Rapporto sull’antisemitismo in Italia

di Redazione - sabato 20 dicembre 2003 - 12045 letture

L’Italia

(253) I 35.000 ebrei, 25.000 dei quali appartenenti alle varie comunità ebraiche, sono del tutto integrati nella popolazione italiana (popolazione totale: 56,3 milioni). Dopo la seconda guerra mondiale, in Italia il pregiudizio antisemita ha raramente assunto forme aggressive; i casi di aggressioni violente sono stati rari. Tuttavia, con l’aumento del numero dei gruppi di estrema destra dall’inizio degli anni ’90, il quadro è cambiato. Sebbene nella società italiana le tradizioni antisemite siano di scarsa virulenza, il lavoro di rete dell’estrema destra presente nello scenario internazionale, che usa l’antisemitismo per creare tali reti, ha portato a un forte orientamento antisemita anche nell’estrema destra italiana. Nel 1995 gli episodi di antisemitismo sono passati da 30 a 50 all’anno; dalla metà del 2000 (aumento del 30-40%) al marzo-aprile 2002 è stata registrata un’impennata del 100% (254). Ciò è dovuto in prima istanza al conflitto in Medio Oriente. Comunque, al di là di questo fattore, è riscontrabile nella popolazione una grossa presenza di idee e atteggiamenti xenofobi, a loro volta alimentati da osservazioni razziste nel dibattito pubblico (politica e carta stampata) (255). A farne le spese sono soprattutto i lavoratori migranti, socialmente emarginati, circa 700.000 persone (510.000 dei quali provenienti dal Marocco, dalla Tunisia e dall’Albania). Negli anni ’90, in Italia, hanno riscosso un certo successo non solo la cultura ebraica in sé, ma anche la storia di Israele, la sua letteratura e il suo cinema: un fatto sorprendente per quanti avevano vissuto i difficili anni ’70 e ’80 in cui il risentimento anti-israeliano era forte, particolarmente nella sinistra. La crisi iniziata all’inizio del 2001 ha accelerato un processo imprevisto e imprevedibile che in altri paesi, specialmente in Francia, è già evidente. In Italia questo processo ha lasciato aperte per il futuro varie opzioni, che non sono immediatamente chiare. In Italia la seconda Intifada ha messo in moto dei meccanismi inaspettati, in cui i tradizionali pregiudizi antiebraici si mescolano a stereotipi politici. E’ importante tenere presente che il cosiddetto «antisemitismo spirituale (o psicologico)» ha avuto un maggiore impatto sul fenomeno complessivo della storia culturale italiana nel corso del XX secolo (vedi Julius Evola) (256).

Al contrario che in Francia e in Belgio, in Italia le aggressioni antisemite si sono per ora limitate a insulti verbali, scritte sui muri e simili. Ma da quando è iniziata la seconda Intifada , tra gli episodi si registrano minacce di morte contro gli ebrei, con stereotipi sia antisemiti che antiisraeliani, spesso usati come sinonimi. Gli aggressori sono italiani e, finora, quasi nessuno appartiene al milieu degli immigrati musulmani, a differenza che in Belgio, Francia e Paesi Bassi. Contrariamente ad altri paesi, in Italia c’è piuttosto un revival di topoi anti-giudaici associati ai tradizionali stereotipi antisemiti e antisionisti radicati nella sinistra. Ciò è apparso particolarmente evidente durante i fatti avvenuti nella Chiesa della Natività a Betlemme (257). Il peggioramento del conflitto arabo-israeliano e in particolare la questione di Betlemme e della Chiesa della Natività hanno portato ancora una volta all’assunzione di posizioni ambigue in alcuni contesti e hanno visto l’uso di un linguaggio potenzialmente pericoloso.

