Quando personaggi come Netanyahu e Putin sostenevano Trump come candidato al Nobel per la pace
Tutto il mio appoggio alla vincitrice, la venezuelana María Corina Machado: una donna, un’attivista, una fiera oppositrice a un dittatore...
Quando personaggi come Netanyahu e Putin sostenevano Trump come candidato al Nobel per la pace, qualche dubbio doveva pur venire. L’idea che potesse vincerlo una persona la cui vita politica si è svolta attraverso un linguaggio divisivo e violento e azioni autoritarie e antidemocratiche era talmente grave e assurda – possiamo definirla un ossimoro, un paradosso, un’infamia, ecc. – che diventava quasi verosimile nell’immaginario corrotto e surreale di oggi. No, surreale no: sarebbe un’offesa per i surrealisti. Distopico. Meglio.
La cosa più incredibile è che in pochi abbiano semplicemente ricordato – accanto al problema delle menzogne relative a sette guerre vinte e altre rocambolesche verità inventate – non solo l’incorruttibilità della commissione del Nobel, ma le scadenze del premio: a gennaio le candidature, tra agosto e settembre le decisioni finali. Il rush finale di Trump per portare la pace a Gaza è un po’ intempestivo, dunque. Ebbene, oggi, a Nobel svanito, i suoi sostenitori danno la colpa appunto alle scadenze.
Ma sul serio: era sostenibile?
Ma finalmente si può smettere di parlarne. Tutto il mio appoggio alla vincitrice, la venezuelana María Corina Machado: una donna, un’attivista, una fiera oppositrice a un dittatore, una persona che non appartiene a quell’area euro-americana che si crede al centro dell’universo.
Che tra l’altro (immagino casualmente) porta lo stesso cognome di uno dei più grandi poeti spagnoli di sempre, Antonio Machado, uno degli intellettuali che con più forza si opposero alla dittatura di Primo de Rivera.
La motivazione per il Nobel a María Corina Machado a non lascia dubbi: “per il suo instancabile lavoro nel promuovere i diritti democratici per il popolo del Venezuela e per la sua lotta per realizzare una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia.”
Tra i commenti alla TV mi ha colpito soprattutto il reiterato riferimento allo stupore, alla sorpresa. Il Nobel deve sempre stupire: l’ho sentito con le mie orecchie. E qualcuno in studio ha citato, per analogia, il Nobel per la Letteratura allo scrittore ungherese László Krasznahorkai, che evidentemente in Italia nessuno conosceva, che di certo ha un cognome difficile da pronunciare, ma che era già stato candidato più volte al premio: ma chi va in TV si informa o no??? E ogni volta, ogni anno, sento la stessa frase: di certo c’erano scrittori più famosi nel mondo… Ma da che parte arrivano questi commenti? Da una delle nazioni più piccole della Terra, l’Italia, che continua a credersi l’ombelico del mondo!
Idem per il Nobel per la Pace. Ma quale stupore? María Corina Machado figurava tra le 100 persone più influenti del 2025 per il Time.
Ora c’è da augurarsi che avvenga una delle due cose:
1, che Trump la smetta comportarsi come un narcisista megalomane e inizi almeno a pensare alla pace dentro gli Stati Uniti, la cui tensione sta salendo alle stelle;
2, che Trump, aspirando a ricandidarsi per il 2026, riesca davvero a:
creare la pace eterna (sic) che ha promesso in Medio Oriente, chiedendo scusa al mondo per la carneficina di Gaza che ha permesso, donando miliardi per la ricostruzione della Striscia e costringendo il suo amichetto a ritirare i coloni dai territori occupati;
fermare l’occupazione russa dell’Ucraina, facendo retrocedere Putin al di là dei confini, senza aumentare ancora l’escalation militare concessa da lui e dall’Europa a quell’altro bel tipo di Zelensky;
cambiare la sua politica interna, facendo ritornare i deportati, ridando fondi alle università e alla sanità, accogliendo profughi e migranti, rispettando le donne e i/le transgender, dialogando con i giornalisti e l’opposizione
cancellando la censura linguistica che ha imposto alla sua amministrazione.
Ecco qua. Che ne dite? Quanti scommetterebbero sull’1 o sul 2?
- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -