ad una radicale modifica della legge. Lo scorso fine settimana alcune associazioni italiane, su nostra sollecitazione, si sono riunite ad Enna per lanciare una serie di iniziative per modificare questa legge assurda e crudele. Questo risultato in sede giudiziaria è importante e deve portare le associazioni al massimo di unità per sviluppare una forte iniziativa in tutto il Paese".

Catania 23 gennaio 2008

A completamento dell’informazione alleghiamo copia della sentenza del Tar del Lazio.

Associazione Culturale Hera


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