Quisquilie&Pinzellacchere. Nr. 69. Gli Ilvati, l’Ilva, l’Ilvaite, mio padre e mia zia
Da anni si trascina la crisi dell’Ilva di Taranto e i governi, tutti i governi, sia nazionali, regionali e comunali pugliesi poco e male hanno fatto, ma molto hanno litigato e promesso. A pagare, come al solito saranno gli operai, i tarantini specie quelli abitanti vicino alla fabbrica purtroppo continueranno a pagare per le malattie contratte in questi anni. A tutti loro sono vicino per i motivi che spiegherò.
GLI ILVATI - Un antichissimo popolo di origini liguri, gli ilvati, colonizzò l’isola d’Elba, mia terra di origine e per un certo periodo l’isola fu chiamata Ilva e fu uno dei tanti nomi che vari popoli dettero all’isola, i quali però fanno tutti riferimento all’estrazione del ferro. Tuttora la ’’capitale’’ si chiama Portoferraio dopo essere stata chiamata anch’essa in vari modi. Gli ilvati sfruttarono i giacimenti di minerale di cui l’isola è ricca.
L’ILVA - Come dicevo, l’isola fu chiamata Ilva fino all’epoca romana, poi cambiò diversi nomi e del primigenio se ne persero le tracce. Nei primissimi anni del Novecento a Portoferraio fu costruito ano stabilimento chiamato ’’Altiforni’’ che dava lavoro a migliaia di operai e con l’aggiunta di quelli impiegati nelle miniere l’Elba, ebbe bisogno per la vendemmia ed altre incombenze agricole di manodopera stagionale che, inizialmente, veniva dalla Lombardia e successivamente dal Veneto e dall’Emilia e che mio nonno ha sempre chiamato ’’lombardi’’ un termine come oggi viene usato da chi proviene da sotto la ’’linea gotica’’ definito terrone. Ma torniamo alla storia a volere questo stabilimento siderurgico furono l’ing. Ugo Tonietti e il senatore Pilade del Buono, quest’ultimo padre di Oreste del Buono, grande giornalista del Corriere della sera e mitico direttore di Linus. Nel 1933 la società mineraria fu assorbita dall’Ilva di Genova per una razionalizzazione della produzione dell’acciaio e della ghisa.
L’ILVAITE - Durante il periodo di massima estrazione mineraria in alcune miniere elbane fu trovato un minerale con pregevoli qualità a cui fu dato il nome, ovviamente, di Ilvaite.
MIO PADRE E MIA ZIA - Mio padre e mia zia erano nati nei primi del Novecento e si chiamavano Elbano e Ilva, le origini del nome di mio padre sono chiaramente dovute alla nascita all’Elba, quelle di mia zia non saprei con certezza, essendo il nome Ilva abbastanza diffuso in Italia, uno su tutte quello di Milva, all’anagrafe Maria Ilva Biolcati. Però mio padre per anni, prima della seconda guerra mondiale, ha lavorato agli ’’Altiforni’’, nome che era ancora in uso dello stabilimento dell’Ilva. Durante la guerra le acciaierie vennero più volte duramente bombardate e data la vicinanza alla Corsica,da cui partivano gli aerei, spesso era quello che veniva definito un obiettivo secondario, cioè se gli aerei avevano ancora qualche bomba a bordo, la sganciavano nel ritorno su Portoferraio.
Nell’immediato dopoguerra, gli ’’Altiforni’’ non ripresero più a funzionare e con la ristrutturazione della produzione guidata dall’ing. Sinigaglia mio padre e molti elbani furono licenziati, provocando in molte famiglie la miseria più nera. Ora sapere che l’Ilva di Taranto, dopo dieci anni di sporchi giochi sulla salute e sul lavoro degli operai, svenduta a degli avventurieri franco-indiani, da politici di tutti i partiti, anche da quelli che ad ogni passo blaterano ’’prima gli italiani’’, alludendo forse al fatto che sono i primi ad essere licenziati, possano ricattare smaccatamente i lavoratori e gli abitanti della Puglia mi fa tornare in mente le difficoltà che la mia e molte altre famiglie elbane dovettero passare e per di più ciò avviene non per una razionalizzazione del ramo dell’acciaio ma per giochi di mercato che vanno contro le nostre leggi e la Costituzione che ha fra i primi articoli il lavoro e la dignità di chi lavora.
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