Atti di violenza fisica

All’inizio dell’anno ci sono state alcune aggressioni. Ad esempio, a gennaio, un avvocato ebreo è stato aggredito da due teppisti che lo hanno colpito con una mazza sulla testa e sulle spalle. Sembra che di questa aggressione siano responsabili degli estremisti di destra (258). Un certo numero di aggressioni sono avvenute ad aprile, ma nei mesi successivi c’è stato un calo. I casi registrati hanno coinciso con il riacutizzarsi della tensione internazionale. Tale coincidenza rendeva i picchi registrati del tutto prevedibili. I commentatori italiani ritengono che l’aumento dell’antisemitismo sia il risultato della politica del governo israeliano nei confronti degli arabi da quando è scoppiata l’Intifada (259). Vi sono comunque alcune eccezioni. Queste possono essere ricollegate alla specifica situazione italiana e si ha spesso la sensazione che la mancanza di attenzione o un minor interesse da parte dell’opinione pubblica in relazione a tali aggressioni sia il risultato della situazione politica nazionale, della sua crisi interna e delle forti divisioni politiche tra il governo e i partiti di opposizione, un fattore che comporta gravi conseguenze sulle diverse sfere della vita pubblica. Dimostrazioni, marce e altre iniziative politiche si sono registrate alla fine di marzo, ma senza dubbio l’acme è stato raggiunto nel periodo che ha avuto inizio con l’occupazione israeliana di Betlemme, con la situazione di stallo determinatasi alla Chiesa della Natività (2 aprile) e con l’attacco al campo profughi di Jenin (10 aprile). Alla fine di aprile la tensione, così come l’attenzione da parte dei media, era diminuita nuovamente, lasciando dietro di sé alcune conseguenze e qualche polemica piuttosto fiacca.

4 aprile: distruzione del lavoro di ricerca e degli archivi sull’Olocausto e sulla resistenza degli studenti del Liceo Galileo Ferraris di Varese, dove sono andati distrutti i pannelli per le affissioni, mentre sui muri della scuola sono comparse scritte in colore rosso come «ebrei al rogo» (260). Varese appartiene a una delle roccaforti dei gruppi di estrema destra italiani, in particolare quella degli skinheads di destra (261).

2 giugno: alcuni giornali hanno riferito che due estremisti di destra erano stati arrestati per aver progettato un attacco nel ghetto di Venezia (262). Sono state sequestrate armi di grosso calibro e una cartina con i confini del ghetto di Venezia chiaramente evidenziati.

Aggressioni verbali/espressioni di odio

Politica (263)

Il 2 aprile alcuni ebrei di Roma hanno inscenato una protesta di fronte alla sede di Rifondazione Comunista. Sebbene pacifica, la protesta ha causato qualche problema con i passanti: alcuni automobilisti hanno reagito all’ingorgo del traffico in Corso Italia e sono stati gridati slogan antisemiti ai manifestanti. Durante un evento organizzato dal Social Forum di Bologna in sostegno dei palestinesi, le parole ricorrenti contro Israele sono state: «genocidio», «deportazione», «sionisti fanatici e razzisti», accompagnate dalla proposta di un grande boicottaggio dei prodotti israeliani, che «potrebbero essere associati al genocidio». Il periodo in questione è stato segnato da una lunga e accesa controversia tra sindacati e governo sulla proposta di revisione di un decreto che prevedeva la cancellazione dell’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Tale crisi ha portato a uno sciopero generale (16 aprile) che ha coinciso con la settimana in cui la crisi mediorientale raggiungeva il culmine. Durante lo sciopero e le relative dimostrazioni di piazza, nelle celebrazioni del Giorno della Liberazione (25 aprile), l’empatia generata dai sentimenti filopalestinesi ha avuto il sopravvento sulle questioni sindacali o sulle affiliazioni storiche che avevano radunato migliaia di persone per protestare nelle piazze, trasformando, in alcuni casi ma non in tutti, quegli eventi in forme di propaganda anti-israeliana esplicita.

4 aprile: Rifondazione Comunista ha inaugurato il suo congresso nazionale. Alcuni osservatori sono stati colpiti dall’apertura dei lavori: un video mostrava immagini di un bambino palestinese che il padre ha cercato inutilmente di proteggere dai colpi di arma da fuoco (i fotogrammi di quel video sono apparsi in una serie di siti dell’estrema destra internazionale, lasciando intuire che il bambino è stato ucciso dai soldati israeliani). Il video è stato proiettato insieme a una scena del film Roma città aperta . La scena del film mostra un soldato nazista che spara all’attrice Anna Magnani con una mitragliatrice. Il segretario generale del partito, preoccupato dalle reazioni alla politica palesemente filopalestinese del partito, ha chiuso il congresso tre giorni dopo dichiarando che il partito appoggia tutte le minoranze, e ha dichiarato: «Noi siamo ebrei». Durante il congresso, alcuni oggetti facevano esplicito riferimento alla Palestina: la bandiera palestinese, un libro del rappresentante dell’Autorità nazionale palestinese in Italia, «Diario segreto» (con prefazione di un ex Presidente italiano), oltre ad altri testi di leader palestinesi, e la kefiah , il tradizionale copricapo arabo. Durante lo sciopero generale del 16 aprile, a Torino molti dimostranti hanno indossato la kefiah . La kefiah è presente anche nei movimenti politici italiani e europei di estrema destra. Alcuni partecipanti alle dimostrazioni filopalestinesi hanno apertamente mostrato il loro atteggiamento radicale: si sono vestiti da attentatori suicidi, con tutte le bardature.

