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Quisquilie&Pinzellacchere. Nr. 58. Ma perché non ’’attuare’’ la nostra Costituzione integralmente come non è mai stato fatto?

di Franco Novembrini - mercoledì 13 novembre 2019 - 1938 letture

’’Mala tempora currunt’’ dicevano i latini quando c’erano da passare anni bui dovuti a sconfitte militari o calamità naturali. Di periodi bui negli ultimi anni ne abbiamo passati anche noi in Italia, in parte sono dovuti alla disposizione di alcuni nostri governanti a schierarsi, magari in nome della Patria, al servizio dei padroni del mondo del momento. Intendiamoci, non è cosa completamente nuova ed ha radici lontane, vista la nostra specialità di combattersi tra fazioni, comuni, province e regioni.

Machiavelli del resto ne fu il massimo cantore seppure ad alti livelli. Il problema è che attualmente la lotta avviene partendo dal’appartenenza ad un clan familiare, ad una squadra di calcio anche a livello rionale. Ci siamo completamente dimenticati di alcuni grandi italiani che durante il fascismo seppero tenere la testa alta e dopo la caduta della tirannia, con la Resistenza, fondarono un’Italia democratica a cui lasciarono in eredità una grande, bella e chiaramente scritta Costituzione.

Certo la divisione del mondo in due blocchi ci ha danneggiati e la posizione nel Mediterraneo, come la Grecia è stata causa di tentativi di golpe militari non riusciti, ma di altri golpe che io definirei burocratici, fatti di accordi scellerati e di non rinnovo di organi della società come la scuola, con la storia ferma al 1800, la magistratura con le sue lungaggini defatiganti per arrivare ai processi giusti e definitivi.

Una parte non secondaria è stata anche la difficoltà delle forze dell’ordine ad accettare la democrazia espressa con scioperi e manifestazioni di dissenso e represse in base a codici ereditati pari pari dal regime fascista. E’ stato un elemento di divisione da cui non sono state indenni neanche le Forze armate che per anni sono state terreno di scontro fra alti gradi delle stesse, ai quali interessavano più le battaglie e relative promozioni ottenute combattendo nei ministeri romani più che in difesa dell’Italia. Ma la Costituzione dice cose chiare sui diritti e doveri dei cittadini e soprattutto dei lavoratori.

Quando sono venuti a mancare i politici che avevano fatto, della Resistenza e dei valori della Carta motivo di vita, purtroppo, non ci sono stati successori degni che si sono chiusi nei palazzi del potere, dediti a fare leggi che li rendessero potenti e inattaccabili nei loro privilegi. Ovviamente tutto questo lo hanno fatto in nome del popolo italiano e purtroppo molte fazioni che li hanno sostenuti e che lo fanno tuttora difficilmente ammetteranno di aver sbagliato nell’appoggiarli. Abbiamo visto in questi anni, da parte di questi ’’rappresentanti del popolo’’, vergognosi salti della quaglia, passaggi da una parte all’altra con una facilità che ci procurato fama di inaffidabili politicamente e moralmente.

Da questo marasma hanno tratto vantaggio alcuni gruppi di estrema destra che stanno sfruttando alcuni nostri difetti precipui, la memoria e la conoscenza della storia, dovuti anche a quello che è stato loro insegnato a scuola. Forti di questi slogan che ricordano il ventennio fascista ma, come quelli di allora, sono falsi, vuoti, reazionari e razzisti.

Alcuni fatti mi rattristano ultimamente: come si può offendere una senatrice della Repubblica , fra le pochissime persone scampate ai campi di sterminio nazisti, ma consegnate ai tedeschi da famigerate bande di aguzzini della RSI; l’altra è l’ennesima strage, questa volta ’’fortunatamente’’ solo con feriti gravi, di militari italiani in missione nel vicino Oriente. Tali ’’operazioni di pace’’, delle quali alcune ultra ventennali che di pace hanno ben poco e nei fatti sono di addestramento di una fazione contro l’altra come in Somalia, in Libia e in Afghanistan e non sempre la parte prescelta è la più giusta.

La terza ed ultima è quella che i tifosi di una squadra o dell’altra fanno assistere, contando sulla presenza di numerose telecamere, all’esposizione di striscioni indegni e bandiere che ricordano guerra e stermini ed ascoltare dei cori razzisti. Ultimamente queste manifestazioni sono tollerate ma difese da sindaci e leader politici che dicono di agire in difesa del buon nome della città in cui si svolgono le indecenti scene.

Se fosse applicata la nostra Costituzione molte delle cose che ho scritto non si dovrebbero verificare e dovrebbero essere sanzionati duramente chi le fa e chi dovrebbe fermarle. Ultimamente invece si parla e si agisce per cambiare la Carta, creando disamore per le cose in essa scritte con il sangue dei nostri padri e dei nostri nonni e, purtroppo, le giovani generazioni sono facile preda, non avendo potuto studiare a scuola la nostra storia recente, degli slogan che ora possono essere diffusi anche con sms o whatsapp.



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