Q&P n. 209 - Cautela con la civiltà occidentale

In questi giorni i quotidiani di destra o destrorsi, cioè quasi tutta la stampa italiana, fanno a gara nel titolare la giustezza delle stragi israeliane definendole come legittima difesa non solo di Israele ma anche di fumosi valori occidentali.
Le mie esperienze mi portano a dubitare fortemente di queste affermazioni. Ho avuto la fortuna di avere avuto come maestro elementare un ex Imi, cioè un internato militare dei nazifascisti che non aderì alla Repubblica di Salò e forse per questo gli vennero affidate classi numerose di ragazzi che che per cause belliche avevano perso anni di scuola mentre ad altri maestri fu data la possibilità di scegliersi gli alunni fra le classi agiate.
Il nostro maestro, vista la mancanza di libri, su una parete dell’aula dipinse una carta geografica colorata del mondo ed io fui colpito dall’Africa e dalla sua estensione, ma la cosa che mi stupì maggiormente fu la grandezza del Congo Belga, allora si chiamava così, che era grande quasi quanto l’intera Europa e certamente più grande della Nato di 20 anni fa. Non capivo come una piccola nazione come il Belgio potesse essere padrona di un territorio immenso come il Congo. I miei dubbi ebbero una risposta quando a fine anni 50 cominciarono le lotte di liberazione dei popoli africani fra i quali, ovviamente, il Congo.
Nel tragico 1961 successero molte stragi ed omicidi in quel paese fu ucciso Patrice Lumumba, primo ministro congolese, vittima di un colpo di Stato foraggiato dalla Union Miniere, società anglo-belga che ne sfruttava i minerali. Furono trucidati e i loro corpi gettati nel fiume 13 avieri italiani della 46ma brigata nei dintorni di Kindu e la destra ne fece un cavallo di battaglia elettorale tacendo che erano stati mandati laggiù senza una adeguata preparazione e furono uccisi da guerriglieri che evidentemente non distinguevano le loro divise da quelle dei reparti anglo-belgi. Ma a settembre morì anche il segretario generale dell’Onu Dag Hammarskjold, eletto al secondo mandato e premio Nobel per la Pace che stava volando per incontrare Moise Ciombe per trattare la pace in Congo, contro il volere della Union Miniere.
Le cose successe allora furono imitate poi da molti governi "democratici" risolvendo con incidenti aerei, uccisioni mirate verso chi si opponeva agli interessi capitalistici ed ora vediamo che nella patria della democrazia tempo pochi mesi hanno sparato, ma è quasi una routine, ad un aspirante presidente degli Stati Uniti e da pochi giorni a due deputati democratici Usa. Le stragi fatte o tentate sembra che si stiano diffondendo anche nelle democrazie occidentali ma delle quali poco si parla come quella davanti ad una scuola austriaca che quasi rivaluta quelle della mafia nostrana che invece sulla stampa europea tengono botta per maggior tempo.
Quello che maggiormente dispiace e che la destra nostrana si sia impossessata del nome di Enrico Mattei e ne stravolga l’operato e che faccia riferimenti sui pensieri di Gramsci.
Mi aspetto che il prossimo anno si appropri anche di Matteotti e la faccia passare come incidente automobilistico da parte di alcuni drogati che poi ne hanno nascosto il cadavere.
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