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"Pruvulazzu" su Catania

Pruvulazzu (Polvere) / Renato Pennisi ; con una nota di Giovanni Tesio. - Interlinea, 2017. - pp. 92, euro 14. - (Lyra ; 64). - isbn 978-88-6857-091-0

di Silvestro Livolsi - giovedì 24 agosto 2017 - 6026 letture

L’ultimo libro di poesie di Renato Pennisi - che a giudizio di Giovanni Tesio è “il più riflessivo, malinconico e indignato” - s’apre con versi su Catania ancora sventrata nei sui quartieri antichi, dove i nuovi palazzi sono “senza cchiù barcuna/senza fila di linzola/ senza na finestra scurdata aperta/ d’unnni nesci na nota di canzuni”, e continua, con un dialetto efficace, a dar voce poetica, tra l’altro, alla saggezza popolare perduta (di Donna Pudda, di Don Saro, varveri di Picanello, etc.), agli incontri, ilari al Bar Cori Rossazzurri e seriosi, un tempo, dentro La Sezione o, ancora, racconta di quando Dario Bellezza frequentava, amandola, una città in cui, oggi, lo "scirocco jisa solo pruvulazzo": che cade sulle strade, entra nelle case e copre lamenti e "jastimi" della gente, oppressa da una realtà che sembra non cambiare mai.


Sinossi

Un poeta che «sente bene la rugosità del reale; che ne sa registrare le contraddizioni e le storture; che ne sa ascoltare le dissonanze; che sa riferirne senza convertire l’evidenza in grottesco, ma se mai in amarezza, e qualche volta in (mai retorica) indignazione», scrive Giovanni Tesio presentando questo itinerario di Renato Pennisi dentro una lingua siciliana che la narrativa odierna ci ha reso più vicina e simpatica. Il «pruvulazzu» del titolo è la polvere che talvolta nella vita come nelle città (non solo Catania) finisce per prevalere, tanto da ispirare un moto di protesta civile e provocazione di chi fa la sua parte con sacrifici («jastimi»): «Sciancata Italia, ntra sti strati / chini di scaffi e pruvulazzu / cchi fini ficiru deci anni / di jastimi? Stu silenziu / vulissi diri che semu tutti morti?»


L’autore

Renato Pennisi è nato a Catania nel 1957, dove esercita la professione di avvocato. Vincitore del “Premio Eugenio Montale” nel 1986, sezione inediti, con la raccolta poetica Letture senza spartito, poi inserita nell’antologia 7 Poeti del Premio Montale (Scheiwiller, Milano 1987), ha successivamente pubblicato i libri di poesia La correzione del saggio (nota di Arnaldo Colasanti, Tringale, Catania 1990), Mai più e ancora (premessa di Silvana La Spina, Edizioni l’Obliquo, Brescia 2003) e La notte (presentazione di Giovanni Tesio, Interlinea, Novara 2011). È autore dei libri di poesia in dialetto siciliano Allancallaria (premessa di Corrado Peligra, Prova d’Autore, Catania 2001) e La cumeta (premessa di Franco Loi, Edizioni l’Obliquo, Brescia 2009) e dei romanzi Libro dell’amore profondo (Prova d’Autore, Catania 1999), La prigione di ghiaccio (ivi, 2002) e Romanzo (nota di Gualtiero De Santi, ivi, 2006). Per il teatro ha scritto Oratorio di resurrezione (Edizioni Novecento, Mascalucia, Catania 2015).


Una poesia del libro

Un poeta
«Seduto mentre mangia, beve e parla 
dice e dice, mezzo ubriaco 
che vive per la poesia
ma a me sembra che viva 
solo per se stesso»

Un pueta «Assittatu mentri mancia, bivi e parra dici e dici, menzu mbriacunazzu ca campa ppi la puisia ma a mia pari ca campa sulu ppi iddu stissu»



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