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Quisquilie&Pinzellacchere n 145 - Politicando in pillole

di Franco Novembrini - mercoledì 5 maggio 2021 - 1330 letture

Siccome oggi piove, 1° Maggio, ed essendo limitate tutte le manifestazioni classiche dell’importante ricorrenza e, confesso, anche per gli acciacchi dell’età inizio a scrivere qualche "pillola’’ della memoria.

ENRICO FENZI - Enrico Fenzi è uno scrittore e professore universitario, nonché un ottimo studioso di Dante e Petrarca, ma è stato anche uno dei dirigenti delle Brigate Rosse dalle quali si è dissociato una volta arrestato ed ha scontato una decina di anni di galera. Nella sua recente intervista al mensile Millennium parla della sua adesione alle Br dettata da: "...Una cieca superbia che non riusciva a vedere niente oltre se stessa’’, sono sue parole testuali che indicano anche con i comportamenti successivi di aver compreso molti dei suoi errori. Durante la sua lunga intervista ad una domanda del ruolo che Dante potrebbe svolgere nell’Italia di oggi, il nostro risponde: ..."Sommariamente, credo che non si possa vivere senza il conforto di almeno un poco di bellezza, e che la bruttezza sia di per sé una forma di ignoranza che inevitabilmente genera una forma di infelicità e cattiveria. Ora la verità è che viviamo immersi nella bruttezza e nel degrado delle periferie urbane: il brutto ci avvolge e ci deprime...’’. Io credo che il suo aderire alle Br sia stato sì una cieca superbia ma anche una completa ignoranza degli anni in cui il sommo Poeta viveva, anni nei quali vennero costruiti palazzi, chiese e monumenti di una bellezza sconvolgente ma riguardo al degrado delle periferie non credo proprio che fossero messe meglio di oggi e chi materialmente, cioè quella che una volta si chiamava forza lavoro costruì tali bellezze avesse dei diritti e potesse godere poi della bellezza di ciò aveva contribuito a far nascere. La bellezza cui allude Fenzi era destinata a principi e regnanti che sulle guerre e le conseguenti razzie dei beni, delle risorse dei vinti e del loro sangue che furono il prezzo pagato per la costruzione di molte bellezze dell’epoca. Vorrei ricordare che oggi, ricordando la data del 1° Maggio, le bruttezze e le ingiustizie sociali si possono combattere con le armi della democrazia e si possono esprimere, anche se con notevoli difficoltà le proprie idee che al tempo di Dante non mi pare fossero possibile. Non so se il professor Fenzi si è accorto che in molti paesi capitalisti si parla di Rinascimento e le loro città sono ricche a spese delle spoliazioni operate in quelli asserviti al nuovo colonialismo con guerre mascherate con la scusa di voler portare esportare la democrazia si lanciano in operazioni chiamate impudentemente "missioni di pace’’.

BRIGATISTI "ROSSI’’ - Dopo venti e più anni sono stati arrestati in Francia brigatisti di varia estrazione e molti hanno cominciato a parlare di vendetta giustizialista. Si tratta per lo più di condanne definitive da parte della malmessa ed a volte strabica giustizia italiana. Quello che maggiormente mi fa rabbia e che i "sostenitori’’ italiani dei condannati hanno cominciato la litania che gli autori delle stragi, quasi tutti fascisti o mafiosi sono invece sconosciuti. Debbo dire che gli autori delle stragi effettivamente in galera sono pochi e che spesso ci sono stati per pochi anni, ma vorrei che i critici si mettessero dalla parte dei parenti delle vittime e della devastazione delle loro vite a causa degli omicidi di questi "giustizieri’’ rossi. Io sono ancora fermo all’omicidio dell’anarchico Pinelli e di tutta la banda presente in Questura che la fece franca anche perché, uccidendo il commissario Calabresi lo fecero diventare un martire mentre invece era un loro complice in quanto responsabile di un arresto illegale di un innocente che fu fatto cadere dalla finestra dei quarto piano del suo ufficio. Certo che se invece della Questura di Milano fosse stato un ufficio del KGB, la cosa sarebbe stata molto diversa.

LA RESISTENZA - Anche se passata da una decina di giorni la ricorrenza del 25 Aprile ed essendo anch’essa stata falcidiata nelle manifestazioni esterne dal Covid voglio ricordare un episodio che ha profondamente inciso sulla mia formazione di cittadino pro Resistenza. Sono nato nel 1939, un anno prima della dichiarazione. Ho conosciuto i bombardamenti e dopo essere stato "sfollato’’ sull’Appennino tosco-emiliano, finita la guerra ho frequentato le scuole elementari ed arrivato alla terza classe veniva eseguita una certa "cernita’’ fra gli alunni, cioè come da eredità del periodo fascista gli scolari venivano destinati a vari maestri per cui i figli degli operai, dei disoccupati o contadini andavano ad un maestro e i figli dei benestanti ad un altro. Una vecchia foto spuntata sui social mostra la nostra classe di bambini vestiti di stracci e con scarponi buoni per tutte le stagioni in un momento fuori dall’aula. L’unica cosa buona era il maestro, un giovane che era tornato dai campi di concentramento tedeschi in quanto IMI, cioè un militare che non aveva aderito alla RSI. E stato lui il vero maestro che ha indirizzato molti di noi e lo ha fatto senza indottrinamenti e senza mai usare parole di odio verso che lo aveva prima mandato a combattere in mezzo mondo e poi voleva che partecipasse alla sciagurata avventura le cui propaggini si vivono ancora oggi. Guardo e riguardo questa foto e mi rendo conto che la mia scelta di vita è stata giusta. Il maestro aveva un nome, essendo morto centenario pochi anni fa, che ne faceva un predestinato: Stoico Bonini.


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