Renzi, direttore non responsabile

De Benedetti licenzia direttore – Vigilanza Rai: tre donne tre – A Palermo sconfitta querela temeraria

di Adriano Todaro - mercoledì 12 aprile 2023 - 1277 letture

DE BENEDETTI LICENZIA DIRETTORE – Carlo De Benedetti, editore del Domani ha, nella pratica, licenziato il direttore Stefano Feltri (niente a che vedere con il figlio di Vittorio Feltri che si chiama Mattia e lavora alla Stampa). Feltri, che era vicedirettore al Fatto Quotidiano, lascia la direzione dopo poco più di tre anni da quando è uscito Domani. Al suo posto il vice direttore Emiliano Fittipaldi, un giornalista abituato a fare inchieste e non a dirigere quotidiani. Il motivo del licenziamento è che De Benedetti non è contento di come vanno le cose nel suo quotidiano, soprattutto dal punto di vista del digitale che è il vero futuro dei quotidiani. Probabilmente la nomina di Fittipaldi è una nomina di “attesa”. Il tempo di trovare un direttore che sposi decisamente il digitale oltre che il mantenimento del cartaceo. Feltri aveva dichiarato, nel passato, che il suo quotidiano vendeva 14 mila copie al giorno. Si fa il nome anche di Marco Damilano. E con la nuova segretaria del Pd è necessario riposizionarsi.

RENZI DIRETTORE NON RESPONSABILE – Questa ci mancava proprio e sentivamo un grande bisogno di persone che hanno chiaro cosa sia l’informazione, quella libera, naturalmente. Ed ecco la notizia di alcuni giorni orsono: Matteo Renzi dopo essere stato alla Ruota della fortuna, segretario del Pd, parlamentare, presidente del Consiglio, amico di uno esperto in motoseghe dell’Arabia Rinascimentale, è stato nominato direttore de Il Riformista. Non direttore responsabile (il nuovo direttore responsabile sarà invece annunciato nei prossimi giorni) perché il fiorentino non è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e, quindi, non può dirigere un giornale. È stato nominato “Direttore editoriale”, una figura non obbligatoria secondo la legge che in redazione rappresenta l’editore. E l’editore è Alfredo Romeo, campano, nello scorso novembre condannato a due anni e sei mesi in un filone giudiziario del caso Consip, in cui era accusato di aver corrotto con centomila euro un dirigente della centrale acquisti, Marco Gasparri, in cambio di informazioni riservate che potessero aiutarlo a vincere le gare: per quest’accusa l’imprenditore delle pulizie era stato arrestato nel marzo del 2017. A Romeo è stata inflitta anche la pena accessoria dell’incapacità a contrarre con la pubblica amministrazione per un anno. La direzione di Renzi partirà dal 3 maggio e si concluderà il 30 aprile del 2024. «Poi vedremo cosa fare da grandi», ha aggiunto Renzi, confermando che il giornale uscirà 5 giorni su 7 e avrà 12 pagine. Piero Sansonetti, invece, si sposterà come abbiamo più volte scritto a dirigere l’Unità. Alla conferenza stampa fatta da Renzi e Sansonetti questi ha affermato che «Al momento ci sono equilibri editoriali spostati a destra, con Riformista e Unità, colmiamo il vuoto che c’è per i giornali a sinistra e centro sinistra… Romeo ha avuto l’idea geniale di chiedere a Matteo Renzi di dirigere il Riformista, e lui ha accettato… Sono convinto che possa dare nuova linfa e che il suo giornale possa essere una novità assoluta in politica e in editoria», ha chiosato, ribadendo l’intenzione di «fare giornali diversi». Per nulla contenti i lavoratori dell’Unità che hanno ricordato che «Parliamo dello stesso Renzi segretario del Partito Democratico nel periodo più buio per L’Unità: dall’avvento degli editori Pessina-Stefanelli, all’uscita del Pd dalla società editoriale, alla chiusura del quotidiano. La storia più recente ha raccontato la procedura fallimentare a carico degli editori Pessina-Stefanelli e l’acquisto all’incanto della testata fondata da Antonio Gramsci da parte dell’editore Alfredo Romeo, già proprietario de Il Riformista. La vera notizia è il ritorno in edicola dell’Unità, dice Renzi, ma dimentica che il nuovo progetto editoriale ha lasciato fuori le giornaliste e i giornalisti dell’Unità che hanno vissuto sulla loro pelle l’epilogo della testata. Un’operazione, lo ribadiamo, che si manifesta non come un’opportunità per il pluralismo dell’informazione, recuperando una testata fondamentale per la storia democratica del Paese con il suo patrimonio professionale, ma come una mera speculazione editoriale. È la prima volta – si legge in conclusione – che un’intera redazione, quella de Il Riformista, scriverà le pagine della nuova L’Unità mentre si darà vita a una nuova redazione che sarà diretta da Matteo Renzi. All’editore Alfredo Romeo e al direttore Piero Sansonetti ricordiamo con forza che la vicenda dell’Unità coincide con la storia di 17 giornalisti e 4 poligrafici licenziati dopo il fallimento. Il tema occupazionale e professionale resta intatto».

