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Rita e Katrina: conseguenze di decisioni che uccidono

Triste ironia della sorte per gli Stati Uniti, l’unico paese del G8 il cui presidente si ostina a non firmare il trattato di Kyoto...

di Gianluca De Iorgi - giovedì 29 settembre 2005 - 3815 letture

Rita dopo Katrina. In meno di un mese ecco il secondo grande uragano venuto a flagellare le coste americane già messe in ginocchio dai disastri provocati dal ciclone Katrina. Questa volta però la Casa Bianca non si è lasciata prendere alla sprovvista e ha mobilitato le forze armate. Grazie all’intervento dei militari e della protezione civile le vittime e i danni di Rita sono stati molto più ridotti rispetto al precedente uragano che ha causato circa mille decessi principalmente in Mississipi, Alabama e soprattutto in Luisiana dove la città di New Orleans è stata completamente inondata e praticamente spazzata via dalla furia dell’uragano.

Rita ha raggiunto il confine tra Texas e Luisiana con raffiche di vento che sono arrivate a toccare i 195 km orari. Fortunatamente però nel giro di pochi giorni l’uragano è passato dal massimo grado di pericolo, il quinto, al secondo. Il ciclone ha perso quindi gran parte della sua potenza distruttiva ma non ha smesso di provocare danni, disordini e grossi disagi alla popolazione che in massa è stata fatta evacuare dai luoghi su cui Rita si stava per abbattere.

Nel frattempo tra Texas e Luisiana, sgomberata dalla protezione civile, circa due milioni di persone sono rimaste senza corrente elettrica e le autorità continuano ad esortare i cittadini a non fare ritorno alle proprie case almeno finchè le condizioni non saranno tornate normali e l’acqua, il sistema elettrico e quello fognario non saranno stati riparati. Sono dieci le vittime causate direttamente da Rita secondo le stime ufficiali, anche se non sono mancati i decessi causati dal ciclone in maniera meno diretta, durante le evacuazioni.

L’America tira comunque un sospiro di sollievo dato che il passaggio di Rita ha provocato meno danni e meno vittime del previsto anche se già si parla di un nuovo violento uragano che si dovrebbe abbattere sulle coste statunitensi in Ottobre. Gli studiosi dicono infatti che le condizioni atmosferiche che hanno provocato Katrina e Rita sono tuttora attive e non sarebbe certo la prima volta che un tornado di grandi dimensioni si forma in pieno autunno.

Triste ironia della sorte per gli Stati Uniti, l’unico paese del G8 il cui presidente si ostina a non firmare il trattato di Kyoto, il protocollo internazionale del 1997 con il quale i Governi di molti paesi si sono impegnati a ridurre le emissioni di CO2 e dei gas responsabili dell’effetto serra. L’amministrazione statunitense ha infatti dichiarato all’ultima riunione degli 8 Grandi tenutasi in Scozia lo scorso Luglio che non avrebbe firmato il protocollo di Kyoto perché ciò avrebbe fortemente danneggiato l’economia americana.

Chissà se il presidente Bush, che in questi giorni sta affrontando le conseguenze dei due devastanti tornado, sta finalmente cominciando a cambiare opinione su quello che dicono quei “noiosi allarmisti” che sostengono che il clima si sta rapidamente modificando e che se non si comincia a cambiare presto politica la situazione potrebbe drasticamente peggiorare nel giro di qualche decennio.

Chissà se il “presidente di guerra” si deciderà a tagliare un pò dei fondi destinati all’Iraq per investirli magari in infrastrutture, di cui gli Americani e certi stati più poveri in particolare hanno sicuramente più bisogno. Chissà se il leader americano si deciderà in futuro a prendere in considerazione anche le conseguenze ambientali e sociali e non solo quelle strettamente economiche delle sue decisioni politiche. Ce lo auguriamo tutti.


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