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Radu Jude si aggiudica l’Orso d’oro al Festival di Berlino

Col film "Bad Luck, banging or Loony Porn" il regista romeno si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento.

di Piero Buscemi - sabato 6 marzo 2021 - 2462 letture

E’ passata quasi in silenzio questa 71° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, ma ci auguriamo possa essere da sprono al ritorno nelle sale in tutto il mondo del pubblico, come anche le recenti notizie dagli Stati Uniti fanno ben sperare.

L’edizione 2021 del festival si è svolta dal 1° al 5 marzo e, ovviamente, non poteva anche questo evento non essere coinvolto nella ormai diffusa "mandata" in onda in virtuale. A giugno, salvo ulteriori imprevisti, dovrebbe svolgersi la cerimonia di premiazione in presenza.

Il film che ha riscontrato maggiori consensi da parte della giuria è stato Bad Luck, banging or Loony Porn del regista romeno Radu Jude. Un film coraggioso, come si usa definirlo in questi casi, che prendendo spunto dalla cronaca dei nostri tempi, un caso analogo a quello raccontato nel film si è anche registrato in Italia, racconta la storia di un’insegnante che viene filmata durante un rapporto sessuale e il video, quasi scontato immaginarlo, diventa dominio pubblico sui social.

Una storia attualissima che mette ancora una volta a nudo i limiti e le eccezioni che la vita privata, sotto qualsiasi sfumatura la si voglia manifestare, diventa immediatamente mangime per i divoratori della privacy individuale sparsi nel mondo internauta. Radu Jude, che a fine mese compirà 44 anni, è di casa a Berlino, basta ricordare che già nel 2015 si era aggiudicato l’Orso d’argento per il film Aferim!, un’altra storia coraggiosa girata in bianco e nero, in stile western con protagonista il mondo sconosciuto degli zingari.

Il festival di Berlino si è sempre contraddistinto per queste scelte non eccessivamente "mediatiche" offrendo agli appassionati di cinema quei suggerimenti su storie che raccontano il nostro tempo guardando sapientemente il passato dove attingere punti di riflessione e confronto, inevitabili per comprendere a pieno la realtà dei nostri tempi.

Dimostrazione di quanto appena espresso la si riscontra con l’Orso d’argento che è stato assegnato all’attrice tedesca Maren Eggert, sublime interprete del film della regista connazionale Maria Schrader, I’m your man, un film che evidenzia il rapporto tra una donna e un umanoide, concepito e realizzato con lo scopo di dar vita ad un essere perfetto e ideale.

La giuria del festival, nominata a febbraio, contava i nomi di molti personaggi della settima arte che si sono contraddistinti negli ultimi anni. Tra loro, il regista iraniano Mohammad Rasoulof, perseguitato dalle autorità del suo paese e vincitore della precedente edizione del festival. Anche Gianfranco Rosi in giuria, il regista dello straordinario di Fuocoammare, il film vincitore dell’Orso d’oro nel 2016.


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