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S&G n. 145 - Da VLS1929. I misteri della Junta (3). Trasporto a-sociale

di Franco Novembrini - mercoledì 8 dicembre 2021 - 4144 letture

"Confrontiamoci pubblicamente in Villa Camperio, possibilmente prima di Natale, sul tema dei trasporti sociali", questa la richiesta della cooperativa "La Speranza" di VLS1929 per la questione del trasporto disabili del paese. Una richiesta assolutamente civile e condivisibile alla quale la Junta ha risposto picche e la cosa non mi pare molto in sintonia con i continui riferimenti che i sostenitori della stessa fanno pubblicamente vantando i mirabolanti risultati ottenuti nel campo sociale e poi richiamati nelle varie agorà, pubblicizzate nei loro organ house. I fatti sono ultranoti dopo oltre 20 anni che "La Speranza" opera nel nostro paese nel sociale improvvisamente ed anche improvvidamente il Comune, forse in base ad uno degli astrusi commi burocratici che spesso ammorbano il nostro vivere civile, ha promosso una gara per l’attribuzione del servizio a società che fossero interessate a svolgerlo. Per non farla troppo lunga alla gara si è presentata una associazione che pare non avesse i requisiti e quindi non ha potuto ottenere l’appalto. Dopo un batti e ribatti lo stesso appalto è stato assegnato ad una grande cooperativa che per le sue dimensioni non può svolgere il servizio con la accuratezza con la quale veniva svolto da "La Speranza", oltretutto ad un prezzo notevolmente maggiorato.

A questo punto debbo dire anche che le mie simpatie per questa cooperativa cittadina risalgono a due decenni fa quando la cooperativa costruttrice del condominio nel quale abito fu messa in liquidazione stanziò, a norma di legge, le cifre accumulate in opere di beneficenza fra le quali una quota fu destinata a "La Speranza’’ per l’acquisto di un pulmino per il trasporto di chi aveva difficoltà a muoversi. Capirete che oltre ad esserne orgoglioso sono anche un sostenitore di tale coop. Quello che non emerge invece dagli articoli e dalle discussioni in paese è il fatto che la vecchia coop faceva svolgere il servizio del trasporto disabili ad un uomo e una donna del quartiere San Fiorano e che oltre a farlo egregiamente garantivano loro un lavoro che oggi non è poca cosa. Credo che il lavoro dei due concittadini potrebbe correre qualche rischio in quanto queste coop non navigano certo nell’oro e debbono risparmiare su molte cose. Lo scrivo da diverse settimane ma molti fanno orecchie da mercante. Aspettiamo ancora.

CASETTE E BIOEDILIZIA - I consiglieri eletti nel Consiglio di istituto hanno inviato una lunga lettera al sindaco, alla preside ed a tutte le insegnanti una lunga lettera con la quale chiedono che la scuola da abbattere sia ricostruita con materiali di bioedilizia e che si sfrutti l’occasione delle casette prefabbricate che potrebbero ospitare ora alcune classi della scuola da ricostruire e poi ad altri usi. Il vero scoglio però è la ricostruzione della scuola per l’infanzia "Tagliabue’’ che molti genitori e i componenti del consiglio di istituto vorrebbero in bioedilizia e lo vorrebbero per varie ragioni per la sua economicità, per la velocità di costruzione e la salubrità, tre ragioni che cozzano, pare con l’intenzione da parte dell’Amministrazione comunale, di rifare la scuola con tempistica più che raddoppiata ed il cemento come base. Io ricordo che a San Fiorano la scuola starebbe benissimo e se fosse fatta nei terreni della parrocchia sarebbe a pochi metri anche da un bellissimo parco comunale, quello della Ghiringhella.


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