Recupero e valorizzazione del Giardino Bellini di Catania

Il Coordinamento in difesa della villa Bellini di Catania, a seguito degli incontri tecnici tenuti nei giorni 27, 28, 29 ottobre, 2 e 3 novembre 2004, durante l’incontro del 9 novembre 2004 con il sig. Sindaco fa rilevare che...
Il GIARDINO BELLINI è un Giardino storico anche se non ufficialmente dichiarato storico dalla Soprintendenza (l’iter non è stato mai attivato). Gli oltre 14.000 cittadini che hanno firmato la petizione in difesa della Villa Bellini identificano la Villa Bellini come un bene culturale, architettonico e botanico. Un insieme che va salvaguardato dalle incurie, dalla cattiva gestione e manutenzione, da interventi di trasformazione.
Un GIARDINO STORICO è una composizione architettonica e vegetale che dal punto di vista storico o artistico presenta un interesse pubblico. Come tale è considerato un monumento vivente. ( Art 1 della "Carta di Firenze") Il giardino storico è anche un’opera d’arte e, come tale, bene culturale, risorsa architettonica e ambientale, patrimonio dell’intera collettività. L’intervento tecnico di conservazione dovrà pertanto rispettare il complessivo processo storico del giardino e l’evoluzione della struttura e delle configurazioni via via assunte nel tempo. Così recita, tra l’altro, la "Carta dei giardini storici" redatta a Firenze nel 1981." Il giardino storico è preminente luogo di memoria." Rappresenta il mondo ideale dei nostri antenati e attraverso il verde penetriamo all’improvviso nella vita del passato. Un ambiente in cui siamo già vissuti, tra scenari che ci sono in qualche modo familiari, nella vita di quelle generazioni passate la cui esistenza forma un tutt’uno con la nostra. Ed è spesso un senso di armonia con l’ambiente quello che percepiamo non appena entriamo in un parco o giardino storico". Un Giardino storico è preservato e protetto da numerosi riferimenti legislativi nazionali: • Art. 9 e 117 della Costituzione - la repubblica tutela e valorizza il patrimonio culturale - • Legge 1 giugno 1939, n. 1089, oggi Decreto Legislativo 490/99, che garantiscono la conservazione dei bendi proprietà pubblica realizzati da oltre 50 anni. • Decreto Legislativo 22/01/04, n. 42 " Codice dei beni culturali e del paesaggio……": Art. 10: sono beni culturali le cose mobili ed immobili appartenenti alla Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. Sono comprese le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse storico e artistico ( comma 4). Art. 20: I beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tale da recare pregiudizio alla loro conservazione. Art. 30: Lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali, nonché ogni altro ente ed istituto pubblico hanno l’obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza. Art. 101: Ai fini del presente codice sono istituti e luoghi di cultura i musei ……………, i complessi monumentali:( comma 2/f) "complesso monumentale", un insieme formato da una pluralità di fabbricati edificati anche in epoche diverse, che con il tempo hanno acquisito, come insieme, una autonoma rilevanza artistica, storica o etnoantropologica. Art. 136: Sono soggetti alle disposizioni di questo Titolo per il loro notevole interesse pubblico…..le ville, i giardini, i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del presente codice, che si distinguono per la loro non comune bellezza.
Il Giardino storico è un insieme di forme, di funzioni, di colori, di percorsi, di essenze vegetali particolari ecc. Oltre all’impianto vegetale il giardino storico è costituito anche da percorsi e spazi di aggregazione che sono interconnessi e intrinsecamente legati all’architettura del verde. Le due collinette con il chiosco della musica e con la c.d. palazzina cinese, il piazzale centrale quale elemento di aggregazione e punto focale dei tre anelli concentrici che in esso vanno a convergere: sono anche questi elementi fondanti di un giardino storico.
