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Renato Curcio "L’Impero Virtuale" (Sensibili alle Foglie)

La colonizzazione imperialista continua, cambiano solo gli strumenti

di Emanuele G. - lunedì 12 ottobre 2015 - 4140 letture

La tematica che Renato Curcio affronta nel suo ultimo saggio è una tematica pesante. Pesante in quanto incide in maniera determinante sul concetto stesso di libertà. Concetto viepiù destinato a ridursi. Quasi ad annullarsi. Come se potessimo farne a meno. In sintesi, ci dicono che siamo “liberi”, ma, in verità, ci siamo costruiti dei marchingegni che sortiscono effetti diametralmente opposti. Relegandoci in novelle schiavitù.

Tutto nasce dal desiderio – mai represso nell’uomo – di colonizzare. Ossia di sottoporre al suo arbitrio i propri consimili. La colonizzazione utilizza a guisa di strumento principe l’immaginario. Un qualcosa, cioè, che colpisce l’uomo rendendolo sempre più schiavo. Non per nulla l’autore inizia con le campagne di conquista poste in essere dall’esercito sabaudo contro il Meridione d’Italia allorquando l’uso della fotografia permise di raggiungere più facilmente l’obiettivo. Che era quello di dimostrare che quelli che stavano a sud erano criminali. Sono passati decenni, ma la situazione non è cambiata di molto. Anzi tende a peggiorare.

Gli strumenti che l’uomo ha inventato per comunicare e che dovrebbero, almeno in teoria, permettergli di avanzare verso una democrazia più compiuta e diffusa, sono in realtà utilizzati per sorvegliarlo e intimorirlo. Ciò è ancora più evidente ed eclatante con internet. Abbiamo dei coloni – i gruppi leader del settore – e noi i colonizzati. Vengono posti in essere dei dispositivi atti a suggellare tale scopo. Il mito della trasparenza. La realtà aumentata. L’espansione della socialità. L’attrazione della gratuità. Quattro dispositivi che noi – colonizzati – usiamo nella speranza di creare relazioni trasparenti, di accrescere il nostro contatto con la realtà, di espandere la socialità e, infine, pensiamo che tutto ciò è possibile in quanto gratuito. Questi dispositivi sono solo degli specchietti per allodole al fine di ingabbiarci e comandare con maggiore profitto e forza.

Noi dobbiamo essere a disposizione di una nuova oligarchia. Quella di internet. Quindi, Google, Facebook, Twitter, Microsoft e così via discorrendo. Dobbiamo essere per loro solo dei sudditi il cui unico obiettivo è quello di rafforzare il loro potere. Il potere de “L’Impero Virtuale”. Un “impero virtuale” che si costruisce con algoritmi, immagazzinamento di dati, profili, rubriche telematiche, sorveglianza implacabile, filtri e censure. Insomma, noi siamo dei lavoratori di internet e dobbiamo essere sorvegliati nel minimo dettaglio. Nel minimo dettaglio in quanto ogni dettaglio contribuisce a migliorare il principio della sorveglianza globale.

Si passa dalle relazioni alle connessioni. Ovverossia a socialità inesistente e meccanicistica. Siamo, pertanto, solo maschere. Non ci è permesso un linguaggio. Dobbiamo produrre solo dei simboli. O degli avatar. Ci troviamo all’interno di un mondo incantato, ma siamo diventati degli schiavi mentali. Attraverso l’iper-connessione e il multi-tasking appariamo essere dei fantasmi “digitali”. Buoni solo per produrre una memoria così labile che si trasforma ratto in oblio globalizzante. Internet è davvero un panottico e un orecchio di Dionigi. Un sofistica sistema di controllo di massa. Al fine di occupare due territori: il mondo e il nostro animo. Capirete che a seguito di tale complesso ragionamento il principio della privacy è solo una foglia di fico. La tutela della privacy non serve per tutelarci, ma per fornire armi a plasmarci maggiormente. Alla fine ci sottomettiamo in maniera volontaria alla realtà virtuale per addivenire allo stadio di schiavo in tutto e per tutto. Altro che Etienne de La Boetie! Forse la “exit strategy” non è decolonizzare l’immaginario costruito a tavolino dall’oligarchia per tenerci in scacco? In fondo, ogni cosa attiene alle nostre scelte personali. E’ qui che dobbiamo iniziare la nostra battaglia contro “L’Impero Virtuale”.

Sito di Sensibili alle Foglie (cliccare sulle parole in grassetto).


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