Ribollita fiorentina

Alla Leopolda presentato un programma innovativo: nuova legge elettorale, abolizione delle province... Con questo programma Renzi vincerà

di Adriano Todaro - martedì 5 novembre 2013 - 2683 letture

Matteo Renzino s’è beccato il raffreddore. La scorsa settimana gli avevamo consigliato di non restare sempre in camicia. Almeno il giubbetto di Fonzie se lo poteva mettere, perché ormai c’è umido. E, invece, ha voluto fare di testa sua, non ci ha ascoltato e alla vecchia stazione granducale della Leopolda, ci è andato in maniche di camicia. Risultato: un bel raffreddore! Certo "per apparì bisogna soffrì" ma si deve dare una calmata perché ha davanti a se tanto lavoro da svolgere.

Comunque la Leopolda è andata benissimo. Tantissima gente seduta, in cerchio, in 100 tavoli dove, a prima vista, sembrava giocassero alla tombola. E invece no, erano "tavoli tematici", di grande spessore politico. Uno addirittura era dedicato agli stabilimenti balneari. Sembrava di essere all’oratorio e, in realtà, il paffutello fiorentino viene da quel mondo. Paffutello e pieno di nei alla Bruno Vespa, sorriso sempre pronto, battuta facile con sputacchiamento continuo, proposta politica con la consistenza di una bolla di sapone all’interno di una caramella con il buco.

Sul palco, oggetti che i giornali hanno definito vintage, oggetti di culto del passato, come la Vespa e la Fiat 500; alle pareti frasi di Domenico Modugno, Einstein, l’immancabile Kennedy, Gandhi e tanti altri. E’ il Pantheon dell’ex boy scout fiorentino. Ora questa del Pantheon è una cosa che non mi va giù. Ormai ce l’hanno tutti ed è per questo che ho proposto a mia moglie di farci anche noi un Pantheon personale. Lei si è detta d’accordo ma ha subito sottolineato che ci voleva mettere sua zia Mariuccia. Al che mi sono ribellato e la cosa, per ora, non ha avuto sviluppi.

Tornando però alla Leopolda, lo slogan era "Diamo un nome al futuro". Ecco ragazzi, un nome lo dobbiamo trovare. Non è che il futuro può continuare a vivere senza nome. Allora, come lo chiamiamo? Vincenzo, Fabrizio, Giovanna? In attesa che si trovi un nome, Renzino, correndo avanti e indietro sul palco, ha enunciato delle cose che nessuno aveva mai sentito dire fino a quel momento: una nuova legge elettorale, la revisione dell’articolo V della Costituzione, l’abolizione del Senato e delle Province e, per non farci mancare nulla, la riforma della giustizia che va sempre bene, come il cacio sui maccheroni.

Il paffuto boy scout ha però una visione internazionale ed ecco, allora, che l’Europa ‒ secondo lui ‒ deve essere proiettata verso il Mediterraneo. Ci vogliono capitali stranieri, è necessaria la difesa dell’italica bellezza e una "rivoluzione culturale". A questo punto, quelli dei tavoli tematici hanno subito pensato che Renzino fosse diventato "vetero-cinese". Ma il Matteo ha spiegato che significa "una strategia di ascolto degli insegnanti". Ovvia! Per far questo c’era bisogno di andare alla Leopolda? Bastava andare a parlare con gli insegnanti nell’ora di ricevimento.

Poi tutta una serie di termini stranieri come cool, mood, smart e, appunto, vintage. La città che amministra in modo cool è piena di buche, ma lui è mood, talmente di buon umore che si vede già non solo segretario del Pd ma presidente del Consiglio. Affitta alla Ferrari il Ponte Vecchio, mette l’erba finta davanti al Battistero del Ghiberti e le panchine di plexiglas a Santa Maria Novella. Uno così può essere solo cool. Di smart, in compenso, ha le idee che sono idee mica da ridere. Pensate alla profondità che c’è nell’espressione "Cambiare verso". Uno si ferma, ci pensa su e poi in cuor suo esclama: "Ma che cazzo significa?". E invece Renzino è chiaro: "Si vince recuperando consensi in tutte le direzioni: centrodestra, Grillo, astensioni". Si è dimenticato della sinistra. E’ il trionfo dell’ovvio, un po’ come dire che il sabato viene prima della domenica. Renzino, sai cosa ti dico: "V’en via, t’ha scoperto l’acqua harda".

