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Quisquilie&Pinzellacchere, Nr. 95. Gli in(Conte)nenti

di Franco Novembrini - mercoledì 20 maggio 2020 - 1755 letture

Leggendo e ascoltando tutti i giorni, certi giornali e telegiornali, cosa che sconsiglio caldamente se non si è autoimmunizzati o mitridatizzati si rischia di prendere per buone una valanga di panzane, bubbole, false notizie messe in giro da una marea di dilettanti allo sbaraglio che, come i noti umarell lombardi, si sentono secondo l’occasione, virologi, politologi, tuttologi e indovini dei risultati della schedina del Totocalcio di una volta che su 13 risultati ne indovinavano 14, però il lunedì. Come dimenticare poi i milioni di mister che facevano e disfacevano formazioni vincenti sempre con un filino di ritardo. Ora che il campionato di calcio è fermo il giochetto viene effettuato, con l’aiuto dei social e dei vari marchingegni che permettono di spararle grosse alla velocità della luce.

A questo gioco non si sono sottratti certamente i giornalisti ed anzi, leggendo la rassegna stampa stampa dei maggiori quotidiani, c’è da trasecolare per la diversità di interpretazione dei fatti. Io consiglio di seguire quella che si trova sui computer. Bisogna, avendone la possibilità, eliminare l’audio e far scorrere i giornali con una certa rapidità, l’effetto sbalordisce per la molteplicità di pareri espressi su ogni fatto. Dopo un certo numero di volte però, vinto quel senso di straniamento dalla realtà che l’esperimento provoca, si capiscono le vere intenzioni del giornalista e del titolista e più che altro, per alcuni di loro, al soldo di chi scrivono e cosa sperano di ottenere con le loro cronache.

Ricordate? Esattamente 4 anni fa, ci fu una ’’razionalizzazione’’ di alcuni giornali, Repubblica, La Stampa, Il Secolo XXIX, molti giornali locali ed alcune emittenti radio le quali ebbero un cambio di proprietà e iniziò un giro vorticoso di direttori, capi redattori al quale non furono fatte soverchie critiche perché molti speravano in avanzamenti. I nuovi ’’padroni’’ fra i quali primeggiava la famiglia Agnelli-Elkann la quale fece presto capire, a chi lo voleva capire, che cosa intendeva farne di questi giornali. Molte ’’grandi firme’’ si divisero fra chi aderì con entusiasmo ed altri che fecero finta che nulla cambiasse e pochissimi criticarono. Dopo pochi anni la ’’famiglia’’ ha comprato completamente il gruppo Gedi (l’Espresso, Repubblica ed ha sostituito chi non si era adeguato licenziandolo con la brutalità che usava per gli operai che una volta scioperavano alla Fiat.

Qualcuno parla ora per ragioni ideali di dimettersi, ma lo fa con molta calma. Altri, spesso promossi, si sono adeguati ed hanno continuato con una campagna di aggressione, complice il Covid-19, contro il presidente del Consiglio Conte il quale si sta dimostrando data la difficile situazione simile al dopoguerra ed anche alla pochezza di molti che lo hanno preceduto, il migliore presidente che abbiamo avuto dopo De Gasperi. La virulenza di certe ’’penne’’ nella realtà sta facendo campagna promozionale per far partecipare la FCA alla spartizione dei miliardi che pioveranno dalla UE e per i quali si sono prontamente svegliati anche gli editori di varie testate in mano a palazzinari e ditte farmaceutiche che hanno potenti lobbyes in Parlamento e nel Governo, le quali hanno sentito odore di soldi gratis, come da italica tradizione.

Nella rassegna stampa a cui accennavo in apertura, dai titoli si può notare una vistosa lotta di logoramento che spesso ha rappresentanza nel gruppo di Italia Viva che avendo cifre miserrime di gradimento fra i possibili votanti ma un grossa rappresentanza di potenziali ricattatori i quali, un giorno sì e l’altro pure, minacciano crisi come una volta facevano altri partitelli come il PLI, il PRI e l’inarrivabile Cariglia del PSDI. Quest’ultimo vittima delle frecciate di Fortebraccio, grande giornalista della fu l’Unità.

Spero che questo governo malgrado il peso di una burocrazia ereditata dai Savoia, ampliata dal fascismo e adottata, in parte, anche dai governi della Repubblica, ce la faccia a sopravvivere anche se, debbo dire, la mia fiducia negli italiani che danno il loro meglio nelle ore difficili e buie mi conforta. Pensate che questa democrazia riuscita a sopravvivere alle bombe, alle stragi e relativi tentativi eversivi compreso quello di Renzi di pochi anni fa di stravolgere la Costituzione ed abolire l’art. 18 che difendeva la dignità dei lavoratori dagli abusi padronali ed ultimo siamo sopravvissuti anche a tre presidenti della Repubblica Segni, Cossiga e Napolitano che se non sono stati golpisti certamente non sono da considerare democratici.



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