Quando la musica ha struttura circolare
Considerazioni a caldo dopo il balletto “Il Lago dei Cigni” visto al Cinema Vittoria di Alì Terme.
Ascoltando le note de “Il Lago dei Cigni” trasmesso ieri sera al Cinema Vittoria di Alì Terme in collegamento diretto dalla Royal Opera House in Covent Garden a Londra si viene rapiti oltre che dalla grazia dei movimenti di Odette/Odile, del giullare, piuttosto che di Rothbart o del principe Siegfried soprattutto dalla struttura circolare dei movimenti di gran parte della musica: un andamento simil-vorticoso, come a creare gorghi di carattere ipnotico. Una summa di ciò trova ampio riscontro nel film “Black Swan” di Darren Aronofsky con Vincent Cassel, Natalie Portman e il cigno nero Mila Kunis.
Il panorama operistico (balletto incluso) è foriero di esempi, basti pensare innanzi tutto ad “Ella Giammai m’amò” (Re Filippo II, atto IV, dal Don Carlo di Verdi), che Mario Martone (fresco di laurea honoris causa all’Università della Calabria) ha voluto come tema dominante del suo risorgimentale “Noi Credevamo”. Tema dalla struttura complessa intrisa di rimandi e ritorni, fretta di divenire e ancor di più di riappropriarsi di quanto trascorso. Anche la musica di Bela Bartok (specie il Concerto per Orchestra d’Archi) è impregnata di andamenti circolari, in netta contrapposizione alla “linearità” del russo Shostakovich.
Altro esempio celebre il Requiem di Mozart, ove la “Communio” è aperta e chiusa dal “Lux Aeterna” con il continuo girar intorno dell’invocazione della luce (eterna) per i beati e all’assunzione fra i santi. Anche la Sesta Sinfonia di Beethoven nelle parti finali (il Tramonto) o la Sinfonia delle Alpi di Richard Srauss, coi continui rimandi al sorgere e al tramontare del sole, si sussegue quasi a creare spirali musicali. Ma sono le opere di Giuseppe Verdi (nel 2013 ricorre il bicentenario della nascita del grande musicista di Roncole di Busseto) a contenere il maggior numero di strutture ad andamento circolare, meditativo o cantabile, soprattutto in Attila, Un Ballo in Maschera, Ernani, I Masnadieri, Otello e Macbeth. Per non tacere sul finale del Guglielmo Tell di Rossini.
Anche nella letteratura ci sono casi di “circolarità” del testo narrativo (cosiddetta struttura ad anello) e si hanno quando il tema iniziale ricompare nella parte finale dopo aver nel frattempo affrontato una serie variegata di altri temi (es. “A Mia Moglie” di Umberto Saba). Tornando al “Lago dei Cigni” di iersera, spettacolo di altissimo livello: perfetti i due interpreti principali, Zenaida Yanowsky, leggiadria e morbidezza di movimenti per la trentasettenne di Lione, prima ballerina della Royal Opera House e Nehemiah Kish, statunitense del Michigan, vaga somiglianza a Ralph Fiennes, capace di volare “altissimo” e di interpretare al meglio le incertezze di un principe messo a dura prova da Von Rothbart. Corpo di ballo non da meno, con in testa la “first artist” Sabina Westcombe, in grande spolvero nelle danze internazionali del terzo atto ( la napoletana, l’ungherese, la spagnola con ritmo da bolero, la mazurka e la russa), alcune eseguite coi tacchi, per non parlar del Passo a Quattro nel secondo atto. Orchestra eccellente. Uno spettacolo senza sbavature, di cui gli amanti del genere hanno potuto usufruire a un prezzo modico e non distante dalle proprie abitazioni grazie all’iniziativa del Cinema Vittoria di Alì Terme. Prossimo appuntamento col balletto al cinema il 13 Novembre con lo “Schiaccianoci”, ancora sulle musiche di Tchaikovsky.
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