“QUELLA PILLOLA CHE NON SI TROVA”
PARLANO I PRESIDENTI DI MISERICORDIA E CROCE VERDE E IL DIRETTORE DEI DISTRETTI SANITARI. MA IN ITALIA IL DIRITTO ALL’OBIEZIONE DI COSCIENZA E’ CONCESSO PER LEGGE SOLO NEL CASO DI INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA
Pillola del giorno dopo e medici obiettori. Ossia “gli squadristi della Norlevo”. A Viareggio, venerdi scorso, si è consumato lo scandaloso comportamento di un medico. Una dottoressa della Misericordia di Via Cavallotti si era rifiutata di prescrivere ad una donna la Norlevo, ossia la pillola del giorno dopo.
L’odissea di “ Anna”, il suo peregrinare tra Croce Verde e Misericordie di Lido di Camaiore e Capezzano Pianore, ebbe un lieto fine alla Guardia Medica dell’ex Tabaracci in Via Fratti, dopo mezz’ora di attesa fuori dal portone, dove un “ santo” di medico le fece la ricetta del medicinale. L’articolo apparso sul Corriere, e pubblicato anche on line su diversi siti, ha avuto eco, provocando una serie di commenti a catena. Di solidarietà alla donna, e di attacchi. Come è giusto che sia, vista la libertà di pensiero e di parola. Ma quando si parla di obiezione di coscienza sulla pillola del giorno dopo occorre fare qualche precisazione.
La Norlevo è un semplice contraccettivo di emergenza, assolutamente non classificabile tra gli abortivi, come invece la Ru486, che è un sistema abortivo farmacologico. In Italia il diritto all’obiezione di coscienza è concesso per legge solo nel caso di interruzione volontaria di gravidanza. Non per la pillola. L’obiezione per quanto riguarda un anticoncezionale di emergenza, non essendo prevista per legge, è quindi illegale. La sua mancata prescrizione o vendita è pertanto denunciabile alle autorità. Chi si avvale del suo essere obiettore lo fa, se medico, con una scusa vera e propria, ratificata, per quanto riguarda i medici, dal Comitato Nazionale di Bioetica. Esistono poi anche farmacisti, che con la scusa dell’obiezione di coscienza ne negano la vendita. I farmacisti in particolare non si sa bene di quale clausola si avvalgano e per quale motivo nessuno si curi di sanzionarli quando con tanto di ricetta medica si rifiutano di venderla a una cliente.
Nella legge sull’aborto è scritto che gli operatori sanitari possono ricorrere all’obiezione di coscienza, ma è altrettanto vero che il farmacista non è un operatore sanitario. Il farmacista è un “rivenditore” che non può in alcun caso rifiutare la vendita di farmaci. Il farmacista è tenuto, dietro presentazione della ricetta di un medico, a fornire la pillola del giorno dopo. Se ne fosse sprovvisto è tenuto ad ordinare immediatamente il farmaco, e nemmeno può sconsigliarne l’uso perché anche quello è illegale.
Anna, la protagonista dell’odissea alla ricerca di un medico che le prescrivesse il farmaco d’emergenza, e con lei decine di donne che hanno avuto lo stesso “problema” si sono poste alcune domande. “Se i medici obiettori, spesso di comodo, sono in così rilevante numero da impedire il normale svolgimento della pratica sanitaria in un determinato campo, perchè mai non è garantito un numero minimo di sanitari che ne permetta il regolare percorso?”. “La Norlevo non è una pillola abortiva. Se non lo è, perchè è concesso di esercitare l’ obiezione di coscienza?”. “Ma soprattutto, questi obiettori, in nome di quale etica negano una pillola contraccettiva d’emergenza sapendo che senza di questa si potrebbe arrivare a un concretissimo aborto, cioè a quello per cui si indignano tanto e rifiutano di prestare la loro opera?”. “E perchè pure un farmacista si può permettere di non soddisfare la legittima richiesta degli utenti?”.
Per dare una risposta alle nostre lettrici, ma anche per andare in fondo alla storia di Anna, che potrebbe essere la storia di chiunque, abbiamo intervistato sia il Presidente della Misericordia Monciatti, che il Presidente della Croce Verde dottor Attilio Farnesi che il Direttore dei Distretti dottor Fabio Michelotti. Il Presidente della Misericordia, come Ponzio Pilato, “se ne è lavato le mani”, girando la patata bollente all’Usl 12: “ I medici non li scelgo né li pago io, me li manda e li paga la Usl”. Il presidente della Croce Verde ci assicura che tra i suoi, medici, tutti in convenzione, non crede ce ne sia neanche uno che si rifiuterebbe.
Ma dopo le 22 non c’è il medico. Il direttore dei distretti è quello che maggiormente ci fornisce i dati. “Quando il medico di base non c’è solo il 118 assolve ai compiti”. Ossia piu’ che di Guardia Medica si tratta di medico di continuità assistenziale. E i posti dove tutte le Anna si possono rivolgere sono quelli del 118: ex Tabarracci, Misericordia di Capezzano, Massarosa, Croce Verde di Pietrasanta, Torre del Lago e Pontestazzemese, e al San Camillo di Forte dei Marmi. Ma la sicurezza di trovarci un medico che prescriva la pillola del giorno dopo non c’è. “ Un problema di coscienza”, pare. Strano. La legge parla chiaro. Esiste un sito, soccorso civile, dove se si è subito un tale torto, oltre alla ricetta. ogni donna può ricevere tutta l’assistenza necessaria per denunciare i medici e le strutture che le hanno negato un diritto.
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