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Schizzi&Ghiribizzi. Nr. 28. ’’Ma cos’è questa crisi...’’, cantava Petrolini. Ma De Luca è del PD?

di Franco Novembrini - mercoledì 28 agosto 2019 - 1547 letture

’’MA COS’E’ QUESTA CRISI...’’ - ’’Ma cos’è questa crisi...’’, cantava Ettore Petrolini, negli anni trenta del Novecento. Cercava di esorcizzare la crisi irridendo, in maniera magistrale, il regime fascista imperante in Italia. Nella canzone si prospettavano anche alcuni rimedi, guidati dall’italico ingegno circa un’alimentazione meno sofisticata e più genuina. Insomma il contrario di quello che succede oggi, che ad ogni ora del giorno e della notte, sui giornali e in tv alcuni chef stellati, con prezzi stellari ti fanno pagare un uovo sodo come quelli di Fabergè. Tradotto in politica attuale: si predica di fermare il populismo dilagante e, quando un presidente del Consiglio, sfruttando la megalomania di un ministro di ogni cosa e ogni dove, lo fa, nel luogo deputato dalla Costituzione, ai beneficiari di tale presa di posizione non va bene che guidi un nuovo governo.

Dopo decine di anni in cui agli italiani, almeno quelli che pagano le tasse, veniva obiettato che bisognava fare sacrifici ’’perché ce lo chiede l’Europa’’, ora che ci chiede di confermare il presidente del Consiglio, una forza politica si inventa la discontinuità, qualsiasi cosa voglia dire o nascondere, mettendo al suo posto dei ferrivecchi della politica che, come la gramigna, continuano a rifiorire. Cosa ne direbbe Ettore Petrolini?

MA DE LUCA E’ DEL PD...? - Sì, De Luca e del PD al 100%, ed anzi ne incarna la vera sostanza, almeno al Sud. Ma come credono che un tale personaggio sia diventato il ’’re delle tessere’’ e dei voti? Non vengono ricordati i precedenti personaggi che hanno spadroneggiato a Napoli e in Campania. Farò un piccolo elenco, avvertendo che la loro appartenenza esula dai partiti rappresentati, ciò che hanno in comune sono i metodi: il ’’comandante’’ Achille Lauro, Silvio ed Antonio Gava, Cirino Pomicino, Ciro Cirillo e mi fermo qui. Come può l’erede di questi personaggi politici farsi ’’scippare’’ la possibilità di poter distribuire, lui e i suoi amici, più di 700 posti di navigator che tradotto in voti potrebbero garantire l’elezione, oltre che dei figli, anche dei nipoti? Non lo può fare, ne andrebbe di mezzo la pessima reputazione di cui gode.

Chi ha visto ’’Le mani sulla città’’ di Francesco Rosi, sceneggiato da Raffaele La Capria, e prodotto da Lionello Santi, capisce da che scuola politica vengono certi personaggi. Piccola nota: del grande regista Rosi siamo in molti estimatori, di La Capria, sceneggiatore e scrittore, ho letto alcuni libri nei quali con le sue critiche si attirò l’antipatia di un altro ’’re’’ della politica, Giorgio Napolitano, ed infine Santi, un produttore coraggioso che ha prodotto altri film di valore e che ho conosciuto all’Elba, in maniera molto aleatoria, s’intende.



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