Schizzi&Ghiribizzi. Nr. 23. Non sono nazista... Miracolo a Milano 2.
Molti di voi si saranno dimenticati il tormentone con il quale Francesco Paolantoni chiudeva le gags con Giobbe Covatta...
Molti di voi si saranno dimenticati il tormentone con il quale Francesco Paolantoni chiudeva le gags con Giobbe Covatta, affermando, cito a memoria: ’’Non sono io che sono razzista, sono gli altri ad essere napoletani...’’. Questa battuta è stata usata, con varie declinazioni, per ogni occasione, negando l’evidenza dei fatti. L’ultima di cui ho sentito parlare e letto nella dichiarazione ad un giornale locale, per la solita presa di distanza dalle proprie azioni, riguarda un cittadino di Vimercate, città brianzola con medaglia della Resistenza e luogo in cui furono fucilati alcuni dei massimi dirigenti fascisti in fuga verso la Svizzera, fra i quali Farinacci e Pavolini. Orbene il nostro coraggioso ’’non nazista’’ ha esposto il 25 Aprile la bandiera con la croce celtica dal balcone della sua abitazione, situata in una via dedicata ad un partigiano ucciso dai fascisti.
Devo dire a questo figuro, a sua maggiore ignominia, che ha ragione. Non è un nazista, semplicemente perché la bandiera esposta non è un simbolo del Terzo Reich, ma fu inventata dai fascisti francesi che divennero, come in Italia, servi dei tedeschi e che si macchiarono di orrendi delitti. Volendo dare una denominazione a questo individuo e alla sua crassa ignoranza riterrei più opportuno definirlo ’’un utile idiota con spiccate tendenze alla servitù’’.
MIRACOLO A MILANO 2... - Nel 1951, per la regìa di Vittorio De Sica e la sceneggiatura di Cesare Zavattini fu girato un magnifico film che tratta di un neonato, trovato sotto un cavolo e adottato da una vecchina, Lolotta, che lo chiama Totò e lo alleva con amore e dedizione. Alla sua morte il bambino viene sballottato da un orfanotrofio all’altro e alla fine si ritrova ad occupare, insieme a una nutrita compagnia di diseredati, un terreno da cui un riccone li vuole sfrattare per farne una speculazione edilizia. Il buon Totò, che intanto sta capeggiando i poveri, chiede l’intervento dell’angelo della signora Lolotta. L’angelo li soccorre e dopo varie peripezie, i poveri, cavalcando delle scope volano via da piazza del Duomo, verso il paese della Bontà. Bellissimo film e la scena del volo sarà ripresa dal regista di ’’ET’’ per quello dei bambini sulle bici. Ora, come fanno gli americani, non potremmo fare anche noi, il ’’Miracolo a Milano 2’’, non quello di mister B., ma come l’Odissea fa con l’Iliade. Questa potrebbe essere la trama: la scopa di Totò ha un guasto improvviso e dopo pochi chilometri il nostro eroe è costretto ad atterrare.
Vede un piccolo aeroporto, chiamato Bresso e fortunosamente prende terra. Sempre cercando una casa contatta alcune organizzazioni, chiamate partiti e dopo vari tentativi ne trova uno accogliente, che saputo delle sue difficoltà finanziarie-abitative gli consiglia di rivolgersi ad un santo, San Marino, che conosce una signora di nome Banca, la quale è disposta, viste le vicissitudini omeriche di Totò, a dargli le possibilità economiche di comprarsi, non una casetta, ma addirittura un condominio.
Il lieto fine sarebbe d’obbligo, ma i i pretenziosi giudici, non più buonisti, non sono d’accordo e fanno di tutto per rovinare una bella favola. So che molti di voi egoisti vorreste sapere l’indirizzo di San Marino e della signora Banca, notoriamente generosa con i bisognosi, ma vi giuro che non ce l’ho.
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