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Quisquilie&Pinzellacchere. Nr. 93. Chi abusa della Costituzione?

di Franco Novembrini - mercoledì 6 maggio 2020 - 2256 letture

In questi giorni personaggi ’’sinistri’’ e della destra italiana si stanno dando un gran daffare per cercare di screditare il primo ministro Conte e alla funerea brigata fanno da controcanto molti giornali con pochi e ben individuati padroni e tv prezzolate degli stessi padroni.

Costituzione, Costituzione - Uno degli argomenti preferiti da questi corsari, nel senso che i corsari agivano e compivano razzie al soldo di qualunque Stato li assumesse, è la difesa della Costituzione. La cosa sarebbe meritoria se si ricordassero di essere gli stessi, i quali pochi anni fa indicendo o caldeggiando un referendum che l’avrebbe gravemente manomesso l’impianto stesso della nostra Carta. Ma anche questo non è una novità in quanto scelte scellerate ne avevano intaccato anni prima l’integrità. Certo che per meschini interessi di bottega e con lo sguardo fisso ai sondaggi, ai quali sino a qualche mese fa si attribuiva il valore di elezioni e dei quali il Presidente della Repubblica doveva tener conto come l’oracolo di Delfi. In quel periodo Mattarella deve aver speso un capitale per logoramento di giacche che gli venivano tirate un giorno sì e l’altro pure. l compito di questi geni della Costituzione era ed è quello di mandare a casa governo Conte che, personalmente, era ritenuto poco più di una assoluta nullità. Le cose ora sono cambiate e invocano gli articoli della nostra Carta con la stessa prosopopea con la quale la bistrattavano. La schiera dei ’’trombati’’ dal referendum è lunga e la rabbia degli stessi è incontenibile.

Vorrei fare una ipotesi e immaginare se il referendum avesse fatto vincere i seguaci di Re Giorgio ’’due mandati’’. Probabilmente per un ringiovanimento della classe politica ci sarebbe ancora lui come presidente della Repubblica, al terzo mandato e il premier Renzi avrebbe scelto come ministri Sabino Cassese a quello dell’(In)giustizia’’ ed Emanuele Macaluso agli Interni ed Esterni e con competenze nel fallimento di giornali e periodici, creandone anche uno nuovo di pacca da assegnare a Luciano Violante come ministro alla Lungimiranza storica e dell’Oblio. Facendo uno sforzo dovreste immaginare un po’ cosa sarebbe successo se questo governo avesse dovuto gestire il Covid-19?

Il Senato sarebbe stato formato da presidenti di Regione, che oltre ad aver ottenuto una ’’impunità’’ parlamentare sarebbero andati d’amore e d’accordo nel rimpallarsi le colpe ed alfine addossarle tutte ai medici e ai paramedici, i quali, pur di fargli fare una pessima figura , molti ha preferito infettarsi di coronavirus e qualcuno addirittura morire per questo, malgrado le promesse e di tali personaggi che avevano adottato il motto di qualche anno prima che diceva: ’’Spezzeremo le reni al Covid-19’’. A dire il vero e per conservarne la memoria molti sindaci in attesa di avanzamento di carriera avevano appoggiato questo referendum per poi dimenticare le loro dichiarazioni dopo i risultati che furono malignamente contro i favolosi sondaggi che li davano trionfanti. Alcuni politici non i sono arresi e meditando vendette, tremende vendetta come nel ’’Rigoletto’’ si rimangiarono le loro ferme convinzioni di ritirarsi dalla politica nel caso di infausto risultato ed altri che più sommessamente hanno fatto finta di non ricordare.

Ebbene vi voglio ricordare un fatto accaduto nel mio paese. Durante la durissima campagna elettorale nella quale il sindaco del mio comune, benché eletto in una lista civica, si schierò armi e bagagli in favore di un Renzi trionfante con dichiarazioni ai giornali e stazioni tv, essendo iscritto e militante dell’Anpi ed essendo l’associazione dei partigiani, che erano definiti cattivi dai renziani, invitata a partecipare ad un festival della fu ’’Unità’’, il giorno che un pregiudicato dei miglioristi milanesi venne a tenere una presentazione di un suo libro ci fu ’’caldamente’’ raccomandato di non esporre i manifesti che indicavano di votare NO.

Alle ultime elezioni regionali lombarde l’attuale sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, sodale di Renzi nel referendum, ma opportunamente rimasto con la tessera del PD, però con il cuore e con donazioni nei renziani, veniva sostenuto ancora dal sindaco del mio paese con uno dei primi comitati elettorali a lui dedicati. I risultati furono quelli di perdere contro Fontana, allora sconosciuto a molti lombardi dando l’impressione che, forse anche per il nome Giorgio, non godesse di soverchia fortuna. Le successive dichiarazioni di Gori ai cittadini di Bergamo circa la possibilità di uscire e andar per ristoranti in periodo di coronavirus credo che ne abbia minato la credibilità. Che fine hanno fatto i suoi sostenitori? Ne parleremo un’altra volta.



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