VIGILANZA RAI: FUMATA BIANCA – Finalmente è stata eletta la presidente della Vigilanza Rai. Si tratta della 5 Stelle Barbara Floridia che ha ricevuto 39 voti su 42. Con il governo Draghi, è stata sottosegretaria all’Istruzione. Per il ruolo di vicepresidenti sono state elette Augusta Montaruli (Fdi) e Maria Elena Boschi (Az-Iv), rispettivamente con 16 e 19 voti. Montaruli è stata condannata, in via definitiva, a 1 anno e sei mesi per peculato a seguito delle cosiddette “spese pazze” della Regione Piemonte, Secondo i giudici avrebbe utilizzato 25 mila euro pubblici per spese illegittime. Si era dimessa da sottosegretaria all’Università ma non da deputata. Nominata la presidente non si chiude, ovviamente, il problema Rai. Intanto i lavoratori Rai hanno deciso una mobilitazione per tutto il mese di maggio per culminare con uno sciopero generale per il 26 maggio. Inoltre, la Vigilanza dovrà bloccare gli appetiti dei partiti. Già si parla di riposizionamenti e Monica Setta (quota Lega) dovrebbe andare al posto di Serena Bortone a “Oggi è un altro giorno”. Nunzia Di Girolamo, ex deputata e ministra del governo Letta, che è come il nero, va bene su tutto, dovrebbe andare ad “Agorà”. Pino Insegno dovrebbe andare a condurre “L’Eredità”. Al Tg1 gara fra Gian Marco Chiocci e Nicola Rao. Rao libererebbe la poltrona del TG2 ad Antonio Preziosi ecc. ecc. Insomma, tutto escluso l’informazione. Barbara Floridia è nata a Messina, 46 anni, laureata in Lettere Moderne, è insegnante di liceo.

PALERMO: SCONFITTA QUERELA TEMERARIA – Vincenza Romina Lupo, l’unica candidata a sindaco alle elezioni comunali di San Cipirello (Palermo), non eletta nell’ottobre del 2021 per mancato raggiungimento del quorum, aveva dato mandato al suo legale di portare in tribunale il giornalista Leandro Salvia e chiedere 100 mila euro per i danni subìti a seguito di articoli su Il Giornale di Sicilia e sul blog Vallejatonews. La candidata a sindaco si era sentita danneggiata perché il giornalista aveva scritto che essa era stata “consulente” della precedente amministrazione sciolta nel 2019 per infiltrazioni mafiose con incarichi per complessivi 20.700 euro. Secondo la denuncia, gli articoli avevano «senza dubbio inciso negativamente sulla decisione di voto», per aver «fornito al lettore degli elementi per collegarla alla precedente amministrazione». Il Gip del Tribunale di Palermo, invece, ha archiviato il procedimento per diffamazione contro Salvia perché «Il contenuto degli articoli di Salvia appare in linea con il diritto di cronaca-critica, posto che è stata appurata l’oggettiva esistenza dei fatti che il giornalista riferiva e la loro pertinenza all’interesse pubblico della notizia, che ruotava attorno a un personaggio pubblico, candidato alla carica di sindaco. Al termine delle indagini condotte dal Pm si appurava la correttezza delle informazioni pubblicate da Salvia circa gli incarichi precedentemente ricoperti da Lupo, la quale, in sede di escussione a sommarie informazioni testimoniali, confermava di aver effettivamente rivestito il ruolo di consulente del collegio difensivo del precedente sindaco di San Cipirello, nonché di aver percepito la somma indicata dal giornalista nell’articolo». Qualche volta, una buona notizia.


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