Non per nulla era andato, in solitario, ad Arcore dall’Omino Sfatto e a cena con il Signorino di Chi. E’ la versione riveduta (poco) e corretta del "ma anche" veltroniano, quello che gli intellettuali sui giornali chiamano "maanchismo" cioè dire qualcosa e il suo esatto contrario. Veltroni, ad esempio, era iscritto al Pci ma era anticomunista. Il boy scout ama Maglioncino Marchionne ma anche i suoi operai; gli piace la Coca Cola ma anche la gazzosa; gli piace lo stilista Cavalli ma anche il sarto di Lucca; gli piace la ribollita ma anche la bistecca fiorentina.

Renzino nelle sue 18 pagine di programma scrive: "Vogliamo cambiare verso a questo anno cambiando radicalmente non solo il gruppo dirigente che ha prodotto questa sconfitta, ma anche e soprattutto le idee che non hanno funzionato, le scelte che hanno fallito, i metodi che ci hanno impedito di parlare a tutti". Chi è quel cattivone che ha impedito di parlare con tutti? Non è dato sapere. Insomma, leggere il suo programma potrebbe essere operazione inutile. Certo, potreste capirlo ma anche no.

Matteo Renzino vincerà. I suoi concorrenti sono vacui quanto lui. Giuseppe Civati, inteso Pippo, afferma che "Le cose si cambiano, cambiandole". Ma va! Giovanni Saverio Furio Pittella, inteso Gianni, ex socialista, non se lo fila nessuno mentre Giovanni Cuperlo, inteso Gianni, afferma una verità sacrosanta: "Dobbiamo cambiare il modo di stare tra le donne e gli uomini che vogliamo rappresentare". La sua mozione si chiama "Per la rivoluzione della dignità" e lo slogan che adopera è "Bello e democratico, il tuo PD per il Paese di tutti". Boh!

Ora fate un giochetto. Mettete in bocca a Matteo queste frasi, oppure quello che dice Renzino provate a farlo dire a Cuperlo, Civati e al Gianni Pittella. Cosa cambia? Nulla. Sono frasi buone per ogni stagione e ogni personaggio. L’importante è cambiare il modo di stare "tra le donne e gli uomini".

Sì, io credo che Renzi vincerà. Ormai tutti cercano di saltare sul suo carro. Per andare da lui hanno fatto il salto della quaglia alcuni bersaniani come Stefano Bonaccini che è diventato capo del comitato e poi i gruppi legati a Veltroni con Vinicio Peluffo e Salvatore Vassallo in testa, i cosiddetti Giovani turchi, i prodiani Fausto Recchia e Sandro Gozi, i seguaci di Franceschini, gli ex dalemiani Claudio Burlando, Nicola Latorre, Claudio Velardi. E poi Marianna Madia, Alessia Morani, David Sassoli. Ed anche Fassino, assieme alla sua Tata.

La gente nei gazebo lo voterà perché non è né grullo e neppure bischero, convinti che lui sia l’unico che possa battere la destra anche perché lui è, fondamentalmente, di destra come lo sono tanti in quel partito. Una volta segretario, lo applaudiranno e saranno guai a parlare male di Renzino. D’altronde è stato sempre così. Anche il povero Achille Occhetto era una volta sugli altari; ora è sparito.

Uno degli ultimi acquisti, Fassino Il Lungo, ha dichiarato che lui vuole "Una sinistra che non abbia paura di parlare a quelli che non ci hanno votato. Una sinistra che non abbia paura di vincere". Ah, ecco. Ora sì che è chiaro il programma di Renzino e dei suoi seguaci.


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Ribollita fiorentina
10 novembre 2013, di : erachiaro |||||| Sito Web: Oh Matteino !!!

Ascoltate la canzone Oh Matteino !!! Saluti da un cantautore fiorentino esasperato dal nuovo bambinello Messia-ndaco !