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Report distratto sulla riforma Moratti

Cosa ne sanno studenti ed insegnanti? Al Sud.

di Salvatore Mica - martedì 15 marzo 2005 - 5517 letture

Qua sotto c’è un casino. Non so se lo sapete. Ovunque e comunque. Troppo casino.

Nell’ambito universitario Catanese io ci vivo e vi posso garantire che c’è casino anche li. In mezzo a questo casino la Moratti ha gettato il suo dado : riforma. E tutti protestano. Perchè? A Roma alla manifetazione nazionale CONTRO la Moratti, tutti sapevano perchè stavano protestando...Ma qui sotto? Fra cfu? Debiti, crediti, punti da raccogliere, materie, moduli e professori che vanno e vengono? Qualcuno sapeva qualcosa sulla Moratti? E se diceva di sapere tutto...Era vero?

E’ quello che ho tentato di capire intervistando professori e studenti Assudd. Senza commento

Intervista a Giuseppe Murabito - Studente di Scienze della comunicazione - Lettere - A Catania

I: Io G: Giuseppe Murabito

I: "Allora...Caro Dottor Murabito cosa ne pensa della riforma Moratti"

G: " Così...Su due piedi?"

I: "Così su due piedi...Al volo."

G: "E’ una conferma del fatto che L’italia preferisce segare i fondi a quella che potrebbe essere la svolta del paese ovvero la ricerca. Pensa che persone laureate, valide... Per ottenere 400 euro di finanziamento che ne so...Sul cancro,malattia non indifferente in Italia, devono attendere tremila anni e fare un sacco di richieste...Se andiamo ad esaminare il piccolo ovvero lo studente universitario che affronta un nuovo ordinamento, la famosa 3+2,cioè ti iscrivi tre anni 2 puoi stare fuori corso e se non ci riesci ti tirano! Mettiti nei panni dello studente che lavora part time...Se lui non ci rientra continuerà a finanziare l’università Catanese!E torniamo la!E’ il povero che va a finanziare il sistema. Il ricco resta a galla perchè è ricco, il povero resta schiacciato perchè deve fare fronte a cose che effettivamente dovrebbe fronteggiare lo stato. Questa riforma non fa altro che accentuare il problema della ricerca che sarà inesistente...Perchè poi questo discorso si va a sommare alle altre riforme attuali in ambito politico...Fornire maggior potere a provincie regioni e comuni...Si avrà una maggiore frammentazione del problema secondo me...Il problema principale è la ricerca, pensa a chi fa dottorato, ai borsisti...Tagliati fuori. Pensa ad un amministrazione che ha già di suo dei compiti e degli obblighi ai tuoi riguardi, pensi che dal momento in cui gli vengono a mancare fondi pensi che chiude le porte del TAR?"

I: "No."

G: "No. Quelli sono servizi che ti DEVONO dare. Qualsiasi cosa succeda. Uno degli ambiti più propensi al non progresso è quello dell’università...Cioè se quei servizi te li devono dare, se qualcosa la devono segare la vanno a segare la...In ogni caso tu paghi le tasse, pensa che in ogni caso si potrebbe gestire autonomamente. Una sorta di cosa pubblica ma privata..."

I: "La laurea specialistica...Se non hai soldi e non sei -figliodi-...?"

G: "Prendi la facoltà di Lettere di Catania. Non ti mette assolutamente nelle condizioni ideali per poter terminare gli studi regolarmente allo scattare del terzo anno. Cosa per cui la riforma è stata creata! Non dimentichiamocelo! Evidentemente a loro fa comodo che lo studente sostenga queste spese pagando per quattro cinque anni...Magari dicendoti è cambiato il piano di studi devi andare ad integrare le materie che hai già dato...Cercando quindi di impiegare una legge in maniera retroattiva."

I: "TI è capitato?"

G: " Si, mi è capitato. Ho fatto il primo anno ho dato 6 materie ed al rientro ad Ottobre mi hanno detto "Devi fare l’integrazione delle materie che hai già sostenuto perchè quei crediti non bastano"ed io ho passato un altro anno a darmi le stesse materie che avevo già dato"

I: "Un anno e 800000 lire in più..."

G: " Sono soldi in più...Gli farà comodo che tu non termini! Non è possibile non li puoi finire in tre anni gli esami! Non puoi!Non so da altre parti ma in Lettere e filosofia nel Cdl di Scienze della comunicazione è impossibile!( Dati ufficiali Almalaurea: in Scienze della comunicazione si sono immatricolati 1475 persone e alla scadenza del triennio se ne sono laureate 13. Ndr) A conferma della privatizzazione della cultura a carico dei poveretti, diciamo che c’è una tendenza generalizzata a vendere qualcosa...Un lavoro ipotetico...Io ti offro un master di otto milioni ed alla fine del corso i più meritevoli verranno inseriti in ambito lavorativo...Tutti hanno un corso da proporti un master da venderti ma ovviamente siamo sempre noi a dover sostenere a spese non indifferenti, il tutto...Le trasferte fuori catania, il vitto e il Master...Dobbiamo spendere i nostri soldi, dobbiamo far girare l’economia con i nostri soldi, dobbiamo far girare l’economia, mi viene in mente questo slogan... Penso che lo stato si sia lavato definitivamente le mani con un sapone che ha profumo di privato. Non lo dice ma lo conferma nel momento in cui tu affronti una laurea anche di vecchio ordinamento, per diventare medico, ad esempio, e specializzarti impiegherai i tuoi begli 8 anni, fiunisci a 26-28 anni, insomma a 30 anni mediamente uno studente qualificato e preparato, come viene ricompensato dallo stato? Lo stato gli dice "Grazie!Adesso mi pagherai i contributi fino a quando non muori, così io poi NON ti ritornerò più niente...Ammesso che esistano contratti di formazione che prevedano questo trattamento per noi giovani...Cococo ecc..."

Intervista a Chiara Piscione Laureata in lettere- A Catania

La intervisto pochi minuti prima che entri a fare l’esame per la Sissis (altro tasto dolente che non approfondiremo)

I: Io C: Chiara

I: " Intervistiamo Chiara sulla riforma Moratti!"

C: "... La forma della terra è un Geoide..."

I: "Chiara!Sulla Moratti!"

C: "Ma per forza??!"

I: " Si!Dai su!"

C: "Ok, la Moratti mi ha telefonato la settimana scorsa e le ho detto - Mi scusi Sig.na Moratti ma comemai il concorso in storia dell’arte non è stato istituito? E lei mi ha risposto: - Abbiamo tolto i fondi all’università e pertanto toglieremo anche i posti di lavoro!E con questo toglieremo anche la storia dell’arte!E l’arte tutta!Distruggeremo tutti i templi e annienteremo il meridione!"

I: "Che ne pensi della riforma?"

C: " Ma quanto dura st’intervista??"

I: "Fatti i ca**i tuoi!Dimmi quello che sai!"

C: "Ok!Io so che la forma della terra è un geoide, il meridiano fondamentale..."

Intervista a Ferruccio Santorino - Studente di Conservazione dei beni culturali- Lettere - A Siracusa

I: Io F: Ferro

I: "Moratti" F: "Quello su cui non sono assolutamente d’accordo sono i tagli alla ricerca, perchè l’Italia è uno dei paesi che spende meno per la ricerca da qui deriva un profondo regresso, non solo culturale ma anche per lo sviluppo delle prospettive dei giovani stessi. Bisogna per forza investire sulla ricerca! Perchè la ricerca è come se fosse il punto su cui fare leva, è la radice, l’essenziale, dello sviluppo di una nazione, sia dal punto di vista culturale, sia dal punto di vista industriale,tutto....Proprio TUTTO! PER QUANTO RIGUARDA LA RIFORMA 3+2...O miccato i punti s’arricogghiuno megghiu! ( Al supermercato i punti si raccolgono meglio Ndr)fino a quando c’è il tornacontismo di Silvio... Questo alimenterà le varie "riforme", sono incresciose ed immorali."

Intervista alla Prof.ssa Cirrone Docente di Filosofia Teoretica e Filosofia del Linguaggio all’Università di Lettere - Catania -

I:Io C: Prof.ssa Cirrone

I: "Si o no alla riforma Moratti?"

C: "Sì o no? Magari la riforma Moratti fosse oggetto di un referendum. Si potrebbe prendere posizione e sperare che la ragione prevalga. Invece, sembra che non abbiamo scelta: l’alternativa che ci viene offerta è accettare di buon grado, o subire, la fine di una progettualità che vede nell’università un laboratorio fondamentale per la produzione di nuovi saperi nonché una risorsa essenziale per il futuro del nostro sapere. In questi giorni ritorna più volte nei dibattiti interni all’università, nei talk show, sui quotidiani, il termine "oscurantismo". Mi piacerebbe che qualcuno sottolineasse che non si tratta di una metafora volta ad evocare una stagione buia della nostra università, ma dell’esatto contrario di "illuminismo": forse risulterebbe finalmente chiaro che siamo all’inizio di un percorso regressivo lungo il quale si mettono in discussione i valori alla base della nostra idea di cultura e di sapere. Non è certamente un caso che oggi ci si trovi a combattere delle battaglie che fino a qualche anno fa sarebbero sembrate di retroguardia. Una di queste è il diritto alla qualità dell’insegnamento. Mi capita spesso di dire agli studenti di concentrarsi su questo obiettivo. Quello che non aggiungo, per non scoraggiarli troppo, è che il difetto di qualità, da limite individuale di questo o quel docente, è destinato, date le premesse di questa riforma, a diventare strutturale. A questo esito devastante concorrono alcune scelte politiche e istituzionali volte a snaturare il ruolo dell’università: da luogo elettivo di produzione del sapere, essa è diventata man mano mercato di svendita di nozioni generiche senza etichetta e data di scadenza. Si dice spesso che l’offerta formativa debba essere legata ai bisogni della produzione e del mercato del lavoro, in continuità con gli standard europei e internazionali in cui questa integrazione è stata realizzata. Ciò che si dimentica, mettendo in vetrina questi obiettivi, è che non esiste produzione senza investire nell’intelligenza e nella creatività e che qualsiasi lavoro presuppone competenze riconosciute e legittimate. La riforma Moratti non si muove certamente in questa direzione. Viceversa, essa apre la strada ad una dequalificazione che investe, in eguale misura, docenti e studenti. Gli studenti, perché l’offerta di crediti formativi diventa un guscio vuoto, in assenza di contenuti qualificanti. I docenti, perché il legame fondamentale tra ricerca e didattica è stato reciso a vantaggio della seconda. L’altro problema, non meno rilevante, è il taglio consistente di fondi destinato alle università. Questo comporta, da una parte, il blocco di nuove assunzioni, dall’altra, una concentrazione del lavoro su un numero limitatissimo di docenti. Con le lauree specialistiche alle porte, poi, la situazione è destinata a peggiorare, se si considera che un professore oggi gestisce fino a 20 crediti, il che significa 120 ore di lezioni frontali. Non so se si riesca veramente a percepire che cosa comporti tutto questo. Mi limito a sottolineare che, tenendo conto degli altri impegni pressochè quotidiani - consigli di corso di laurea, consigli di diparimento, consigli di facoltà, esami di profitto, esami di laurea, attività tutoriali, ricevimento studenti - il tempo per la ricerca, che è poi ciò che di fatto decide della qualità dell’insegnamento, viene, più che decurtato, annullato. Voglio sottolineare il cinismo che sta dietro questa scelta politica, che è potuta diventare operativa solo scommettendo sulla complicità che avrebbe trovato da parte chi ne costituisce fin dall’inizio la vittima predestinata: lo studente. Ci sono modi diversi di guadagnarsi tale complicità. Il più ovvio è puntare su questo luogo comune: un professore che impegna una parte consistente del suo tempo e delle sue energie alla ricerca, lo sottrae al suo referente più naturale: lo studente. A ben guardare, infatti, la parola d’ordine con cui questa riforma è riuscita ad esercitare un certo appeal è: ridiamo allo studente ciò che gli è stato per tanti anni tolto ingiustamente. Oggi, in effetti, questo obiettivo può dirsi conseguito a tutti gli effetti. Il professore è finalmente a diretto e costante contatto con lo studente: lo vede una settimana sì e una no agli esami, una volta al mese alle prove in itinere e, per un intero semestre, alle lezioni; trascorre amorevolmente alcune ore della notte a correggere le sue prove scritte e alcune ore del giorno a commentarle; è tutor e insieme relatore delle sue tesi di laurea che arrivano puntualmente in allegato, per essere corrette e licenziate alle 2 del mattino, giusto un attimo prima di spegnere il computer, dopo avere risposto puntigliosamente alla ottantesima richiesta di prolungamento di esami. Le lezioni sono, ovviamente, il momento magico per stabilire il contatto. Che diamine: non basta forse uno sguardo per riconoscere lo studente, tra le centinaia di volti che affollano le grandi aule che hanno sostituito da un paio d’anni le sale cinematografiche? Personalmente, ho una grande nostalgia di quei tempi. Volete mettere l’atmosfera di complicità che si respirava al buio, con le labbra incollate a un microfono perennemente guasto? Eccolo il nuovo professore, a cui pensa la Signora Moratti. Vi siete chiesti a che cosa serve tutto questo? Quello che ho appena richiamato è l’identikit di qualcuno che riesce ancora a dare l’illusione che le cose funzionino in una situazione in cui, di fatto, non c’è niente che funzioni. Lo studente lo scopre a sue spese quando, col suo diploma di laurea nuovo di zecca, tenta di farsi strada nel mercato del lavoro. Qualcuno se ne rende conto prima e cerca un alternativa, con scarsi risultati, purtroppo: i guai della riforma non valgono solo per le università siciliane. C’e modo di contrastare questa riforma? E’ possibile, se gli studenti lo vogliano. Ne vale la pena? Certamente. Questa riforma non minaccia solo la dignità dei docenti, spegnendo la loro curiosità e la loro voglia di costruire qualcosa. Sbarra qualsiasi futuro a tutti quegli studenti - io ne ho conosciuto di geniali nel mio percorso - che potrebbero dare un futuro a questa università, nonchè un senso al lavoro di chi ha scommesso sul loro talento.