6 aprile: una folla imponente di persone che manifestavano contro la globalizzazione ha sfilato per le strade di Roma, e giovani vestiti da kamikaze hanno scandito slogan contro Israele. I leader dei Democratici di Sinistra e della Margherita si sono dissociati dalla protesta, che era stata promossa da tutti i sindacati e dai partiti di opposizione; per la prima volta i partiti politici della sinistra si sono divisi su questioni riguardanti il Medio Oriente. Alcuni striscioni contro Israele e il primo ministro israeliano Sharon comprendevano i seguenti slogan: «stato di Israele, stato di assassini»; «Sharon boia» (scritto con la «S » nazista); «Bush, Sharon, Peres» (con la «S » a forma di svastica); «i sionisti e i fascisti sono i terroristi»; «contro il terrorismo razzista di Usa, Europa e Israele, dalla parte delle masse palestinesi». «Olocausto? No grazie. Palestina libera»; «Olocausto palestinese, Europa, dove sei?» (264).

Dibattito pubblico

25 aprile: il Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec) è stato informato che durante una dimostrazione a Milano che ricordava l’anniversario della liberazione dell’Italia dai nazisti, sono stati esposti molti striscioni filopalestinesi, con scritte come «assassini, Sharon nazista, Intifada fino alla vittoria». Altri invece assimilavano la stella di David alla svastica o circondavano la stella con il filo spinato spezzato da un pugno chiuso (265). Graffiti

31 marzo: in una sinagoga di Modena sono stati rinvenuti graffiti con scritte antisemite e una svastica (266).

7 aprile: scritte antisemite sono state rinvenute in molti punti del vecchio ghetto di Venezia (267).

6 maggio: in un passaggio sotterraneo di Prato sono apparse scritte a caratteri cubitali che dicevano «ebrei assassini». Nello stesso giorno il Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano ha ricevuto una telefonata anonima in cui qualcuno ha detto: «vi bruceremo tutti» (268).

22 maggio: sui muri di Marrucini in Abruzzo sono stati scritti slogan antisemiti. Inoltre a Milano sono riapparsi sui muri della città (in Via Venini) dei messaggi come «via gli ebrei dal nostro quartiere». Media Sembra che si stia tornando a usare un linguaggio offensivo nei confronti degli ebrei (269); un esempio è costituito dall’uso dell’aggettivo «perfido» in relazione al governo israeliano - un termine che compariva nelle preghiere del venerdì santo cattolico e che fu condannato da Papa Giovanni XXIII (270). Alla radio e alla televisione di stato, nonché in alcuni circoli cattolici, abbondano le dichiarazioni anti-israeliane che lamentano le morti dei palestinesi mentre si glissa su quelle degli israeliani (271). E’ assolutamente fondamentale operare una netta distinzione tra il linguaggio utilizzato dal Papa e quello che appare nei media e nelle dichiarazioni di alcuni cattolici. Anche in alcuni dei giornali politicamente moderati si trovano qui e là accenni all’uccisione di Cristo. Ciò dimostra che, dopo essere stati assenti per decenni, si torna a ricorrere a simili stereotipi in alcuni contesti laici.

3 aprile: la prima pagina del quotidiano nazionale La Stampa pubblicava una vignetta di Giorgio Forattini a commento dell’occupazione di Betlemme. Alla vista di un tank israeliano, Gesù bambino in un presepe si chiede: «Mi uccideranno per la seconda volta?» (272). Sui giornali è seguito un acceso dibattito. Il direttore ha ricevuto molte lettere risentite, e molti lettori cattolici hanno protestato. Il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche, Amos Luzzatto, ha stigmatizzato energicamente il ritorno dell’accusa di deicidio, cancellata dal Concilio vaticano secondo. Il direttore de La Stampa ha preso le distanze dall’autore della vignetta. Nello stesso giorno qualcuno ha scritto sui muri di una sinagoga a Siena: «Israeliani assassini».

