Roger Federer: venti svizzeri

Grazie Marin per la tua paura iniziale, per aver preso subito coscienza che di fronte non avevi solo un avversario, ma la storia moderna del tennis.

Grazie Marin per la tua reazione, quando Federer era ad un passo per vincere anche il secondo set e lanciato verso una vittoria finale senza problemi.

Grazie Marin per aver reagito per una seconda volta, quando ti sei trovato sotto di un set con Federer nel quarto indirizzato a chiudere la partita.

Grazie Marin per averci creduto fino all’ultimo, per aver ringraziato Roger per l’occasione che ti ha dato di essere co-protagonista di un evento sportivo difficile da dimenticare.

Grazie Marin per aver accettato con umiltà la sconfitta, per aver dato appuntamento a questo palcoscenico per gli anni a venire, convinto che con il sacrificio degli allenamenti, potrai un giorno abbracciare quel trofeo che hai soltanto sfiorato.

Grazie Roger per aver restituito a questo sport un’identità creativa, che pensavamo fosse stata sepolta per sempre, insieme alle racchette di legno.

Grazie Roger per la tensione scritta sul tuo viso, ogni attimo di questo nuovo appuntamento con la storia di questo sport, la stessa provata e manifestata come se fossi stato al tuo esordio.

Grazie Roger per aver gioito come chi sa che, senza l’entusiasmo e la voglia di divertirsi ancora, non può pretendere di praticare alcun tipo di sport.

Grazie Roger per avere ispirato, ancora una volta, miliardi di nostalgici sparpagliati nei circoli di tennis più blasonati, e su qualsiasi campetto improvvisato su un terreno accidentato, diviso in due da una rete immaginaria.

Grazie Roger per le tue lacrime a bagnare un trofeo che ti dovrebbe vedere assuefatto al trionfo, sincere ed esplose a conclusione di un discorso di circostanza, rendendo questo mondo di soldi, sponsor, giocatrici e giocatori di dubbia etica, un poco più umano.

Grazie...