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Rapporto Unicef 2008 - Dati che riguardano tutti

Ogni bambino ha diritto di vivere una vita sana. Ma ancora oggi sono spaventosamente alte le cifre che negano tale diritto, che parlano di mortalità infantile. E’ quanto emerge dal Rapporto Unicef 2008.

par Donatella Guarino - mardi 29 janvier 2008 - 3449 letture

Non può non riguardare anche me. Due occhi bellissimi di un bambino che guardano fisso e che arrivano dritto fino al cuore non possono lasciarmi indifferente. Di un bambino che forse non arriverà ai primissimi anni di vita. Non può non riguardarmi, non può non riguardarci. Noi, occidentali, schiavi del consumismo, cittadini della parte del mondo che conta, lettori di giornali con notizie sempre più di plastica, spettatori di una tv mediamente priva di contenuti, non possiamo far finta di non sapere.

Ogni bambino ha diritto di vivere una vita sana. Ma ancora oggi sono spaventosamente alte le cifre che negano tale diritto, che parlano di mortalità infantile. Che parlano di bambini spesso orfani o addirittura di bambini nati che non vengono mai registrati. E’ quanto emerge dal Rapporto Unicef 2008.

La mortalità infantile costituisce non solo un indicatore sensibile dello sviluppo di un paese ma è anche la dimostrazione significativa di quali siano le priorità e i valori su cui investe quello stesso paese. Considerare prioritaria la salute dei bambini e delle loro madri non è soltanto l’affermazione di un diritto umano (soltanto !) ma costituisce anche una decisione economicamente saggia per il paese che si proietta verso un futuro migliore.

Molto è stato fatto, ma non è ancora tutto, non è ancora abbastanza. Dal 1990 i tassi di sopravvivenza infantile sono nettamente migliori rispetto al passato.

I dati riportati dall’Inter-Agency Group for Child Mortality Estimation rivelano che si sono fatti progressi in Paesi di ogni regione del mondo. Dal 1990, il tasso di mortalità infantile sotto i cinque anni della Cina è sceso da 45 a 24 decessi ogni 1.000 nati vivi, una riduzione del 47%. Il tasso di mortalità infantile sotto i cinque anni dell’India è diminuito del 34%. I tassi in sei paesi – Bangladesh, Bhutan, Bolivia, Eritrea, Nepal e Repubblica Democratica Popolare del Laos – si sono ridotti del 50% o più dal 1990, nonostante i tassi di mortalità infantile sotto i cinque anni in questi Paesi rimangono alti. E l’Etiopia ha raggiunto quasi il 40% di riduzione dal 1990.

Dei 62 Paesi che hanno fatto progressi insufficienti, o addirittura nessun progresso, verso l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio sulla sopravvivenza infantile, quasi il 75% sono Paesi africani dove prevale la diffusione dell’HIV e dell’AIDS.

Ancora oggi, in media, ogni giorno in tutto il mondo muoiono 26.000 bambini di età inferiore ai cinque anni. La mortalità neonatale sfiora il 44% a fronte del 4% dei paesi industrializzati.

Che cosa si può fare, (anzi) si deve fare ?

Migliorare i servizi sanitari di base affinché si possano vaccinare bambini contro il morbillo, affinchè non muoiano più bambini per cause banali come infezioni respiratorie o diarroiche, combattere l’HIV e l’AIDS, e altre gravi malattie, fornire farmaci essenziali a basso costo e su base sostenibile.

E ancora combattere la malnutrizione, garantire nell’alimentazione l’integrazione della vitamina A che può rafforzare la resistenza alle malattie, aumentare l’utilizzo di acqua potabile e avallare l’uso di adeguati servizi igienico-sanitari.

Non secondario è garantire l’assistenza alle donne in gravidanza, dare loro voce, puntare alla costante collaborazione con le loro famiglie.

Che poi vuol dire ridurre la povertà e la fame, garantire una equità tra i Paesi del mondo.

Tante esperienze fatte in tutto il mondo testimoniano che si può arrivare a successi apprezzabili se si lavora congiuntamente. Operatori sanitari, volontari, gente comune, Ong (organizzazioni non governative), associazioni varie ma anche figure chiave del mondo politico e sociale, economisti e scienziati possono svolgere un ruolo importante per garantire la sopravvivenza infantile.


- Ci sono 2 contributi al forum. - Policy sui Forum -
Rapporto Unicef 2008 - Dati che riguardano tutti
1er février 2008

IL MIO COMMENTO SAREBBE IDENTICO A QUELLO PER IL DARFUR. E’ PERFETTAMENTE INUTILE RIPETERMI.
Rapporto Unicef 2008 - Dati che riguardano tutti
2 février 2008

Qualcuno sta aspettando che gli africani muoiano tutti, per colonizzare il vecchissimo continente "in maniera pacifica". Pare assurdo ? Le grandi cifre del disastro parlano chiaramente. Altro che SMS solidali ! Ci vuole una politica forte che recuperi il senso di umanità che andiamo perdendo appresso a questi metodi di dubbia riuscita. La vita è nata in Africa e se lasceremo morire ancora gli africani senza far nulla allora anche noi siamo destinati all’estinzione. SCRIVETEVELO PER BENINO NEL CERVELLETTO !