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Quisquilie&Pinzellacchere. Nr. 40. Il ’’nostro’’ 25 Aprile e il loro.

di Franco Novembrini - mercoledì 17 aprile 2019 - 2881 letture

Sabato 13 aprile, nel mio comune, Villasanta (MB), è stata allestita dell’ANPI una mostra su quella che è passata alla storia come la strage di Marzabotto, ma che interessò comuni e paesi a ridosso della tristemente famosa linea Gotica. Dall’agosto 1944 ai primi di ottobre dello stesso anno i nazisti, aiutati dai fascisti repubblichini, spesso vestiti con divise SS, fecero delle stragi che partirono dal Tirreno all’Adriatico e che non furono solo quelle di Sant’Anna di Stazzema e di Marzabotto, ma fu una pulizia etnica per tenere libere le vie di rifornimento e di ritirata della truppe naziste.

Le operazioni, comandate dal tristemente famoso Kesserling, il quale si servi di ’’esperti’’ come il maggiore Reder che aveva dato dimostrazione di efficienza nelle stragi in Ucraina. Uno degli obiettivi delle stragi era anche, uccidendo donne, vecchi e bambini, quella di disarticolare le brigate partigiane, composte per buona parte da giovani dei luoghi delle stragi e la diffusione delle notizie delle stesse portava quegli uomini a lasciare i reparti e andare ad informarsi sulle sorti delle proprie famiglie. La cosa risulta chiara dagli elenchi delle vittime di tali stragi in cui si può notare la bassa percentuale di uomini in età di combattere, evidentemente partigiani o renitenti alla leva e l’alta percentuale di vecchi donne e bambini.

LA MOSTRA - La mostra, i filmati e il libro che li accompagna sono di rara bellezza ed efficacia e, come giustamente faceva notare l’oratore, notevoli sono la colonna sonora per le musiche e per i silenzi meditativi che la intervallano. Ho apprezzato il lavoro dell’autore, Aniceto Antilopi e notevole anche il volantino che lo accompagna, in cui si intravvede sotto la prima pagina, un inizio della bandiera italiana, senza il marchio di casa Savoia e prodromica della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza. Credo fermamente nella lotta partigiana e ritengo che l’Italia fosse stata liberata dagli alleati, come è stato fatto per buona parte del sud il referendum costituzionale avrebbe dato la possibilità alla casa Savoia di poter regnare ancora. I dati elettorali del referendum lo dimostrano chiaramente. Ringrazio i compagni dell’ANPI della Brianza che hanno accompagnato Aniceto e ci hanno permesso di vedere questa mostra che, secondo me, merita una doppia visita, in quanto nella prima si possono vedere le belle foto che la accompagnano e nella seconda ’’ascoltare’’le stesse che ci raccontano quello che custodiscono.

Sono sentimentalmente legato ai luoghi delle foto perché fino all’età di 4 anni ero a pochi chilometri di distanza, sulla strada Porrettana e i miei familiari hanno conosciuto alcuni partigiani. Io li ricordo solo attraverso i loro racconti. Ma certamente ricordo il 26 luglio del 1943 perché, intorno al palazzo comunale di Montecreto, la strada era tappezzata di luccicanti ’’cimici’’ (distintivi) fasciste caduti improvvisamente dalle giacche e dalle camicie nere sulle quali facevano bella mostra fino al giorno prima. Ne raccolsi parecchi di cui poi ho perso poi ogni traccia.

NOTE DOLENTI - A chiusura del pomeriggio, come è uso, hanno parlato il presidente dell’ANPI locale e il sindaco in scadenza, a maggio si vota, il presidente, secondo me, visto il periodo elettorale poteva essere più cauto sia nel criticare le destre assenti, di cui non sente nessun bisogno in certi momenti, se non per le parole di circostanza, spesso futili o false. Piuttosto doveva notare le assenze di gran parte del direttivo della associazione da lui presieduta e di parte degli assessori e consiglieri comunali. Ripeto sotto elezioni, visto che l’ANPI è veramente una associazione che ha superato gli steccati della politica e dei partiti, poteva astenersi dal ricordare che alcuni ministri o premier potrebbero, cosa accaduta di frequente in questi ultimi anni , non partecipare alla Festa del 25 aprile.

Bisognerebbe, allora, ricordarsi che questo sindaco, in occasione del referendum del 2016, malgrado fosse stato eletto da una lista e non da un partito, fece sapere dalla stampa e dalle tv locali che lui avrebbe votato SI. Intendo dire che lui poteva votare per chi gli è più congeniale, ma un no comment sarebbe stato meno divisivo per chi lo ha eletto. L’ANPI fu per il NO e per questo i ’’gigliati’’, che della Costituzione volevano farne scempio, ci definirono accozzaglia. Ricordo anche che i renziani, di cui il nostro sindaco si fece paladino appoggiando il candidato con apposito comitato, un 25 Aprile non parteciparono, per la prima volta, a Milano vestendosi di blu come novelli Avatar, con la scusante che alcuni giovani, contestavano, scioccamente, l’eroica Brigata Ebraica che aveva combattuto con i partigiani di Arrigo Boldrini (Bulow), scambiandola per una emanazione del governo israeliano guidato da Nethaniau.

Ovviamente non poteva mancare una critica ai ’’grillini’’ vero nemico buono per tutte le occasioni su cosa dovevano fare e cosa votare. Il consiglio migliore sembra sempre quello montanelliano di turarsi il naso. Ma basterà? Comunque anche questo 25 Aprile dovremo celebrarlo, nel mio paese, davanti ad un monumento che fra i caduti per la Patria annovera due repubblichini.



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