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Quisquilie&Pinzellacchere. Nr. 98. Ospedale? No, presidio. Lombardi insaputi... e ’’Celesti’’ che ricordano tutto. Ora

di Franco Novembrini - mercoledì 10 giugno 2020 - 2479 letture

Cercando di fare una scelta fra le bugie e le omissioni dei nostri politici cercherò di scrivere su alcune che mi hanno spiacevolmente colpito:

OSPEDALE? NO, PRESIDIO La scorsa settimana molti di noi hanno letto la notizia che Camera e Senato hanno deciso di dotarsi di un ospedale, costo 50 milioni, dotati dei mezzi più moderni e di personale, numeroso e qualificato, con primari di chiara fama con la funzione di attendere alla salute dei nostri beneamati onorevoli che tanto soffrono per il bene del Paese. Dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati non mi aspetto niente di buono ed infatti non ha commentato le critiche che sono piovute sull’operazione. La delusione invece, per me e molti altri, viene non solo dal tentare di difendere una simile operazione, ma anche di giustificarla da parte di Roberto Fico, presidente 5stelle della Camera. Lo ha fatto scrivendo una lettera al Fatto quotidiano, nel tentativo di giustificare l’infame operazione.

So di essere pesante nel scrivere infame, ma tanta è la rabbia per un altro personaggio un cui riponevo una certa fiducia. Nella lettera Fico parla come un consumato politico dicendo appunto che non si tratta di un ospedale ma di un presidio già esistente che deve essere aggiornato ai tempi della pandemia, mi vengono in mente i presidi di Bertolaso e i loro costi. Il presidente non contesta il costo di 50 milioni per la ’’cosa’’ che, non essendo un ospedale ma un presidio da ammodernare peggiora la situazione, dice che servirà agli eletti e, genericamente, al personale. Ecco in questa affermazione ci sono zone d’ombra che andrebbero chiarite: oltre al personale in senso stretto ci dovranno essere anche i ’’portaborse’’, poi probabilmente i congiunti, i conviventi e i personaggi delle conventicole non ce li vogliamo mettere?

Ed i percettori di vitalizio li vogliamo escludere? Del termine conviventi ne abbiamo già sentito parlare nel diluvio di prescrizioni che validavano ogni tipo di permesso che permetteva di andare a trovare chiunque che avesse avuto con il dichiarante, qualsiasi tipo di rapporto affettivo anche occasionale.

Cinquanta milioni sono tanti, on. Fico, ma soprattutto sarebbe una spesa assai diseducativa nei confronti di chi, giovani che lottano contro la disoccupazione e la precarietà, vecchi che non trovando posto negli ospedali, sono morti soli e dimenticati. Altra questione riguarda gli infermieri e i tecnici della sanità, non parlo dei primari, come e quanto verranno pagati? Mi spiego on. Fico. Alla Camera ed al Senato, qualunque dipendente gode di un trattamento economico che difficilmente scende sotto i 100 mila euro annui, capirà che un infermiere, un tecnico, uno specialista che dovrebbe curarlo, per esempio un parrucchiere, avrebbe diritto di guadagnare come lui e, non come succede negli ospedali pubblici, facendo turni massacranti, 1.500 euro mensili. On. Fico ho l’impressione che lei, se ricordo bene, qualche anno fa sosteneva di voler aprire i palazzi del potere come una scatoletta di tonno, ora difendendo i privilegi della ’’casta’’ pare si sia adeguato al tran-tran affermando che tali ’’presidi’’ esistevano già. Grazie, questo lo sapevamo, speravamo che lei si opponesse a certe ingiustizie, del resto un suo amico ha affermato in tv e sui giornali che bisognerebbe ricordarsi da dove proviene il suo ed anche il mio Movimento.

LOMBARDI INSAPUTI... - Dopo il mitico Scajola, ligure, ma iniziatore della categoria degli insaputi, due lombardi si sono aggiunti alla lista. Il primo è stato Gallera, il quale asserisce di essere assessore alla Sanità della Lombardia, pur ignorandone leggi e i poteri della sua carica. Il secondo è il presidente della giunta lombarda Fontana, il quale ha voluto partecipare con l’affare delle mascherine e delle tute protettive per il personale ospedaliero. Che Fontana avesse un contenzioso con le mascherine lo si vide subito alcuni mesi fa quando ci fece assistere alla lotta per indossarne una, ma la cosa ora si è ampliata perché ’’Report’’ la trasmissione di Rai3 e il ’’Fatto quotidiano’’ sostengono che la famiglia del presidente è in una situazione di conflitto di interesse con l’assegnazione senza gara e senza pubblicità di una fornitura del valore di 532 mila euro ad una società della quale sono comproprietari la moglie di Fontana e suo fratello. Il presidente lombardo ha affermato che lui non ne sapeva niente, anche se poi gli hanno mostrato le fatture che la Regione doveva pagare alla ditta, successivamente ha affermato che non si trattava di una vendita ma di una donazione come quelle che lui aveva tanto declamato nei suoi interventi in tv, ma questa non la sapeva, poi ha minacciato fuoco, fiamme e denunce per chi avesse scritto ponendo qualche dubbio e chiedendo la censura sul programma di Rai3. La cosa ricorda la stessa cosa che il suo predecessore leghista chiese, ottenendo una trasmissione ’’riparatrice’’ la quale sosteneva che la mafia in Lombardia non esiste, come tutti i lombardi ben sanno. Riguardo alla ’’donazione’’ un avvocato ha sostenuto che non poteva essere un errore che si potesse emendare senza che il cda della ditta fosse convocato e che il direttore doveva avvertire i soci della cosa, in quanto poteva non trovare d’accordo molti di loro.

E IL ’’CELESTE’’ CHE RICORDA TUTTO, ORA - Formigoni, detto anche il ’Celeste’’, presidente della Lombardia per 4 mandati si sta scatenando contro i suoi successori e lo fa da alcune tv locali, riscrivendo la storia e tacendo delle sue condanne per fatti gravissimi. Certo se certe cose le avesse dette ai suoi tempi e magari riferite anche alla Giustizia... ma si sa alla memoria non si comanda.


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