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> Report distratto sulla riforma Moratti
18 marzo 2005, di : lolli

E’ vero nelle strutture universitarie ci sono anche le menti geniali che sfornano imput e sono buoni ricercatori solitamente osteggiati, perchè si sa le buone idee solitamente sono buone per alcuni e cattive per altri, dipende da quale parte della barricata sei. Solitamente una buona ricerca è però stata sviluppata provata e testata da anni. Le idee geniali che vediamo ultimanente sono invece dei veri rompicato per creare malesseri e follie collettive. Ma non dimentichiamoci che esistono anche amministrativi che si ingegnano per restare al passo con il progresso e sfornano idee, chi le paga a loro queste idee... e poi arriva qualcuno, solitamente persona senza pregiudizi e di poco valore che ti ruba l’idea che magari tu hai già sviluppato, ci mette un bel logo lo registra e diventa promotore di idee geniali. Questo 99 volte su cento è il docente universitario. La Legge Moratti in questo non agevola certamente la buona ricerca, ma come si può definire buona una ricerca, rispetto ad un’altra? Con il buon senso cercando valutatori umili che vogliono solo il benessere dei colleghi cittadini, fare come una grande azienda che manda i suoi dipendenti ad assaggiare i prodotti che poi dovrà mettere in commercio, se quel assaggiatore ci tiene alla sua azienda sceglierà sicuramente il prodotto migliore, e cosi per la nostra azienda ITALIA se siamo noi ad assaggiare un servizio vedi riforma Moratti e questo non piace, dobbiamo corregerlo dare indicazioni sulla correzione od eliminarlo oppure assaggiarlo e dire non piace cosa che sta facendo la maggior parte delle persone, ma attenzione dobbiamo saper dare un’alternativa rapportandoci con le leggi Europee e con la concorrenza sleale. Forse l’onestà è il vero nemico che tutti stanno combattendo? Lo vedremo nei prossimi anni...