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Rosso un fiore

Ma che sto a dirti, Karl, che nemmeno l’hai conosciuto, tu, il fascismo. Tu ce l’avevi a morte col capitale, ma sono sicura che non ti sarebbero mica piaciuti neanche i fascisti...

di Alessandra Calanchi - giovedì 25 aprile 2024 - 685 letture

Karl Marx (1818-1883) - leggo su Wikipedia - è stato un filosofo, economista, storico, sociologo, politologo, scienziato, scrittore, poeta, giornalista, politico. Trovandomi a Londra in questo periodo, lontana dai fatti scellerati e ahimè’ dolorosi che stanno accadendo nel mio paese, ma purtroppo turbata quotidianamente via media, ho deciso di celebrare il 25 aprile nel modo migliore possibile. Ho pensato a Carlo. No, non al re Carlo. Non Charles. Karl.

Non sono riuscita a partecipare alla camminata nei luoghi da lui frequentati, che si svolge in gruppo la domenica mattina, anche se conosco bene quei quartieri e quelle strade, che spesso ho percorso in solitudine o tra la folla. So che la camminata si conclude intonando l’Internazionale, e credo che mi sarei commossa come quando sento cantare o anche solo strimpellare Bella ciao, cosa che mi è successa anche qui a Londra, dove un simpatico vecchietto che forse un tempo era italiano la suona tutto il giorno a un angolo di strada alternandola a una canzone folk napoletana con la sua fisarmonica.

Così ho preso la metropolitana e poi un autobus e mi sono diretta a nord, come in un pellegrinaggio che avevo in mente da tempo ma che avevo sempre rimandato. Una giornata molto fredda, un clima più invernale che primaverile, nonostante la quantità di fiori e germogli e anche di ragazze e ragazzini in calzoncini e t-shirt. Io no … giaccone, berretto e mani in tasca. E una rosa rossa acquistata a una bancarella. Che subito viene notata da un loquace assistente della metro che chiede al mio compagno con un largo sorriso: È per me ? - No, è per Karl Marx - rispondiamo, ricambiando il sorriso, due sessantenni italiani intirizziti che si fanno notare subito, a cui lui risponde stringendo il pugno.

L’avventura continua al cimitero, dove incontriamo un giovane bello come il sole, che potrebbe essere nostro figlio, e che è italiano, di Catania, e lo dice con orgoglio mal dissimulato. Ci mettiamo a chiacchierare e impariamo che lui lì’ al cimitero fa il volontario, che di lavoro fa l’infermiere al pronto soccorso, che a Londra sta bene, e vediamo che ha un sorriso per tutti quelli che arrivano, come per noi, e capisco fino in fondo cos’è la fuga dei cervelli di cui si parla tanto - non sono mica solo i professori, gli ingegneri, i medici ma sono anche ragazzi che magari non sono diventati Dottori ma che qui hanno trovato l’amore o un lavoro sicuro e non si sognano nemmeno di rientrare. Anime in fuga, non solo cervelli. Ieri abbiamo conosciuto Giorgio, che vende cappelli a Carnaby Street, e l’altro ieri Gennaro, che fa il caffè più buono di Londra. E oggi Dario, che ci spalanca i cancelli del luogo dove riposa Marx. Insieme a scrittori, poeti, e persone comuni. In un cimitero che sembra un orto botanico, più bello di un qualsiasi parco, pieno di vegetazione e di fiori di ogni colore. Un paradiso.

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Karl Marx, cimitero di Highgate, Londra

Insomma arriviamo davanti alla sua tomba, del nostro Karl, che mi guarda severo dall’alto della sua statua troneggiante, e la mia rosa diventa così piccola e il suo sguardo così burbero che non riesco nemmeno a emozionarmi.

Penso: rimango un po’ a farti compagnia, Karl, mentre il mio compagno se ne va in giro a fare foto. E sono piena di vergogna a leggere le scritte che dicono “Lavoratori di tutti i paesi, unitevi!” E sotto, “I filosofi hanno solo interpretato il mondo in vari modi. Il vero punto della questione è cambiarlo. “

E noi cosa abbiamo fatto finora?

E i pensieri vagano e prendono altre strade…

In questi giorni in Italia il dibattito sull’ antifascismo occupa molte pagine e molti talk show. Non so perché ci ostiniamo a pretendere che certe persone debbano dichiararsi antifasciste. Non lo sono: perché vogliamo spingerle a dichiarare il falso? Dobbiamo farcene una ragione. Lo sappiamo e lo sapevamo fin dall’inizio, e stiamo perdendo tempo, questa partita è persa.

Ma che sto a dirti, Karl, che nemmeno l’hai conosciuto, tu, il fascismo. Tu ce l’avevi a morte col capitale, ma sono sicura che non ti sarebbero mica piaciuti neanche i fascisti. E tu non saresti piaciuto a loro, eri pure ebreo.

Ma avevi ragione tu. Il capitale ha reso alcuni molto ricchi, e tutti gli altri, in diversi gradi, o schiavi o servi.

E il capitale genera mostri - la guerra, la corruzione, la diseguaglianza.

Caro Marx, sono qui davanti alla tua tomba e mi vergogno di mostrarti come siamo diventati, come ci siamo ridotti, e dire che tu ci avevi messo in guardia contro il capitale, ci avevi aperto all’internazionalismo, avevi dato dignità a quelli a cui era sempre stata calpestata.

In questi giorni sono morti dei migranti anche qui, nel canale della Manica, e io ho pensato che nonostante la globalizzazione ci permetta di viaggiare in lungo e in largo, oggi non è più come diceva McLuhan, che nel villaggio globale non si può più tornare a casa, ora è il contrario, la casa la porti sempre con te, il dolore, la preoccupazione, l’orrore , e quei corpi in mare me li porto dal nostro Mediterraneo e non mi fanno dormire.

Ma tu non sai dei migranti, non sai di McLuhan, e non voglio stancarti con tutte queste parole che a te non dicono nulla.

Oggi, qui davanti alla tua tomba, mi sorge spontanea una parola che aborro perché l’ho sentita pronunciare in contesti funesti, contesti che tu per fortuna non hai conosciuto, ma è la parola che pronuncerò quando si leverà lo spirito che ancora e sempre si aggira per l’Europa, non la tromba del giudizio ma la rivendicazione democratica, egualitaria, pacifista, ecologica, finalmente, spazzando via tutto l’orrore che ci circonda, e spero di essere ancora viva quel giorno, o che lo saranno i miei figli, e che potremo dire, con fierezza, quando la voce della Futura Umanità’ si farà di nuovo sentire: PRESENTE.

Francesco Guccini (lui si che ti sarebbe piaciuto) cantava anni fa: “Noi non ci saremo.”

Ecco, noi ci saremo.

Buon 25 aprile.

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