5 aprile: una delle principali autorità dello Stato - il Presidente del Senato - ha denunciato quello che ha definito «lo sbilanciamento dell’opinione pubblica italiana a favore unicamente della causa palestinese, con il rischio di alimentare così una campagna di antisemitismo, di cui abbiamo avuto esempi gravi e pericolosi». Lo stesso giorno qualcuno scriveva «Palestina libera» sulla facciata della sinagoga di Cuneo.

2 maggio: il quotidiano La Nazione di Firenze ha riferito che alcuni messaggi antisemiti erano stati scritti sui muri di una chiesa cattolica a Gavinana, alle porte di Firenze. Tali scritte inneggiavano all’Olocausto e ai vent’anni di dominazione fascista in Italia (273). Il capo della comunità ebraica romana, Leone Paserman, ha dichiarato. «I mass media italiani hanno avviato una campagna di disinformazione che alimenta l’odio anti-israeliano e anti-ebraico» (274). Il 18 aprile la famosa giornalista e scrittrice italiana Oriana Fallaci ha pubblicato la sua condanna dei media, della Chiesa, della sinistra e del loro antisemitismo sul settimanale Panorama : «Io trovo vergognoso (...) che le Televisioni di Stato contribuiscano al risorto antisemitismo piangendo solo sui morti palestinesi, facendo la tara ai morti israeliani, parlando in modo sbrigativo e spesso in tono svogliato di loro» (275). La condanna di Oriana Fallaci è stata seguita da un dibattito acceso, soprattutto perché lei è nota come una giornalista controversa che tende a sinistra .

Minacce dirette

Noti giornalisti ebrei hanno ricevuto lettere contenenti minacce piene anche di insulti. alcuni di loro hanno ricevuto fino a cinquanta di tali e-mail durante il periodo preso in esame. Nelle scuole, sui campi sportivi e durante le competizioni sportive persistono ancora aggressioni a studenti ebrei da parte di loro colleghi che li hanno ingiuriati usando tra l’altro espressioni come «ebreo», «sporco ebreo» o «rabbino» come insulti. Allo stesso modo, continuano a comparire slogan e striscioni antisemiti negli stadi (276).

Minacce indirette

Anche se non sono aumentate negli ultimi mesi, queste rimangono su un livello molto alto, specialmente in rapporto con il club di calcio Lazio, Roma (277).

Dibattito pubblico

Particolarmente interessante è l’emergere, nel mese di aprile, di slogan e commenti riferiti all’attuale persecuzione del popolo palestinese che descrivevano il conflitto arabo-israeliano con una inversione dei ruoli vittima/carnefice, con chiaro riferimento allo sterminio degli ebrei. Il ricorso alla terminologia presa dal vocabolario nazista, con termini quali deportazione, sterminio, genocidio etc., è una pratica costante e a volte questi termini sono enfatizzati nei giornali con titoli molto grandi, oppure sono utilizzati in modo provocatorio nei commenti. (278)

Internet

Il sito Web che può vantare il maggior numero di partecipanti alle liste di discussione è quello del gruppo militante di estrema destra Forza Nuova. Alcuni di questi siti - di destra o filoarabi e filopalestinesi («Lo straniero senza nome», «Holy War», «Radio Islam», «Associazione Italia-Iraq», «Oltre la verità ufficiale») (279) - fanno uso dell’intera gamma di stereotipi antisemiti e hanno immesso sul web il testo completo dei «Protocolli degli anziani di Sion», un falso antisemita della Russia zarista. Il sito web del Fronte sociale nazionale riporta un appello filopalestinese all’Intifada che adotta un linguaggio tradizionalmente antisemita, antisionista e antiamericano, con riferimenti ostili al «giudaismo talmudico», alla «cupola plutocratica globale» (280) e con una stella di David insanguinata (281). Molti altri siti trattano il tema del cosiddetto omicidio rituale e l’accusa di avere versato il sangue; in altri invece il punto centrale è la negazione dell’Olocausto. Il sito web «Che fare», appartenente a gruppi dell’estrema sinistra, contiene elementi di antisionismo, di fondamentalismo filoarabo, di antiamericanismo, oltre a ricorrenti stereotipi contro gli ebrei, usati tanto in passato quanto ora: la lobby ebraica, il rapporto con la massoneria, il complotto internazionale, il potere economico mondiale in mano agli ebrei, gli ebrei circoncisi con il marchio del dollaro sono alcuni degli slogan più ricorrenti. E’ difficile appurare quante persone visitino questi siti web, perché le cifre riportate appaiono esagerate, dato che aumentano notevolmente in periodi di tempo troppo brevi per essere credibili. Tra il 20 e il 29 luglio Alfred Olsen, membro di una confraternita cattolica fondamentalista, che nega l’Olocausto ed è responsabile del sito web antisemita «Holy War/Tradizione Cattolica» ha fornito dei contributi al forum online del giornale La Stampa in nove diverse occasioni. Tali contributi combinavano teorie antigiudaiche e antisemite tradizionali su cospirazioni mondiali, e stereotipi antisionisti (282).

