Quisquilie&Pinzellacchere. Nr. 65. ’’Contro il governo dei peggiori...’’
Confesso, il titolo di Q&P di oggi l’ho copiato pari pari da un volume di Michelangelo Bovero, ’’Contro il governo dei peggiori. Una grammatica della democrazia’’. Il prezioso volume non è un instant book, anche se parla di cose attualissime ed anzi, se potesse votare potrebbe farlo anche per il Senato della Repubblica.
Nel tomo, che consiglio a molti di leggere, viene spiegato come possano venir falsati termini fondamentali come democrazia, pace, libertà di agire e di pensare, usate da manipolatori di professione quali politici, manager, burocrati e, perché no, giornalisti e gente prezzolata che sguazza con certi termini, snaturandoli e facendo apparire il contrario di ciò che sarebbe il loro significato originario. Il sostantivo democrazia non dovrebbe avere altro aggettivo che laica, viene spudoratamente usata per accompagnare sigle di partito,da movimenti religiosi e perfino correnti di magistratura, implicitamente sostenendo che chi non si fregia di questo orpello, non può essere definito democratico.
Capirete che, secondo l’autore del libro, democrazia veniva usato ad Atene, sostanzialmente come il ’’governo dei migliori’’, se lo confrontate con l’interpretazione data dai nostri governanti la cosa ha degli aspetti che giustificano la grande avanzata di movimenti creati da comici e l’influenza, a volte molto positiva sulla politica italiana, che hanno avuto e che hanno tuttora Dario Fo, Beppe Grillo e Maurizio Crozza.
Vorrei fare un piccolo esempio, confortato dagli articoli di Pino Arlacchi il quale, come membro dell’ONU, della UE e di una infinità di enti internazionali, afferma che la verità non è mai quella ufficiale dei governi.
Peace keeping - In italiano sarebbe missione di Pace, ma volete mettere come è più ’’figo’’ scriverlo in inglese. Il problema è che dietro questa sigla nel mondo e in Italia si sono nascoste operazioni di vera e propria guerra mascherata, con inconfessabili interessi. L’unica vera operazione di pace a cui hanno partecipato gli italiani credo è stata quella in Libano negli anni ’70. Poi le successive, in Irak, in Somalia, nel Kosovo, in Afghanistan e in Libia sono state guerre non dichiarate a cui noi abbiamo prevalentemente partecipato su input degli USA e che i governi ’’democratici’’ italiani di ogni colore hanno partecipato in sfregio alla nostra Costituzione che ne vieterebbe l’attuazione.
Cambio di poltrone e di idee- Con la stessa facilità con la quale il camaleonte cambia il colore della pelle, molti giornalisti e politici hanno cambiato opinione e poltrone sempre in nome della democrazia. All’annuncio formazione renziana ’’Italia Viva’’ c’è stato un discreto correre ad iscriversi, da parte di alcuni che si erano appena convertiti al PD, sono convenuti al verbo del genio di Rignano anche da altri schieramenti che, guarda caso, vedevano in pericolo la loro poltrona. Una schiera di giornalisti ’’democratici’’, invece di parlare della loro categoria che si serve di precari pagati pochi euro ad articolo, si sono distinti nelle critiche ai 5stelle per il loro cambiamento. Da notare che ai tempi di Giorgio Napolitano le stesse firme li criticavano perché non cambiavano posizione, ed arrivando ora a tessere le lodi delle battaglie allora portate avanti. Peccato che lo facciano con dieci anni di ritardo. Chissà che fra altri dieci anni non li criticheranno per aver cambiato troppo.
Nel libro che mi ha ispirato queste considerazioni si citano filosofi e statisti che vanno da Aristotele, Aristofane, Kant, Rousseau, Voltaire fino al contemporaneo Norberto Bobbio e i cui pensieri vengono letteralmente saccheggiati con citazioni estratte con malizia per far credere magari il contrario di ciò che era da loro asserito. Spero, con molto scetticismo, vista anche la facilità con la quale si possono aforismi e mottetti , che la scuola presti molta attenzione a quelle che oggi in italiano si possono, senza anglicismi, definire notizie false o mistificate.
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