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Schizzi&Ghiribizzi. No. 1

Non contento di Q&P rubrica giunta alla maggiore età vorrei, presuntuosamente s’intende, crearne un’altra con il titolo di Schizzi&Ghiribizzi

di Franco Novembrini - martedì 27 novembre 2018 - 3729 letture

Non contento di Q&P rubrica giunta alla maggiore età vorrei, presuntuosamente s’intende, crearne un’altra con il titolo di Schizzi&Ghiribizzi con il proposito di evidenziare il carattere e le dichiarazioni della varia umanità che spesso ci governa. Il contributo dei lettori di Girodivite è sempre il benvenuto ed anzi, se qualcuno avesse qualcosa da comunicare in sintonia con il carattere della rubrica, se ne appropri pure e scriva ciò che vuole, firmando s’intende e rispettando il numero progressivo della rubrica.

Andiamo a cominciare.

BOSSI, MARONI E SALVINI - Quello che non viene messo molto in evidenza dalla stampa e dalla tv italiana, spesso prodiga di esploratori dei reconditi politico familiari di molti partiti non graditi, diciamo così, ai ’’padroni del vapore’’ Italia. I tre in questione hanno un robusto fil rouge che li accomuna dalla nascita politica alla loro destinazione finale: nascono come rivoluzionari di sinistra e dopo un percorso da leghisti - in tutte le sue declinazioni, che vanno dall’autonomia, all’antistatalismo, al separatismo - approdano a governi di destra con connotazioni xenofobe ed ultrastataliste. Tra le radici comuni, li accomuna una certa predilezione per gestione allegra di fondi ’’per la causa’’.

Una specie di presa per i fondelli... tanto più che ieri la corte d’Appello di Genova ha confermato che qualcuno dei tre dovrebbe risarcire agli italiani i 49 milioni ’’sottratti ’’, diciamo così, illegalmente e magari in tempi brevi.

MARCO MINNITI E ROBERTA PINOTTI- Da moltissimi anni in Italia si sono susseguiti ministri della Difesa o ammiratori delle forze armate che hanno avuto in comune una particolarità: non aver fatto il servizio militare ma di aver ricoperto le più alte cariche dello Stato. La storia parte dall’immediato dopoguerra con Andreotti fino a Cossiga, passando per Spadolini.

Andreotti è stato ministro diverse volte ed è stata la base del suo potere politico, Spadolini verrà ricordato per l’invio della portaerei (sic!) in acque vietnamite per recuperare, in verità per comprare dagli scafisti, profughi del Vietnam del Sud in fuga dai comunisti di Ho Chi Minh. Nella crisi albanese, ministro Beniamino Andreatta (aveva fatto il servizio civile) manda le navi a fare un blocco contro i profughi albanesi dal crollo del regime, negando però che era un blocco navale ma solo un pattugliamento.

Ma torniamo a Marco Minniti, che dai tempi di Cossiga, presidente della Repubblica, con simpatie per i servizi segreti e Gladio, muoveva i suoi felpati primi passi nei sotterranei dei servizi segreti, spesso deviati, e partecipando ad associazioni di chiara ispirazione americana che lo hanno poi portato ad essere uno dei Lothar di Massimo D’Alema, salvo poi dividersi quando non trovarono un accordo per una poltrona importante nello spionaggio. Da allora Minniti ha ricoperto poltrone di sottosegretario di molti governi sopravvivendo a tutti i cambiamenti.

Roberta Pinotti è stata la prima ministra della Difesa italiana e si è distinta per aver riconfermato l’acquisto di una flotta di costosissimi e molto contestati F35 americani, e di chi sennò, ed aver offerto al governo degli Stati Uniti l’invio di tremila militari italiani in Libia i quali avrebbero pacificato il paese nel dopo Gheddafi, insomma una specie di virago che voleva seguire le orme del maresciallo Graziani che i libici ricordano per i massacri compiuti. Di Francesco Cossiga vorrei ricordare che sia stata l’unica persona al mondo la quale, senza aver fatto un giorno di vita militare, abbia potuto fregiarsi del titolo di capitano di ’’fregata’’. Nomen omen.



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