Ricerche

Tra le varie ricerche effettuate negli ultimi mesi (283), appare interessante fare riferimento a quella condotta dalla Ispo/ACNielsen CRA tra il 13 aprile e il 13 maggio, una parte della quale è apparsa sul Corriere della Sera (284) . La ricerca partiva dall’osservazione che le rigide posizioni su «chi ha ragione» e «chi ha torto» nel conflitto arabo-israeliano non facessero riferimento alcuno alle circostanze che hanno scatenato il conflitto. Ad esempio, meno della metà della popolazione italiana è informata sulle origini dello stato di Israele. Solo il 4% conosce gli eventi storici che hanno preceduto e che in qualche misura spiegano l’evoluzione del conflitto. Il livello di conoscenza non cambia significativamente con le diverse posizioni politiche, sebbene la disinformazione - sia nell’estrema destra che nell’estrema sinistra - sia maggiore rispetto ai sostenitori del centrodestra e del centrosinistra. Esattamente un mese dopo questa ricerca, il Corriere della Sera ha pubblicato i risultati di un sondaggio effettuato all’inizio di aprile. Questo secondo studio ha rivelato una diminuzione nel numero delle persone che hanno dichiarato di non avere alcuna idea sulla situazione, mentre è rimasta stabile e si è consolidata l’opinione della maggioranza della popolazione, critica verso «entrambe le parti» per il conflitto, sebbene alcune persone del centrosinistra (l’11% contro il 6% complessivo) tendessero a incolpare del conflitto soprattutto Israele. Inoltre, nello stesso periodo di tempo sembra essere cresciuta la «simpatia» per lo stato ebraico, e ancora una volta ciò è legato all’orientamento politico delle persone intervistate. Tra il 12 e il 14 aprile, uno studio ulteriore è stato condotto dalla Ispo/ACNielsen CRA mediante un campione di 5000 interviste telefoniche. I dati devono ancora essere elaborati appieno. Il sondaggio ha chiesto agli intervistati se gli ebrei italiani hanno delle caratteristiche comuni che li distinguano dal resto della popolazione: il 54% degli intervistati pensa ancora che gli ebrei italiani abbiano delle caratteristiche distintive, e il 68% ha citato come prova il rapporto particolare con il denaro, una mentalità e uno stile di vita diversi da quelli degli altri italiani. Inoltre un numero crescente di persone pensa che gli ebrei italiani non siano davvero italiani e che dovrebbero smettere di atteggiarsi a vittime di una persecuzione risalente a cinquant’anni fa. In particolare, secondo tali persone: essi dovrebbero parlare meno spesso dell’Olocausto; da vittime, oggi sarebbero diventati i persecutori nel conflitto arabo-israeliano; e la Giornata della memoria (27 gennaio) non dovrebbe essere dedicata solo al ricordo delle vittime della Shoah, ma anche a tutte le altre vittime delle persecuzioni del XX secolo (285). La ricerca commissionata dalla ADL tra il 9 e il 29 settembre 2002, riguardante «Gli atteggiamenti europei verso gli ebrei, Israele e il conflitto israelo-palestinese» (Vedi tabella: Rapporto sul Belgio) ha assodato che gli intervistati italiani si collocano al secondo posto dietro gli spagnoli nella adesione ad alcune affermazioni antisemite. Dopo la Spagna (72%) l’Italia mostra anche il secondo maggiore gradimento per l’affermazione secondo cui «gli ebrei sono più fedeli a Israele che a questo paese» (58%), mentre il 42% pensa che «gli ebrei hanno troppo potere nel mondo degli affari», cosa che vede l’Italia con la Francia al terzo posto, dietro la Spagna e il Belgio (286).

