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Quisquilie&Pinzellacchere. N. 109 - Una intervista chiarificatrice. Votare SI’ o NO?

di Franco Novembrini - mercoledì 26 agosto 2020 - 2307 letture

La scorsa settimana, per ragioni di tempo, ho pubblicato su Schizzi&Ghiribizzi un commento ad una lettera che Luigi Di Maio, ex portavoce dei 5 Stelle, aveva inviato al Fatto Quotidiano e ne criticavo la forma e il contenuto in quanto nella lettera affermava cose vere, dava per certe alcune sue pie illusioni e taceva su certe criticità nei 5S che, secondo me, sarebbero emerse se invece l’intervento fosse una intervista. Da non crederci, qualche giorno dopo sullo stesso quotidiano l’intervista c’è stata. Il giornalista, Luca De Carolis, ha fatto il suo dovere ma Di Maio su alcune domande ha glissato.

Inizia parlando di alcune difficoltà dei 5S, però dopo dice farò questo, cercherò di fare quest’altro, come se dovesse diventare un politico di professione. La mia domanda allora è questa: ma lo statuto non proibisce la nascita del politico come mestiere? E dei due mandati che ne facciamo? Vuol dire che farà il semplice iscritto, accettando il detto che uno vale uno? Io ho i miei dubbi. Sono propenso piuttosto al fatto che, tramite la piattaforma Rousseau, verrà trovata una soluzione orwelliana. Ha sorvolato sul fatto del suo indecoroso intervento per il SI’ ad urne ancora aperte, fra l’altro bocciato, accampando che accordi sono stati fatti per le liste di alcuni comuni, ma citando solo Pomigliano d’Arco, cioè il suo. Però, generosamente, dichiara che farà campagna elettorale per i candidati dove l’accordo non c’è stato, come se fosse possibile farlo per i candidati avversari. Monsieur de la Palice incombe.

Alla domanda del giornalista che riporto integralmente: Crimi ha detto che su Bibbiano e i dem forse avevate esagerato. La frase ’’il PD è il partito di Bibbiano’’, è sua Di Maio. La risposta è stata: ’’Non voglio pensare al passato ma al futuro’’, senza specificare nient’altro, lasciando chi fra i militanti l’aveva ripresa e amplificata in braghe di tela. Il fatto è che coloro che incautamente, fidandosi del loro leader la usarono non possono dire come lui ’’scurdammoce ’o passato’’. Riguardo alla piattaforma molto criticata anche per la gestione ereditaria se l’è cavata con ci penseranno i futuri dirigenti del MoVimento, glissando la domanda come se lui una idea, visto che pensa al futuro, non ce l’abbia. Questo strumento, la piattaforma, è sorpassato e il calo dei votanti sta a dimostrarlo. Prevedo che ci sarà un aumento considerevole di voti sotto elezioni che faranno apparire la consultazione alle primarie di altri partiti. Una cosa che non molti hanno notato è che non viene più usato nei discorsi e nelle interviste il termine a me caro di ’’cittadini’’.

Forse ha influito il fatto che tali non si sono più sentiti molti di quelli che hanno scelto di non partecipare più a raduni e ’’balconate’’ nelle quali si sentivano declassati a numeri e percentuali e molto poco al termine egualitario di cittadini. In maniera inversamente proporzionale si parla molto di accordi con i ’’partiti’’ che, improvvisamente riverginati, compresi quelli che hanno come dirigenti possessori di fedine penali chilometriche per reati non certo di opinione. Io non ho niente contro i partiti, quelli veri non quelli creati à la carte per fini che Enrico Berlinguer definiva bene nella sua famosa intervista a Scalfari. Questi sono un’altra cosa. Purtroppo credo che quei voti che sono stati praticamente regalati alla Lega durante il governo precedente, con questi accordi saranno una dote per il PD. Questo PD che è molto peggio di quello di Bersani con il quale Crimi e Di Maio non vollero avere niente da spartire. Beh, penserete, ma allora i due mandati parevano molto lontani.

VOTARE SI’ O NO? - Fra meno di un mese si voterà per alcune regioni, per molti comuni e per il Referendum per il ’’taglio’’ dei parlamentari. Io voterò SI?, anche se alcuni politici da me francamente detestati, si sono espressi anche loro per lo stesso voto. Si notano fra questi molti cani sciolti in cerca di nuovo padrone e voltagabbana di lungo corso, ma spicca su tutti l’ex segretario del PD, Maurizio Martina, che fu fatto segretario del partito e che Fortebraccio avrebbe classificato come scrisse dell’on. Cariglia che arrivò in auto al Parlamento ma dalla macchina non scese nessuno. Il nostro per giustificare la sua scelta afferma che vuole un Parlamento che sia in grado di autoriformarsi. Capirete il valore dell’uomo che veniva definito da suoi amici dei Milano in niente sotto vuoto spinto.

Molti amici hanno scelto il NO e me ne dispiace. Lo hanno fatto affermando che la nostra Costituzione non lo prevede. È vero, ma la Carta non poteva prevedere la velocità con la quale oggi si debbono prendere alcune decisioni che possono salvare posti di lavoro, democrazia e salute.



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