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"Ritornerai" di Bruno Lauzi rivisitata da Gianluca Rando e Massimo Moriconi

Uno dei pezzi storici della produzione artistica di Bruno Lauzi, omaggio ad un grande interprete della Scuola genovese dei cantautori

di Piero Buscemi - giovedì 21 maggio 2020 - 2840 letture

Bruno Lauzi raccontò di averla scritta in pochi minuti un’estate del 1963, quasi per gioco, come spesso accade con le espressioni artistiche che non sono ponderate ma affidate all’istinto creativo del genio. Qualche verso buttato lì senza pretese, un paio di accordi in settima per dare il giusto tono malinconico al testo e poi... poi sono quasi sessantanni che decine di artisti si cimentano ad eseguirla ad ogni occasione.

La modernità di questo pezzo - questo il commento di Gianluca Rando - lo rende attualissimo e degno di essere rispolverato anche nei decenni a venire. L’intensità delle parole, figlie della grande scuola di parolieri genovesi che, passando da Endrigo, De André o Tenco, in quegli anni ’60 di grande produzione musicale italiana, hanno lasciato quell’impronta che influenzerà una schiera di cantautori in tutta Italia.

Erano gli anni che comporre una canzone implicava rimanere ore, giorni, settimane alla ricerca delle parole giuste per trasmettere un messaggio. Qualcosa che venisse dal di dentro per essere condiviso con il mondo intero. Così ricorda con quel giusto pizzico di nostalgia il nostro chitarrista Gianluca Rando. Tempi sicuramente da rimpiangere. E’ come se Madre Natura si fosse sbizzarrita a donare una fittissima schiera di artisti. Bastava una chitarra, i più sofisticati utilizzano il pianoforte, ma la musica cedeva il passo alla poesia delle parole ascoltate. Anche l’interpretazione aveva un ruolo determinante. Pacato, schivo, quasi pudico. L’artista era quasi nascosto da una sorta di timidezza che si mescolava ad un’immagine triste che finiva per toccare l’animo dell’ascoltatore per non abbandonarlo mai.

Questo e mille altri motivi hanno spinto Gianluca Rando e Massimo Moriconi a rivisitare con umiltà ed ammirazione questo capolavoro del compianto artista genovese. Rando da Messina e Moriconi da Roma, in pieno rispetto delle distanze di sicurezza di questi giorni, hanno riunito sotto il fascino irresistibile della ninfa Musica quel contatto umano che ci è mancato per settimane. Il pezzo sarà ascoltabile il 21 maggio dalla pagina Facebook dei due artisti, ma i nostri lettori potranno ascoltarlo dal video allegato a fondo pagina.

Come lo stesso Rando tiene a precisare "La musica è quell’elemento indispensabile della vita che, come una cornice di un bellissimo quadro, che è proprio la vita, in mancanza di essa crollerebbe senza speranza in un vuoto che la renderebbe meno degna di essere vissuta". Bruno Lauzi è stato per anni l’amanuense che ha colorato i nostri giorni con i versi e le emozioni. Oggi, purtroppo, ci troviamo di fronte a tante meteore che, grazie anche all’utilizzo del computer che ha messo da parte anche la necessità di sapere suonare uno strumento, sfornano centinaia di prodotti mediocri dove le parole non hanno più quell’incidenza da rimanere scolpite nella sensibilità di chi ascolta.

"I tempi cambiano" - così si consola Rando nel tornare con la mente a ripercorrere la sua carriera artistica che si è formata essenzialmente con l’ascolto paziente ed umile della musica di qualsiasi genere, unico modo per crearsi una base sulla quale adagiare la propria creatività e scrivere la propria musica. Di Massimo Moriconi sarebbe inutile spendere altre parole, vista la carriera colma di collaborazioni eccellenti, vogliamo ricordare Ennio Morricone, Armando Trovajoli, Luiz Bakalov, Nicola Piovani, senza dimenticare la produzione jazz con Nicola Arigliano, lo stesso Trovajoli, Lelio Luttazzi, solo per citarne qualcuno. E sicuramente le sue collaborazioni artistiche con Mina e Fabio Concato.

Un’esecuzione a distanza, dicevamo, che non abbiamo notato durante l’ascolto del video. La dolcezza della chitarra di Gianluca Rando accompagnata dall’eleganza del basso di Massimo Moriconi, in una suadente interpretazione che, come gli stessi artisti hanno suggerito di fare, raggiunge l’apice con un ascolto intimistico attraverso l’uso di una cuffia.

Non sappiamo se il potere di diffusione delle emozioni che ha la musica possa realmente cambiare l’imbarbarimento dell’essere umano. Neanche i due artisti, Rando e Moriconi, si sentono di dare una risposta certa. Sicuramente il dolce abbraccio che consola e sostiene, quel coinvolgente ed appassionato abbraccio che la musica ci offre in qualsiasi momento della nostra vita. rappresenta forse l’unico messaggio di speranza verso un’umanità che prova, per l’ennesima volta, a voltare pagina provando a scriverne una migliore.


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