Buone pratiche per ridurre i pregiudizi, la violenza e le aggressioni

Nei mesi precedenti il maggio 2002, le buone pratiche per combattere l’antisemitismo includevano molte iniziative volte a stimolare una memoria storica spesso fragile e carente, iniziative organizzate in tutto il paese in occasione della Giornata della memoria il 27 gennaio. La Giornata è stata istituita con decreto legislativo due anni fa. I sindacati hanno organizzato dibattiti pubblici e iniziative in molte regioni e province, dimostrando interesse per un dibattito che negli anni precedenti non aveva ricevuto molta attenzione all’interno del movimento sindacale. Nell’autunno 2002 ha avuto inizio nella regione Lombardia un programma di formazione che continuerà per tutto il 2003 e che coinvolge le scuole superiori di Lecco e i delegati sindacali delle imprese attive in quell’area. Verranno trattati temi inerenti l’antisemitismo, la Shoah e la dignità dell’uomo. Il titolo provvisorio è «Considerate se questo è un uomo», che riprende la famosa frase di Primo Levi. Cosa piuttosto innovativa in Italia, verranno organizzate visite ad alcuni luoghi simbolo dell’Europa, da Praga ad Aushwitz e a Mostar, compreso l’ex campo di concentramento nazista della Risiera di San Sabba a Trieste. Il video «Promesse» su racconti di bambini israeliani e palestinesi in guerra, le loro paure e le loro speranze al di là degli stereotipi tradizionali ha avuto un forte impatto sull’opinione pubblica: il video è utile per una comprensione equilibrata della drammatica situazione in Medio Oriente. Il video, cosa significativa, è stato distribuito insieme a uno dei principali settimanali italiani, l’ Espresso , e questo ha consentito la circolazione di molte più copie rispetto a quelle che sarebbero state vendute altrimenti. Un’altra iniziativa volta alla riconciliazione dopo la divisione occorsa nei partiti di sinistra in seguito alla manifestazione del 6 aprile (vedi cronologia) è stata il concerto del 19 aprile al Colosseo organizzato dal sindaco di Roma, durante il quale alcuni cantanti israeliani e palestinesi si sono avvicendati sul palco. La proposta del Partito Radicale di fare entrare lo stato di Israele nell’Unione Europa non pare aver suscitato l’interesse degli altri partiti politici. Questa proposta è stata anche sottoposta a tutti i consigli regionali, ma anche lì non ha raccolto molto consenso, né ha destato molta attenzione da parte dei media. Sia in Europa che in Italia vi sono una certa quantità di siti web che affrontano le questioni dell’antisemitismo da una prospettiva storica, con una particolare attenzione alle leggi razziali in Italia e alle loro conseguenze. Esistono anche siti web creati specificamente per contrastare l’ondata di incomprensioni e rispondere agli attacchi a Israele da parte dei media, a volte con un certo spirito di parte, ma nell’insieme imparziali nel giudizio. Un esempio di tali siti è http://www.informazionecorretta.com/ che fornisce una vasta scelta di fonti. Un altro sito interessante e degno di nota è quello della Uil che, dal 23 maggio 2002, presenta un documento del dipartimento per la formazione della segreteria nazionale del sindacato, intitolato «Le scuole e la prevenzione dell’antisemitismo» (287).

Reazioni da parte di politici e di altri opinion leader

Un appello dello scrittore israeliano Abraham Yehoshua per una definizione chiara del confine tra Israele e Palestina, e che incoraggia il ritiro unilaterale di Israele, è stato firmato da importanti scrittori italiani di tutti gli schieramenti politici (288). Alcuni leader politici hanno condannato il tono antisemita delle manifestazioni, che avrebbero dovuto promuovere la pace o i diritti dei palestinesi (289). L’imam della comunità islamica italiana Abdul Hadi Palazzi mantiene contatti con la comunità ebraica italiana e predica messaggi di moderazione e amicizia nei confronti di Israele (290).

