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Quisquilie&Pinzellacchere n. 113 - Sì abbiamo vinto, ma sono triste

di Franco Novembrini - mercoledì 23 settembre 2020 - 2134 letture

Il SI’ ha vinto ed abbiamo vinto inbene (70 a 30 più o meno). Malgrado ciò non riesco ad essere felice per i guasti che questo referendum lascerà. Molti miei compagni dell’ANPI, guidati da un forsennato e scriteriato schieramento per il NO di alcuni dirigenti che affermavano, sbagliando, che il referendum stesso era stato voluto dai 5Stelle e dall’attuale governo, invece come lo fu quello precedente sul divorzio che, fu promosso dalla vecchia Dc, questo è stato voluto da una settantina di deputati e senatori di ogni risma, che hanno firmato la richiesta e fra i quali spiccano alcuni renziani ed altri del Pd. Qui vorrei che a bocce ferme i dirigenti della mia zona dell’ANPI chiedessero al deputato piddino del Vimercatese perché lo ha firmato e se ne assumesse la responsabilità. Perché ho il sospetto che le sue motivazioni siano come quelle di Billy Costacurta, cioè che non volesse più vedere i pentastellati che sorridono come quando si fecero beffe della sua pupilla nelle elezioni comunali di Vimercate, suo feudo elettorale. Vedremo.

Il mio dispiacere è quello che si riferisce al fatto che, essendo l’associazione partigiana intervenuta, tramite i suoi dirigenti locali e provinciali, in maniera pesante e senza tenere conto che si trattava di adeguare il numero dei parlamentari stabiliti non dai padri costituenti, ma dalla peggiore dc del 1963 con una legge che ne aumentava a dismisura il numero. Dopo di allora la sinistra ha fatto numerosi tentativi di tagliare le poltrone che allora erano volute dai famosi ’’forchettoni’’ della DC. Oggi con le nuove tecnologie mail, tablet, skype, streaming ed altre diavolerie con le quali possiamo metterci in contatto ed anche fare videoconferenze in qualsiasi momento da qualsiasi parte del mondo la riduzione era giusto farla, anche per dare un buon esempio. Quando fu varata la Costituzione per raggiungere certi paesini ci volevano ore e magari a dorso di mulo per contattare gli abitanti. Nelle fabbriche sono stati ridotti di molto gli operai in quanto il lavoro viene fatto da robot e nessuno ha chiesto un referendum contro il loro adeguamento. La Costituzione è fondata sul lavoro e non sul numero dei deputati.

La verità e che in Italia non manca la libertà di parola ma c’è una proliferazione di partiti personali che con l’1 o 2% per cento possono, e lo fanno, bloccare per mesi e per anni qualsiasi legge, inoltre abbiamo ereditato una burocrazia degna dell’URSS ma con tendenze ed origini fascistoidi che si possono riscontrare nei componenti della massoneria deviata e con le varie P2, P3, P4 ed aggiungo, anche se non l’hanno ancora scoperta, la P5. Vorrei che i compagni dell’ANPI andassero a rileggere le dichiarazioni di questi fascio-golpisti, onorevoli fancazzisti e assenteisti, oggi difensori strenui dei privilegi da Cassese a Bertinotti notando che moltissimi di loro hanno dato indicazioni per il NO. Se non è un segnale questo. Ma dicevo che la mia amarezza parte da lontano in quanto ho notato un certo allontanamento dai valori della Resistenza di giovani ma anche di persone anziane perché pensano che qualcosa vada cambiato anche nel modo di raccontare la storia e della funzione dell’ANPI.

Nel mio Comune insistono da decenni, su una lapide che onora i caduti per la Patria, i nomi di due repubblichini che nessuna giunta di sinistra (sic!) ha avuto il coraggio di togliere. Ora si discutendo di cambiare il nome di una via dedicata a padre (risic!) Reginaldo Giuliani, un prete razzista e fascista morto in combattimento nel 1936 in Africa orientale, suscitando l’opposizione di organizzazioni filofasciste ringazzullite dalla tolleranza trovata, malgrado le leggi che ne proibiscono la riorganizzazione, dai governi con molti deputati e moltissimi partiti che ci hanno fin qui governati. Nel caso di questo prete sarebbe stato più utile far conoscere la vera storia delle stragi a sfondo razziale e religioso commesse dalle camicie nere in Africa e prodromiche di quelle poi mirate contro gli ebrei ed altre minoranze durante la seconda guerra mondiale. Bastava andare a leggere i libri che ne riportavano realisticamente le gesta. Purtroppo molti degli attuali ’’noisti’’ scelsero altre strade... e si dimenticarono chi erano gli intestatari. Per i pazienti lettori che volessero leggere di altre ’’perle’’ e qualche pirla(ta) sul Referendum basta che mi segua nella rubrica ’’Schizz&Ghiribizzi’’ qui a fianco.


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