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Roberto Fai "Frammento e Sistema" (Mimesis)

Nove istantanee sul mondo di oggi

di Emanuele G. - mercoledì 22 ottobre 2014 - 2214 letture

Da anni il Prof. Roberto Fai da Siracusa - il luogo di origine è importante rimarcarlo perché si ricollega alla Magna Grecia e all’età d’oro della filosofia occidentale - conduce una sua indagine sul mondo di oggi al fine di indentificarne i caratteri identitari. Impresa non facile poiché il mondo di oggi è, allo stesso tempo, "tutto" e "niente". Partendo dall’assunto che il "tutto" e il "niente" non stanno in contrapposizione fra di loro, bensì convinvono.

E’ uno degli aspetti paradossali della contemporaneità. Una contemporaneità che si sviluppa sulle onde di frequenza delle aporie. Cosa sono le aporie? Discendono dal fatto di trovarsi nell’impossibilità di dare una risposta precisa ad un problema poiché ci si trova più delle volte di fronte a due soluzioni che per quanto opposte sembravano entrambe apparentemente valide. Il che comporta non poche criticità. Soprattutto in relazione a due fasi della lettura della realtà: l’osservazione e la valutazione.

Il Prof. Fai parte da un presupposto piuttosto stimolante dal punto di vista della riflessione sul mondo contemporaneo. Ovverossia che il sistema - il mondo globalizzato che ha nel web il suo volto "tecnico"- lo si può analizzare, anche senza osservare la sua interezza, partendo dal particolare. Il "frammento" per l’appunto. Un "frammento" utilizzato come "monitor" (spia) per rileggere le vicende degli ultimi secoli.

Quali le considerazioni che si possono enucleare da tale metodologia?

Una prima riguardante lo spegnimento di qualsiasi visione del mondo dovuta allo spegnimento di ogni senso del tempo in noi. Costruire una visione del mondo implica, sempre, una dimensione temporale futura. Che non c’è più. Liquefatta o evaporata? Si veleggia nel presente. Punto e basta.

Rimane, dunque, la dimensione della mera spazialità. Il mondo di oggi è una sommatoria di spazi di differente taglia e funzionalità. Ma le cose non vanno come spereremmo. Anche qui regna sovrana la confusione. Anche perché questa rappresentazione del mondo "in presa diretta" non supporta affatto la nostra azione conoscitiva sul mondo stesso.

E’ in atto - è bene ammetterlo - un processo di decostruzione del mondo. "Le trame dell’esistenza, le condizioni soggettive, l’intero correddo delle Istituzioni ed i nostri saperi" sono vissuti e percepiti come "irrelati frammenti". Il processo testé evidenziato è in nuce analizzando alcuni "item" e/o "frammenti" del mondo: terra, mare, aria, naufragio, senso della fine, Europa, Mediterraneo, politico, diritto, comunità, dono, amicizia, abitare e democrazia.

Frammenti che ci permetteranno di illuminare il nostro essere? Forse serviranno solo ad alimentare la nostra inquietudine contemporanea. Ci rimangono, in fine dei conti, un mondo sistema-frammento e la pura contemporaneità. Non è molto ammettiamolo.

Qualche sollievo nella rielettura di Friedrich Nietzsche?

"...Abbiamo lasciato la terra e ci siamo imbarcati sulla nave! Abbiamo tagliato i ponti alle nostre spalle – e non è tutto: abbiamo tagliato la terra dietro di noi. Ebbene, navicella! Guardati innanzi! Ai tuoi fianchi c’è l’oceano: è vero, non sempre muggisce, talvolta la sua distesa è come seta e oro e trasognamento della bontà. Ma verranno momenti in cui saprai che è infinito e che non c’è niente di più spaventevole dell’infinito. Oh, quel misero uccello che si è sentito libero e urta ora nelle pareti di questa gabbia! Guai se ti coglie la nostalgia della terra, come se là ci fosse stata più libertà – e non esiste più “terra” alcuna!(…) La costa scomparve – ecco anche la mia ultima catena è caduta – il senza-fine mugghia intorno a me, laggiù lontano splende per me lo spazio e il tempo. Orsù! Coraggio! Vecchio cuore!..."

Friedrich Nietzsche – La gaia scienza


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