15 aprile: alcuni politici di entrambi gli schieramenti, sia del governo che dell’opposizione, hanno proposto un «Israele Day» da tenere a Roma; il direttore del quotidiano filogovernativo Il Foglio si è fatto promotore dell’evento. Circa 3000 persone hanno sfilato nel centro della capitale portando bandiere israeliane. Tra i partecipanti vi erano militanti di un’ampia gamma di partiti politici, che agivano individualmente senza curarsi delle loro appartenenze politiche.

25 aprile: durante la manifestazione per la giornata della Liberazione a Milano, a cui hanno partecipato circa 200.000 persone, il segretario generale del principale sindacato italiano, Sergio Cofferati, ha insistito sulla necessità di «combattere ogni revisionismo storico» (291). Nel settembre 2002 Gianfranco Fini, vice-premier e leader di Alleanza Nazionale, l’ex partito fascista, in una intervista al quotidiano israeliano Haaretz concessa durante la sua visita in Israele ha chiesto scusa per le leggi antiebraiche promulgate in Italia. Egli ha detto di voler accettare la responsabilità storica dei crimini del fascismo e ha chiesto perdono al popolo ebraico (292).

Traduzione di Marina Impallomeni

Note

(253) Questo rapporto è basato su uno studio condotto alla NFP "Cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti" [Cooperation for the Development of Emergine Countries] (Cospe), scritto da Alberto Cavaglion e Marcella Filippa. Le opinioni espresse non rappresentano la posizione della Cosp in materia masolo quella degli autori che se ne assumono l’intera responsabilità. Riferimenti bibliografici: Alberto Cavaglion, Ebrei senza saperlo , Napoli 2002 Gio rgio Israel, La questione ebraica oggi. I nostri conti con il razzismo, Bologna 2002; Elena Loewenthal, L’ebraismo spiegato ai miei fig li, Torino 2002; Gerald Messadié , Storia dell’antisemitismo. 2500 anni di dio e persecuzione, Casale Monferrato 2002; "Guerra santa in terra santa" in "Limes",n. 2 2002; Rapporto sull’antisemitismo in Italia, edito da Adriana Goldstaub (il rapporto è stato presentato al Congresso nazionale dell’Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane) del 20-23 giugno 2002; Pierre-André Tafueff, La nouvelle judeophobe, Paris 2002; B. Z. Goldberg, J. Shapiro, C. Bolado, Promesse (Promises), Usa 2000, 102’ (Oscar 2002 per il miglior documentario, presetato per la prima volta in Italia in allegato con L’Espresso , 6 iugno 2002).

(254) Adriana Goldstaub (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), paper presentato aal cogresso dell’Ucei, Roma 23 giugno 2002. Gli autori ringraziano Adriana Goldstaub per le informazioni ricevute.

(255) Vedi la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, Second Rapporto sull’Italia, adottato il 22 giugno 2001, Strasburgo 2002.

(256) Vedi Juliane Wetzel, „Rechtsextremismus in Italien zwischen aussparlametarischer Opposition und politiscem Establishment" , in Joachim Born, Marion Steinbach, Geistige Brndstifter und Kollaborateure.Schrifkultur inder Romania, Dresda 1998, pp. 285-3011; vedi anche Franco Ferraresi, La destra radicale, Milano 1984.

(257) Anche nella stampa nazionale moderata, l’accusa di deicidio è emersa, JTA Global News Service of the Jewish People, 30 aprile 2002 (http//jata.org); vediancheNewYorkpost del 2 maggio 2002.

(258) The Coordination Forum for Countering Antisemitism, online, 14 gennaio 2002 (http//www.antisemitism.org.il/show.asp?/ID=736).

(259) The Coordination Forum for Counering Antisemitism, online, 24 gnnaio 2002 (http://www. antisemitism.org.il/showArticle.asp?ID=799).

(260) Informazioni del Cdec.

(261) Vedi rapporto mondiale sull’antisemitismo, 1999.

(262) La Stampa, 2 giugno 2002.

(263) Vedi Adriana Goldstaub (Centro di Documentazione ebraica contemporanea), paper presentato al Congresso dell’Ucei, Roma, 23 giugno 2002; rassegna stampa con stratti a La Stampa, corriere della sera, La Repubblica, L’Espresso.