Pertanto il Coordinamento in difesa della Villa Bellini invita il sig. Sindaco On. Umberto Scapagnini a fare modificare il progetto da consegnare all’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali per le successive fasi burocratiche, in modo che venga approvato con le seguenti modifiche irrinunciabili:
non venga realizzata la grande vasca (laghetto) in pietra lavica ed il piazzale rimanga destinato alle sue funzioni attuali (luogo di aggregazione e punto focale dei tre anelli concentrici esistenti) senza alcuna installazione di cosiddetti giochi d’acqua, di impianto di illuminazione a pavimento con corpi illuminanti diretti verso l’alto. La superficie del piazzale va mantenuta in materiale morbido e permeabile e non rigido come quello previsto in pietra, per preservare, negli eventuali eventi di caduta, l’incolumità fisica dei bimbi e degli altri fruitori.
venga ricostruita La "Palazzina cinese" sia per dare equilibrio e completezza alle due colline, sia perché presente come elemento orientaleggiante in gran parte dei giardini storici di fine ottocento-primi novecento, sia per dare una risposta forte da parte dell’Amministrazione comunale agli atti illegali e quindi a coloro che per vandalismo o per altro le hanno dato a fuoco. La ricostruzione, come elemento di certezza, deve essere prevista nell’impianto complessivo della gara d’appalto e non tanto inserita nella voce "Somme a disposizione dell’Amministrazione".
l’anello centrale non venga trasformato a prato e venga mantenuto nelle sue funzioni, eliminando la superficie asfaltata che potrebbe diventare in parte aiola; ciò consentirà di fare respirare le radici degli alberi. La superficie rimanente (parte centrale) dovrà essere definita con lo stesso materiale di definizione del piazzale centrale.
non venga spostata la zona per il gioco dei bambini che oggi è nel piazzale centrale all’ombra sotto i grandi platani sul lato di Piazza Roma, in un’area di fatto attigua al Viale Regina Margherita e quotidianamente interessata da consistenti fenomeni di inquinamento atmosferico ed acustico dato il notevole e continuo traffico veicolare
non vengano espiantati tutti gli Schinus molle su via Tomaselli, tutti i Ligustri e gli Oleandri presenti sotto i Platani soprattutto dal lato di Piazza Roma, complessivamente centinaia di alberi ed arbusti, ma solo qualche individuo di Schinus che presenti problemi di stabilità, che va rimpiazzato con nuove piante della stessa specie. Analogamente per le Sophore japoniche. Per le piante di Schinus e di Sophore occorre effettuare tutte le operazioni fitosanitarie necessarie per il loro mantenimento. Oleandri e Ligustri sono molto resistenti e sono caratteristici della Villa. Vanno mantenuti. Va assolutamente evitato l’impianto del filare di Cipressi e Lecci previsto lungo via Tomaselli, anche per motivi di sicurezza. Con riferimento al Labirinto di Biscari, confermando che da un punto di vista storico non esiste alcun riferimento grafico del Labirinto originario e che pertanto l’attuale disegno architettonico proposto dalla progettista è una sua personale interpretazione, non si condivide, né risulta in linea con i principi della Carta di Firenze, l’eliminazione dell’impianto arboreo ed arbustivo di superficie a favore di cipressi e di parterre plastici. Si può essere d’accordo solo sull’opportunità di riportare alla luce i cunicoli esistenti.
Relativamente agli Impianti Tecnologici previsti (antincendio, irrigazione, alimentazione idrica e scarico, vasca con getti idrici nel piazzale centrale, impianti elettrici, di terra, di illuminazione per le diverse parti del Giardino, per la vasca centrale, per le fontane ecc., di illuminazione a gas, di alimentazione del gas, di videosorveglianza, di diffusione sonora) dovendo tali impianti passare sotto terra con cavidotti e tubazioni saranno un grave pericolo per le radici di alberi adulti di grande valore paesaggistico ed economico in quanto gli scavi andranno a tranciare le radici. Pertanto va redatto un piano dei sottoservizi realistico che stabilisca le quote sotto il piano di campagna e le distanze dagli alberi più grandi; va altresì redatta una planimetria che indichi le zone da preservare.
E’ inoltre previsto un enorme cunicolo dei servizi, non attinente gli impianti della Villa Bellini, lungo circa m 420 e che comporta uno scavo di circa m 4 di larghezza per m.4 di profondità: un tale cunicolo di fatto trancerà irrimediabilmente le radici dei platani dell’anello centrale. Tali alberi, grazie alle loro grandi risorse endogene non moriranno subito ma dopo 4-5-6 anni.
Relativamente al Labirinto, va vista con molta attenzione la problematica della Cabina elettrica di trasformazione sottostante l’area in cui ricade il Labirinto stesso e la fattibilità di un eventuale spostamento in termini di soggetti da coinvolgere e di costi.
