Salvatore Novembre aveva 20 anni

Un doveroso ricordo di un ragazzo di 20 anni, Salvatore Novembre, ucciso dalla Polizia nel corso di una manifestazione contro il governo Tambroni.

di Luigi Boggio - sabato 5 luglio 2025 - 525 letture

Un doveroso ricordo di un ragazzo di 20 anni, Salvatore Novembre, ucciso dalla Polizia nel corso di una manifestazione contro il governo Tambroni. Dal pomeriggio di quel drammatico 8 luglio del 1960 sono trascorsi 65 anni.

Salvatore era un giovane operaio edile che dalla vicina Agira si recava nella città Etnea per lavorare. Era un pendolare settimanale: partiva il lunedì presto, con la corriera proveniente da Nicosia, per rientrare il pomeriggio di sabato. Da quel triste e drammatico pomeriggio è rientrato avvolto in un drappo rosso e il tricolore, muto e silenzioso. Una vita spezzata e dei sogni svaniti per la giovane età. Anche altri 10 lavoratori non hanno fatto ritorno nelle loro case finiti sotto la repressione e il piombo del governo Tambroni. Sono stati giorni di grande passione civile e democratica da Genova a Reggio Emilio, da Licata a Catania, e in tante altre città.

Lo sciopero generale indetto dalla Cgil, con le defezioni della Cisl e Uil, ha raccolto operaie, operai, giovani studenti e sinceri antifascisti portando nelle strade il volto dell’ Italiana che voleva andare avanti e non indietro.

C’ero anch’io come tanti della mia stessa età. La generazione dalle magliette a strisce, piena di ideali non ideologica, gioiosa e non triste che guardava avanti. La generazione, come ebbe a dire Vittorio Foa: che dovrà rinnovare il sindacato e i partiti della sinistra. Un’ auspicio non accolto in pieno per diverse cause, soprattutto perché davanti a noi c’era la generazione che aveva fatto la Resistenza per la liberazione dal nazifascismo. Una legittimazione sul campo come successivamente per coloro i quali abbiamo fatto una scelta di vita nel sindacato o nel partito. Dentro processi lunghi e travagliati come sempre nei ricambi generazionali.

Senza idee, confronti e scontri non si va avanti, si muore prima di nascere. Oggi ne abbiamo alcuni esempi. Quel luglio ’60, nella drammaticità di quei giorni, con le dimissioni del governo Tambroni sostenuto dai fascisti, apre una strada di conquiste sociali e una nuova stagione politica quella del centro sinistra. Si entra in una stagione diversa rispetto al passato pur nelle differenze politiche, ma non per questo senza dialogo sulle cose da fare per i lavoratori e il Paese. Una svolta partecipata, mentre oggi ci troviamo un governo di destra-destra con la Maloni a presidente del consiglio per errori principalmente del segretario Letta del Pd, innamorato dall’agenda Draghi che nessuno conosceva. Quando si parla di periodi e di classi dirigenti fuori fase. A Salvatore per i suoi anni e il suo impegno.


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