(264) La Repubblica ondine, 6 aprile 2002

(265) Informazioni dal CDEC

(266) ADL-online, episodi antisemiti (http//www.adl.org/Anti_semitism/antisemitism_global_incidents.asp#?ID=1189

(267) Ansa, 8 aprile 2002 (http://www.ansa.it/notiziari/mae/2002040822205832186479.html)

(268) Informazioni dal CDEC

(269) L’Espresso, 25 aprile 2002 (articolo di Sandro Magister)

(269) Il quotidiano del Vaticano, L ’Osservatore romano, parlò nella sua edizione del 2 aprile di una aggressione contro il popolo palestinese vicina a trasformarsi in uno sterminio; il giornale faceva anche riferimento alla congiura e al sacrilegio commessi da coloro che calpestano una terra che credeno essere la loro ma che, in realtà, appartiene a Cristo (vedi L’Osservatore romano 5 aprile 2002)

(270) Murray Gordon, The new antisemitsm in Western Europe, American Jewish Committe, ondine, p.3, ( http://www.ajc.org/InTheMedia/Publications.asp?did=618&pid=1412 )

(272) La Stampa, 3 aprile 2002; vedi The Boston Globe, 28 aprile 2002; Israel an Anti-Semites di Gabriel Schoenfeld, giugno2002 ( http://www.cdn-friends-icej.ca/antiholo/israel_ and .html )

(273) La Nazione, 2 maggio 2002

(274) Ruth E. Gruber, Eurpean Jews on high alert, Roma18 ottobre 2002, JTA (http:/www.cdn-friends-icej.ca/antiholo/highalert.html)

(275) Panorama, 12 aprile 2002; vedi Murray Gordon, The New-Antisemitism in Western Europe, American Jewish Committe, ondine, ( http://ww.ajc .org/ InTheMedia/Publications.asp?did=618&pid=142 )

(276) Vedi Adriana Goldstaub, (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), paper presentato al Congresso dell’Ucei, Roma, 23 giuno2002

(277) Nel novembre del 2201 , Haaretz accusa i tifosi italiani di essere i peggiori antisemiti in Europa, La Repubblica ondine, 4 novembre 2001; vedi anche express-online, 5 settembr 2001. In genrale vedi Eumc, Racism, Football and he Internet, Vienna 2002

(278) Vedi il manifesto , 2 aprile 2002

(279) Ibid

(280) Con questa parola si definiscono tradizionalmente gli alti esponenti dell’associazione mafiosa

(281) Vedi sui siti corrispondenti

(282) La Stampa ondine, Forum del 20-29 luglio 2002; vedi anche L’Espresso online, 29 luglio 2002; gli autori dell’articolo si chiedono perché La Stampa abbia pubblicato articoli così pieni di odio nei confronti degli ebrei

(283) Un sondaggio presentato dl Corriere della Sera nel gennaio del 2002 e relativo al 2001 mostra un netto incremento dell’odo contro gli ebrei rispetto ai risultati del 2000. Il 23% ritiene che "gli ebrei siano sgradevoli e non destino fiducia" (contro il 14% del 2000 ) . Il 75% egli italiani ritiene che la mentalità e le abitudini degli ebrei italiani siano diverse da quelle del resto della popolazione (contro il 50% del 2000). (http://www.antisemitism.org.il/showArticle.asp’ID=799)

(284) Gli autori dello studio e il direttore dell’organizzazione sopraccitata hanno gentilmente concesso alla NFP Italia di usarlo; vedi Gli ebrei? Non sono dei veri italiani , http://moise.sefarad.org/belsef.phd/id/369/

(285) Vedi i commenti sul Chicco Tribune-online , 7 aprile 2002 ( http://www.chicagotribune.com/news/showcase/chi-020407maelstrom1.story )

(286) ADL Survey "European Attitudes Towards Jews", ottobre 2002 (http: //www.adl.org/anti_semitism/EuropeanAtttudesPoll-10-02-pdf

(287) www.uil.it/uilscuola

(288) " Ebrei-Palestinesi creare un confine", in a Stampa, 31 maggio 2002

(289) European Jews wary as anti-Semitic attacks increase, Ap 4 maggio 2002 (http://group.yahoo.com/group/balkanhr/message/3961)

(290) World Jewish Congress, Policy Dispatches, No.83, settembre 2002 ( http://www.jc.org.il/publications/policy_dispatches/pub_dis83.html )

(291) La Repubblica online, 25 aprile 2002

(292) La Repubblica ondine, 13 settembre 20033; vedi anche http://www.antisemitism.org.il/showArticle.asp?ID=2874

Fonte: Il Manifesto


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