Per quanto riguarda gli impianti di illuminazione, oltre al notevole inquinamento luminoso prodotto dai corpi illuminanti diretti verso l’alto per l’illuminazione di alberi, statue, fontane ecc., essi stravolgerebbero completamente l’equilibrio notturno del Giardino facendo allontanare qualsiasi specie animale presente e modificando i ritmi biologici delle piante, riducendo di fatto il valore ecologico del giardino stesso. Vanno pertanto rivisti i criteri ispiratori del progetto di illuminazione ed i corpi illuminanti, privilegiando, soprattutto per il lato sud del Giardino, i criteri del risparmio energetico e della riduzione dell’inquinamento luminoso ed eliminando tutti i tratti degli impianti di illuminazione con corpi illuminanti diretti verso l’alto.
va redatto un piano di manutenzione, di gestione e di ammortamento degli impianti.
Gli impianti tecnologici hanno una notevole incidenza sul costo complessivo del progetto. Una tale mole di impianti comporta un notevole costo di manutenzione annuo per il loro normale funzionamento ed un costo notevole di gestione (si pensi ad esempio solo all’energia elettrica necessaria per pompe ed altri macchinari e per i corpi illuminanti). Gli impianti si deteriorano con grande velocità e periodicamente vanno rinnovati: occorre quindi tener conto da parte del comune fin dalla loro immissione in possesso di accantonare una quota annua per l’ammortamento.
Paradossalmente si potrebbe verificare che gli operai addetti alla manutenzione degli impianti possano superare in numero quelli necessari per la manutenzione del verde.
L’Amministrazione cittadina deve sapere quali sono le previsioni di tali costi e quindi qual’è l’impegno economico che i cittadini si dovranno caricare in futuro dopo la realizzazione degli interventi previsti in progetto, anche considerando il fatto che le risorse economiche per la gestione del verde sono sempre limitate e le prime a ridursi in caso di necessità per altri usi di Bilancio.
Attività commerciali da svolgere dentro la Villa Bellini: viene data molta enfasi alle attività commerciali che possono essere svolte all’interno del Giardino, come se l’Amministrazione, grazie agli introiti derivanti da tali attività, potesse coprire i costi di gestione del Giardino stesso. Una tale ottica non solo viene ritenuta da questo Coordinamento inattuabile al Giardino Bellini, ma addirittura viene considerata molto rischiosa concettualmente, in quanto potrebbe giustificare azioni o attività che potrebbero essere di nocumento al Giardino stesso in nome di un introito economico che non può che essere irrisorio.
Catania 09 novembre 2004
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salve...vorrei espore anche un mio pensiero, un mio parere al riguardo. Il mio "sogno" è quello di portare la Villa Bellini al sua antico splendore, cioè facendolo ritornare anche giardino zoologico, ricco di lemuri e volatili particolarmente affascianti, con elefanti e quant’altro... purtroppo, avendo appena 15anni, non ne so molto sull’argomento (i piani attuali e la bellezza di un tempo), ma è un argomento che ho preso molto a cuore, dato che vorrei un futuro da zoologo e un giardino zoologico sarebbe un’ottima base sopra cui "edificare" il mio futuro...spero che queste mie, non siano "parole al vento" e che vengano prese in seria considerazione... distinti saluti
Gabriele
sono ancora io... Gabriele.. scusate piccoli errori di scrittura prima effettuati..grazie...
Ri-costruire. In tutta Europa negli spazi del passato sono stati inseriti segni del presente.Anzi nel restauro non sono ammesse le ricostruzioni e se fosse indispensabile effettuare degli inserimenti questi debbono essere datati nel senso che il lettore del monumento può leggere la parte aggiunta distinguendola dalla originale.Sarebbe stato meglio proporre la possibilità di consegnare fra gli altri progetti innovatori (e anche per questa possibilità gli esempi non si contano).Lo so che sarà ricostruito "come era e dove era", ma almeno in una mostra dei progetti presentati potevano essere esposte soluzioni discutibili, interessanti, geniali, inventive, con le stesse misure in altezza e in pianta del chiosco distrutto, con gli stessi materiali, il genio del nuovo nel fascino del passato. "Come era e dove era"quando facevamo l’Università era una bestemmia, fra di noi la chiamavamo PATACCA.
Applicando alla lettera quanto da Lei scritto si sarebbe potuto ipotizzare la riverniciatura della Cappella Sistina con rappresentazioni più consone allo spirito del XX secolo. Non solo! La Pietà di Michelangelo avrebbe dovuto essere lasciata monca.
Il restauro è una cosa seria e non se ne può fare un’occasione per spingere una innovazione che, francamente, non credo esista.